IL COMMENTO Ischia, non solo discoteche.
Andrò controcorrente, come spesso mi è capitato di fare. E sono certo di suscitare il parere contrario di molti. Sicuramente non sarà d’accordo con me Francesco Pezzullo, presidente di Confesercenti, che ho più volte intervistato e che stimo profondamente. In un suo recente editoriale sul Golfo, ha ripreso un concetto che molti condividono, secondo il quale la decadenza dell’isola d’Ischia, dal punto di vista turistico e forse anche imprenditoriale, dipenderebbe in parte anche dalla mancanza di discoteche, locali notturni, punti di aggregazione e piano bar. Certo, nessuno, neanche Pezzullo può pensare che sia solo quello il problema ma già individuare nell’assenza di locali notturni uno dei punti di debolezza dell’isola verde, mi rende parecchio perplesso. Perché le discoteche e i locali notturni che ricordo io e che certamente ricorderanno anche quelli che ne sentono la mancanza, sono ormai un retaggio di un passato che non torna. Sono sparite, trascinate dal vento della nostra giovinezza, lasciando in eredità un desolante scenario fatto di baldoria sfrenata, mancanza di regole, prepotenza e maleducazione. Di queste discoteche, che di aggregativo non hanno proprio nulla, non saprei quanto possa beneficiare l’isola. È bene ribadire invece un concetto, come fatto in occasione di altre “incursioni” sulla prima pagina del nostro Golfo. Ischia è in agonia, come dice giustamente Pezzullo, per il modo in cui è stata gestito il settore turistico e per quello che a troppe persone è stato consentito di fare, nel corso degli ultimi 30 anni. Non è la mancanza di discoteche a determinare il crollo, non sarà una pista da ballo in più a salvare un declino che affonda le proprie radici in ben altri terreni. Di piano bar, poi, a mio avviso ce ne sono anche troppi, tra hotel, bar e ristoranti disseminati sul territorio. Forse è giunto il momento di capire ,che Ischia debba puntare su qualcosa di diverso dal divertimento sfrenato e dalla mondanità, per crescere dal punto di vista turistico e anche economico. Prendere coscienza che una passeggiata in pineta, una birra al tramontar del sole, una visita ai luoghi d’arte e una giornata in barca, siano un’alternativa al by-night, potrebbe non essere un dramma, insomma.
E anche quella “solitudine” di cui parla Pezzullo, è una risorsa unica, che Ischia sa ancora offrire in alcuni suoi angoli di paradiso. Magari ce ne fosse di più di solitudine… E se qualche giovanotto deciderà di prendere le distanze, ce ne faremo una ragione. Quando avevano 20 anni trascorrevamo nottate intere sulla spiaggia a suonare le chitarre. Se questo oggi non diverte più, vorrà dire che i ragazzi andranno altrove, senza che questo debba causare il tracollo per Ischia, che ha al suo arco frecce ben più importanti da scoccare per vincere la sfida con il futuro. Piuttosto mi preoccuperei dell’ospitalità, troppe volte messa in crisi dall’arroganza e la maleducazione, di individui che ricoprono ruoli strategici per l’accoglienza dei turisti e che invece si comportano in maniera indegna per un luogo civile. Non è il caso di raccontare esperienze personali, dalle colonne del nostro giornale ma quanto è accaduto a me e alla mia famiglia qualche giorno fa nei pressi della biglietteria degli autobus di Ischia Porto, a causa di persone che dovrebbero fare del senso di ospitalità il proprio credo, avrebbe fatto passare la voglia di essere sbarcati anche al più convinto amante dell’isola verde. Ecco perché professionalità, gentilezza, educazione, senso di accoglienza e qualche volta anche un sorriso, sono di gran lunga più importanti di una serata in discoteca.
Sull’isola fino a 30 anni fa, si viveva ancora la natura, il mare pulito e la “vera” mondanità, quella fatta di scrittori, registi ed attori di valore, quindi concordo su tutto quanto detto nell’articolo.
Personalmente negli ultimi decenni, pur avendo casa sull’isola, preferisco bypassare luglio ed agosto, mantenendo casa “rigorosamente” chiusa…
…e non credo di essere una voce isolata, semplicemente le “altre” sono da tempo andate in altri luoghi. E non credo nemmeno che sia solo questione di età, visto che le Eolie, pur essendo costose, sono ambite dai giovani pur non avendo discoteche!
La verità è che a Ischia per i giovani c’è poco e nulla da fare, al posto di chiudere e far chiudere sarebbe il caso di cercare di diversificare un po’ l’offerta, smetterla di invidiare l’erba del vicino e fare sinergia. Ischia è pigra e si adagia su quelle che sono le bellezze naturali, anche tenute male e poco valorizzate, e su quello che è stato il passato. L’Isola ha bisogno di una by night di qualità e con offerte diverse, altrimenti i giovani sceglieranno altre destinazioni, più economiche e divertenti