LE OPINIONI

IL COMMENTO Il tempo rubato

DI GIORGIO DI DIO 

Stiamo lì sempre a chiedere ai ragazzi di mollare un poco quei telefonini, di leggere di più giornali, di starci a sentire una volta tanto. Loro se ne fregano, ma non è che noi adulti diamo un buon esempio. Alla fine, quel telefonino glielo abbiamo comprato noi, così, per sicurezza, per essere sicuri di poterli sempre rintracciare. Una volta le informazioni arrivavano ai giovani attraverso gli adulti. I ricordi, le esperienze, venivano trasmessi da generazioni a generazioni. Ora questa catena si è interrotta. Ora le informazioni arrivano in massa dai social direttamente ai ragazzi. Non c’è più la figura intermedia degli adulti che faceva da filtro. Se un ragazzo vuole sapere una cosa oramai non la chiede più. La va a cercare su internet. E non è detto che la risposta sia corretta. Con un cellulare un ragazzo può andare dovunque. È veramente difficile controllarlo. È pur vero che i cellulari sono diventati una parte fondamentale della nostra vita quotidiana. Io stesso non riesco neanche ad uscire da casa per breve tempo senza il cellulare. Anche perché è indubbio che sono di grande utilità. Ci consentono di comunicare con chiunque velocemente in tutto il mondo e da dovunque ci troviamo. Con il cellulare possiamo giocare, ascoltare musica, gestire le banche, caricare app utilissime. Sono utili per il lavoro come per lo studio.

Bisogna però porsi dei limiti. Spesso il cellulare diventa un agente che infetta completamente la nostra vita. Ci distrae dallo studio, dal lavoro. I ragazzi a volte ne vengono catturati e si ritrovano ad avere poco tempo per lo studio perché stanno continuamente   a chattare, ricevere messaggi, sentire musica, guardare film, fare giochi.

E spesso anche noi adulti veniamo distratti continuamente dai WhatsApp che arrivano, soprattutto, poi, per quelli che stanno nei gruppi, che possono diventare completamente virali. Mio fratello Geppino, ingegnere elettronico, non ha Facebook, usa raramente WhatsApp e dice di vivere benissimo senza i social. Ma per la stragrande maggioranza delle persone, ragazzi e adulti, i social sul cellulare sono indispensabili.  Non ne possono far a meno. E a poco a poco si lasciano rubare il loro tempo. Il tempo che passiamo davanti ai nostri smartphone è aumentato di molto con la pandemia e dopo la pandemia. I vari WhatsApp, Facebook, Instagram hanno avuto un forte incremento, che va al di là di quella che può esser la loro utilità.

Soprattutto dobbiamo stare attenti alle continue notifiche che ci arrivano. Se siamo concentrati nel nostro lavoro una notifica ci distrae e poi ci vuole tempo per ritrovare la concentrazione. Il tempo per leggere le notifiche, che ci distraggono e il tempo che perdiamo per concentrarci di nuovo è tempo che ci viene rubato. A volte le notifiche ci portano notizie che influiscono sulla nostra emotività. In questo caso l’impatto è maggiore perché ci crea uno stato d’animo che impatta sula nostra interiorità, che aumenta, quindi, la nostra distrazione e riduce l’attenzione per quello che stavamo facendo. Per non parlare poi dei rapporti relazionali. Se sto al ristorante con la mia fidanzata o con mia moglie e mi metto a giocare con il telefonino sto rubando tempo al mio rapporto di coppia, con due risultati negativi: Io finisco per non far più caso alla persona che ho vicino e la persona che ho vicino può sentirsi ignorata. Sto concentrando la mia attenzione al cellulare e a un mondo virtuale ignorando la realtà che ho davanti. In questo modo le relazioni si possono logorare o creare una forma di esclusione sociale 

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Andando più in profondità possiamo dire che l’utilizzo smodato del cellulare ruba tempo e attenzione al partner che non si sente più in grado di suscitare il nostro interesse. A meno che il partner non faccia la stessa cosa, il che è anche peggio.

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Quando ci sediamo a tavola in gruppo ognuno ha le forchette a sinistra, cucchiaio e coltello a destra e il cellulare al centro. Il fatto che vogliamo tenere vicino il nostro telefonino dimostra che siamo pronti a dividere il nostro tempo tra le persone a tavole e il mondo virtuale esterno. Se poi lo facciamo tutti quanti la scena diventa surreale.  Stiamo tutti insieme ma per un certo tempo ognuno sta solo con il mondo che passa attraverso il cellulare. Siamo consapevoli di tutto ciò? Sicuramente no perché il telefono è diventato parte di noi e perché lo fanno tutti, per cui, non può esser una cosa disdicevole. Continuiamo a usare i telefonini, continuiamo a usare i social. Ma non lasciamoci rubare il nostro tempo, non lasciamo che il cellulare ci porti via pezzetti della nostra esistenza. Il tempo, il nostro tempo è uno solo.

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