LE OPINIONI

IL COMMENTO L’area flegrea, l’isola verde e il patrimonio blu

Di recente, ho avuto modo di dire pubblicamente ed anche personalmente al Sindaco Enzo Ferrandino che il progetto Ejarque, di cui sono stato tra i primi e più convinti sostenitori , rischia di afflosciarsi, rimanendo impantanato nel Portale, che è solo uno strumento per realizzare il progetto e – a mio avviso – nemmeno quello più importante. Il Sindaco ha ragione quando lamenta apatia e scarsa partecipazione degli imprenditori ischitani alla costruzione della DMO. Paradossalmente il progetto sembra convincere più alcune realtà imprenditoriali di altri Comuni isolani che non quelli nel territorio del Comune d’Ischia. Tuttavia non possiamo aspettare che maturi la mentalità di una classe imprenditoriale che continua a privilegiare l’io rispetto al noi. Ognuno s’illude di cavarsela da solo e fa come il pescatore che, da fermo, con la canna da pesca in mano, aspetta che i pesci (turistici) abbocchino. Ma sono finiti i tempi in cui, per pescare, bastava il pane e formaggio o il verme-esca. Quello che mi aspetto dal progetto Ejarque, è una visione di fondo. Cosa facciamo? Contiamo di andare a rimorchio del boom turistico della città di Napoli? Contiamo di imitare la costiera sorrentino-amalfitana per un turismo più qualitativo (a proposito, lamentano una diminuzione del 20% nelle prenotazioni, a causa dei prezzi alti, ma sono contenti così) fatto soprattutto di turismo anglo-americano? Vogliamo prendere spunto da Procida Capitale e puntare sui grandi eventi? O vogliamo allinearci a Capri, per la quale conta la grande coesione della classe imprenditoriale e una comunicazione edulcorata che sistematicamente maschera i reali problemi dell’isola?

Da qui si dovrebbe partire. Va bene lo slogan “ Benessere Mediterraneo” per sottolineare che siamo l’unica isola del Mediterraneo in grado di erogare benessere a 360 gradi, partendo dalle acque termali. Ma non basta. Dirò, a mio avviso, perché tutte le opzioni sopra ipotizzate sono insoddisfacenti. In questo momento, l’invasione turistica di Napoli non può giovarci. Napoli rischia di diventare la capitale del mordi e fuggi, del caos, della folla che fa la fila davanti alle pizzetterie con la stessa pazienza con cui fa la coda per il Cristo Velato. La città rischia di perdere ogni controllo dell’ordine pubblico, della pulizia, di smarrire ogni autentica e approfondita scoperta dei tesori monumentali, delle Chiese, delle opere d’arte, della storia. Napoli sconta il grave problema della “gentrificazione”, il fenomeno per cui una speculazione immobiliare per B&B e affitti brevi, rende impossibile le locazioni per i numerosi studenti universitari che si riversano dal territorio della provincia, della regione e delle regioni confinanti. E come brillantemente è stato scritto su Il Mattino dal giornalista lucano Antonio Menna, gli studenti universitari sono un’importante e dinamica componente per ravvivare idee e stili di vista cittadina. E la gentifricazione sta toccando già anche la nostra isola, sia pure con aspetti diversi rispetto a Napoli. Ischia respinge, cioè, le giovani coppie fuori dai centri storici ( come il borgo di Ischia Ponte), se non addirittura fuori dall’isola. C’è un solo aspetto che, da questo fenomeno caotico della città partenopea può tornare utile a Ischia: il fatto che l’overtourism, con gli eccessi di B&B, case vacanza, rosticcerie e pizzerie, tiene impegnati tantissimi napoletani in città, in qualunque periodo dell’anno, frenando il pendolarismo estivo dei napoletani verso la nostra isola, cosa non negativa. La costiera sorrentino-amalfitana ha una consolidata tradizione di turismo anglo-americano che è difficile da imitare. Sono flussi di generazioni che si passano il testimone di visitatori di quei luoghi, cosa che non siamo riusciti noi a perpetuare con i tedeschi, con i quali abbiamo avuto una cesura generazionale, anche se i tedeschi rappresentano ancora un flusso importante per noi. Imitare Procida Capitale? Cioè puntare sui grandi eventi per calamitare nuovi flussi? Forio cerca di farlo, altri tentativi li stiamo facendo, soprattutto nel settore sportivo, per esempio, con Flegra. Ma se, al pari di Procida, non facciamo corrispondere a questi eventi, una strutturazione e infrastrutturazione che consolidi nel tempo il turismo degli eventi, avremo sussulti tra periodi di “ pieno” e periodi di “ vuoto”, pericolosi per un’occupazione stabile e per la qualità dei servizi che saremo in grado di offrire.

Quanto all’esempio di Capri, è difficile cambiare a breve la mentalità individualista degli imprenditori ischitani e farli diventare coesi come quelli capresi. Allora, qual è la strada da prendere? Lo possiamo capire soffermandoci su quello che si sta svolgendo in questi giorni: i nostri maggiori rappresentanti turistici, da Luca D’Ambra, Presidente di Federalberghi Ischia a Ermando Mennella, Vicepresidente regionale di Federalberghi Campania, hanno partecipato all’ITB di Berlino (Borsa del Turismo). Lì hanno potuto constatare l’efficacia che ha avuto il messaggio dei Campi Flegrei, area nella quale 50 soggetti d’impresa si sono aggregati per una nuova Destination Management, proprio come tenta di fare il Comune d’Ischia. A Bacoli, nel Castello Aragonese, si è svolto un evento promosso dal Comando Generale del corpo delle Capitanerie e Guardia Costiera, in collaborazione con il Parco Archeologico Sommerso di Baia. In questa occasione sono stati presentati due magnifici libri sul patrimonio Blu ( Il Mare): “ Sommersi nel blu” e “ Incontro nel blu”. E’ stata evidenziata tutta l’importanza che hanno le Aree Protette Marine per lo sviluppo di un turismo sostenibile ( mentre noi sottovalutiamo l’Area Marina, avvertita più come intralcio che opportunità, nonostante un ottimo Direttore come Antonino Miccio). Il bello è che il dibattito della manifestazione, che vedeva impegnati i Sindaci di Pozzuoli,Quarto e Bacoli, era coordinato dal nostro concittadino giornalista Pasquale Raicaldo.

Ancora, nei giorni 23 e 24 marzo, per le giornate di primavera del FAI ( Fondo Ambiente Italiano) è stata organizzata una visita a Villa Ferretti ( Bacoli) che fu sottratta alla camorra e che affaccia proprio sulla stupenda baia del Parco Sommerso di Baia. Da qui la lezione e l’indicazione di quale possa e debba essere la direzione del nostro futuro: aggancio all’Area Flegrea, dal punto di vista archeologico e geologico ( compreso l’eccezionalità dei fenomeni vulcanici e tettonici); dal punto di vista dell’archeologia sommersa ( il Parco di Aenaria è sottostimato rispetto alla sua potenzialità e dovrebbe essere unificato con quello prestigioso di Baia); dal punto di vista mitologico, storico e perfino religioso (tuttora un solo Vescovo, Carlo Villano, è a capo delle Diocesi di Pozzuoli e Ischia). Può apparire strano che auspichiamo un aggancio di Ischia alla realtà flegrea, proprio nel periodo di grande allerta per il susseguirsi di scosse che fanno temere il peggio, ma la fragilità e la particolarità geologica è una delle componenti che fanno del comprensorio flegreo e dell’isola d’Ischia un unicum naturale. L’antica Puteoli rappresenta, secondo la scrittrice Angela Giustino nel suo libro “Polifonia del Mediterraneo” “il grande porto dell’Impero Romano. E’ il simbolo di un cosmopolitismo che non disorienta ma apre nuovi orizzonti e favorisce la modernizzazione”. E il piccolo Porto di Aenaria, di cui il mare nasconde l’ antica banchina portuale in cassaforma e alcuni tratti in massicciata, era un ottimo approdo, per traffici commerciali nel sistema di collegamenti nell’ambito del Golfo e del mediterraneo, di cui Puteoli era il nucleo centrale. Ischia deve riscoprire il Patrimonio Blu (Il mare) e deve coniugare mare e monte Epomeo, recuperando la bellezza e le peculiarità dell’isola originaria di “ pescatori e contadini”, per diventare “L:’ISOLA VERDE E BLU” e deve restare agganciata all’area flegrea.

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex