LE OPINIONI

IL COMMENTO La speranza di un by night diverso

Era ampiamente prevedibile, che la notizia uscita qualche giorno fa, della possibile riapertura del New Valentino, storico locale della movida ischitana, facesse discutere e scatenasse una serie di reazioni, più o meno contrastanti. Quando le porte del locale notturno del centro chiusero, ci fu una sorta di piagnisteo generale, come se da Ischia fosse improvvisamente sparito il Castello Aragonese o il fungo di Lacco Ameno. Social e siti online furono invasi dalle proteste di chi si professava “amante” dell’isola, senza sapere bene in realtà cosa sia e come si mostra nella realtà l’amore per un luogo straordinario come Ischia. Un pianto ipocrita e fastidioso. Dalle colonne di questo giornale provai a ragionare su altri dati e altri aspetti, per far capire che la chiusura del Valentino, altro non era che il culmine di un calvario cominciato da molti anni, la consacrazione di una fine decretata da tempo, da una gestione sbagliata del locale, diventato un fulcro di disordine, caos, risse e spesso purtroppo anche di inaudita violenza. Senza puntare il dito contro qualcuno in particolare, la morte del Valentino era ampiamente prevista, perché chi lo ha portato avanti negli ultimi decenni, non senza sacrifici, non si è preoccupato di custodirne la storia, la tradizione e la sua antica vocazione, fatta di divertimento sano, mondanità accattivante, musica ed emozioni. Oggi del Valentino si torna a parlare e gli stessi che nel giorno della chiusura hanno versato lacrime di coccodrillo, essendo invece partecipi di quel triste declino, ora battono le mani e auspicano un ritorno al recente passato.

Per fortuna, però, c’è anche chi mette le mani avanti e in qualche modo avverte sul rischio di riaprire una struttura che si trasformi, come troppe volte negli ultimi anni, in terra di nessuno, un luogo senza anima e senza dignità. Un rischio che Ischia non può permettersi di correre. Riaprire il Valentino e gestirlo come è stato gestito quello chiuso qualche mese fa, non avrebbe senso, sarebbe delittuoso. Molto meglio lasciarlo lì, come monito per le future generazioni. La realtà, in effetti, è ben diversa. Ben venga il ritorno di un’attività imprenditoriale che produce economia e favorisce aggregazione e turismo ma le scelte dovranno essere drastiche e oltremodo coraggiose. La selezione della clientela, ad esempio, non può essere un optional. Il Valentino o qualsiasi cosa nasca in quel posto, deve diventare un luogo in grado di attirare persone perbene, punto e basta. Indipendentemente dall’età e dall’estrazione sociale. I fetenti e gli incivili è bene tenerli a distanza. Se staranno lontano dai locali ischitani, staranno lontani anche da Ischia probabilmente e sarà un bene per tutti. La ricerca spasmodica del dio denaro ha portato ad esiti catastrofici, una lezione che molti imprenditori dovrebbero ormai aver imparato. Vale per i locali notturni, come per i ristoranti, per gli alberghi come per le spiagge. La tutela e la difesa di Ischia, bisognevole come mai negli ultimi decenni di cura e di carezze, dopo l’immane tragedia che l’ha colpita qualche mese orsono, è un obbligo cui nessuno può sottrarsi. Ecco perché, vigilare sul futuro del Valentino, significa vigilare sul futuro dell’isola intera. 

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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