LE OPINIONI

IL COMMENTO Al via una stagione che non sarà mai come le altre

Non è la prima volta che parliamo di corsa contro il tempo, di impegni da rispettare, di scadenze e di obiettivi da raggiungere. Per Ischia e per il suo turismo, per una stagione che, a dispetto di un clima che fa ancora i capricci, è sul punto di cominciare e per un’estate ormai alle porte, che l’isola attende come l’ennesimo banco di prova da superare. E non è la prima volta che anche dalle colonne del nostro giornale, vogliamo essere ottimisti nel porci con animo positivo rispetto a quanto ci si auspica possa accadere nei prossimi giorni. Sono passati poco più di sei mesi da quella terribile notte tra il 25 e il 26 novembre dello scorso anno, quando una parte della montagna a Casamicciola è venuta giù, trascinando con se fango, detriti e vite umane. La ferita è ancora aperta, proprio come è rimasta be visibile la striscia di terreno sul costone della collina. Chi ha vissuto quelle drammatiche giornate, anche soltanto da cronista e si è trovato a dover raccontare la disperazione, la rabbia, la paura e la sofferenza di tante persone, non può aver rimosso quelle sensazioni. E chi si appresta a tornare sull’isola, per trascorrere le proprie ferie, dopo aver vissuto quella terribile esperienza, sa bene che non sarà la stessa cosa. Perché il pensiero corre alle quelle immagini di distruzione, alle grida d’aiuto, alle tante persone con le mani immerse nel fango. 

Nei giorni scorsi mi è capitato di tornare ad Ischia, finalmente per motivi di svago e di vacanza. Prima di allora lo avevo fatto, decine di volte, sempre e solo per motivi di lavoro. Per raccontare gli sviluppi della tragedia, per seguire le visite dei ministri, le conferenze stampa del commissario Legnini. Per realizzare servizi televisivi e interviste. Sbarcare sull’isola con la famiglia, semplicemente per trascorrere qualche giorno di ferie era una sensazione che avevo quasi del tutto rimosso. È stato strano. Come se un senso di pesantezza, quasi di colpa mi assalisse. Perché dentro di te sai che l’Ischia che hai lasciato, alla fine della scorsa estate, non è la stessa che ritrovi ora. Perché non sono uguali i locali, le spiagge, i ristoranti e le persone. Perché i luoghi dove torni, sono gli stessi che hai vissuto in quelle settimane dei angoscia e di pioggia. Nemmeno il più superficiale degli individui, potrebbe quindi ignorare un sentimento di rispettoso distacco da tutto quanto l’isola, almeno per ora, non è in grado di poter offrire. Quello di cui ho avvertito la mancanza, è la spensieratezza di essere a Ischia. Un qualcosa che nessun luogo al mondo è in grado di trasmettere. L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna in questi giorni, poi, ha in qualche modo contribuito a far sanguinare nuovamente una ferita che stentava, comunque, a rimarginarsi. Eppure l’ottimismo deve prevalere, perché in questi sei mesi non tutto è rimasto fermo. I riflettori della politica nazionale non si sono spenti, così come quelli dell’informazione. I progetti stanno andando avanti, quello relativo al dragaggio del porto di Casamicciola, che ha tempi strettissimi, ne è un esempio lampante. 

C’è stato anche un ricambio politico in alcune realtà, Casamicciola compresa e dal nuovo sindaco c’è da attendersi impegno e pragmatismo ma anche severità e controllo, su tutto quanto andrà fatto e su tutto quanto andrà impedito nel corso dei prossimi anni. C’è una Campania che pullula di turisti e una Napoli diventata, grazie ad un fervore culturale, sociale e sportivo, un ombelico del mondo capace di attirare visitatori da ogni parte del mondo. C’è un’estate che sta per esplodere e che proveremo a vivere come abbiamo vissuto quelle delle nostre età più belle e serene. Non sarà facile, perché la ferita è ancora aperta, la colata di fango sull’Epomeo è ancora visibile e il grido di dolore risuona ancora forte nelle nostre menti.  

DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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