LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola tra riflessioni e iniziative necessarie

di Mimmo Barra

“Sì, io mi fermo qui”, come recita quella famosa canzone. Almeno per il momento sospendo la mia collaborazione, cari amici lettori, questo è il mio ultimo editoriale ma sarò sempre disponibile per interviste o per discutere, come ho sempre fatto, su problematiche che mi si vorranno proporre. Ringrazio con stima e amicizia l’Editore de Il Golfo, il Direttore e tutti quelli che mi hanno supportato e incitato a esprimere liberamente il pensiero sulle “debolezze” e sulle potenzialità di questa straordinaria Isola. Mi fermo qui, dicevo, dopo aver sviscerato una serie di questioni, relative ipotesi e soluzioni, esaminando tema su tema, cercando di arrivare alla radice delle criticità che, a quanto pare, interessano soltanto pochi e da cui comunque non è scaturito alcun dibattito pubblico del quale, detto sinceramente, si sente la mancanza. Facendo una rapida lista degli argomenti, ho parlato della possibilità di rendere all’isola un servizio migliore riguardo al trasporto pubblico da piazza, i taxi, essendomi confrontato con Raffaele Serpico, Segretario Provinciale Unimpresa/Mobilità, e Pasquale Ottaviano, Presidente Sitan/Atn. Con loro mi sono intrattenuto entrando nel merito della questione, valutando con piacere che su quasi tutti i ragionamenti ci siamo trovati d’accordo e verificando che in molti tra gli operatori sarebbero disponibili all’abbattimento dei confini amministrativi. Di un nuovo servizio taxi l’isola ha bisogno, soprattutto per alzare l’asticella, per renderlo moderno e al passo con i tempi. Ho suggerito, inoltre, in un altro contributo l’occasione di realizzare, mediante l’accesso ai Fondi del PNRR, una funivia che Ischia già possedeva nei suoi anni d’oro. Cioè una struttura capace di collegare i Comuni e il Monte Epomeo dando così lustro all’intero territorio sia in termini turistici e in particolare per il decongestionamento della viabilità. Ho illustrato anche un’idea sul tema “Legionella”, di primaria importanza per le strutture ricettive e non solo, approfondendolo con specialisti del settore. Nello specifico mi sono confrontato con il dott. Gianfranco Amato rappresentante della società “Metabio”, che si occupa di ricercare soluzioni che rispondono a pieno alle esigenze di eco sostenibilità, tutela dell’ambiente e ottenimento di obiettivi relativi senza dover investire ingenti capitali, cosa oggi purtroppo non sempre scontata e possibile. Ho scoperto – e mi avrebbe fatto piacere che tale rivelazione diventasse a uso comune d’imprenditori e addetti al settore – che c’è un modo che permette di eliminare in maniera definitiva le complicazioni batteriche delle nostre acque rappresentata dall’acido ipocloroso, HOCL. Una molecola metastabile che agisce e sparisce: una soluzione ecologica e biodegradabile ottenibile attraverso un processo elettrolitico utilizzando acqua, sale ed energia elettrica. Secondo le rivelazioni del dott. Amato, ad esempio, «l’acido ipocloroso è il più potente battericida esistente con la caratteristica di essere ecologico, biodegradabile con tempi di contatto talmente veloci che nessun agente patogeno può organizzarsi per rendersi immune a essa, poiché la molecola “agisce e svanisce”». Sarebbe stata un’efficace possibilità per gli imprenditori, da prendere in considerazione poiché ci sarebbe la definitiva eliminazione del rischio Legionella e di quelli legati al pericolo di manipolare prodotti chimici pericolosi, poiché l’acido ipocloroso è completamente privo di pittogrammi di pericolosità.

Di non secondaria influenza, il vantaggio economico: sarebbe stato enorme dovuto al basso costo del prodotto generato in situ: si va da 0,018 € a un massimo di 0,025 € litro. Se poi pensiamo che un litro di soluzione sia mediamente sufficiente per trattare 1000 litri d’acqua fredda, il beneficio economico si sarebbe svelato da sé. Nessuna discussione, poi, è comparsa sui temi della ricostruzione. Anche in questo caso non mi è sembrato strano evocare poteri speciali per il Commissario Legnini allo scopo di procedere con maggiore speditezza verso una risoluzione effettiva delle complicazioni e, pure in questo caso, approfittare delle somme messe a disposizione dal PNRR in forma unitaria, con i sei Sindaci quali “sub-Commissari”. Al silenzio dell’opinione pubblica come a quello della politica, vanno aggiunti anche altri argomenti. In primis, sulla questione riguardo ai rifiuti e una raccolta unitaria degli stessi. Sull’isola, ci sarebbe la possibilità di adottare tecnologie di ultima generazione che permettono di non avere emissioni in atmosfera, senza camino con lavorazione a freddo. Ho accennato a impianti in grado di produrre gas ed energia elettrica, propellenti da impiegare a costo zero per il trasporto pubblico e per quelli da piazza (taxi), rilevando che si sarebbero potuti abbattere i costi per lo smaltimento con benefici immediati e una bolletta più leggera per tutti. Approfitto per ringraziare nuovamente il Presidente dell’Anta (Associazione Nazionale per la Tutela dell’ambiente), il prof. Ennio Maccari con cui ho avuto una discussione proficua, specie su quali impianti farebbero al caso della nostra Comunità. Il prof. Maccari, che sarebbe stato disponibile per un Convegno cui far partecipare i migliori esperti del settore alla presenza delle Istituzioni, sottolineò inoltre che grazie alle nuove Direttive Europee (che ne permettono la separazione anche ‘a valle’) si possono utilizzare le nuove eco tecnologie, in sicurezza, oltre che prive di emissioni che permettono una più comoda ed efficace ‘Raccolta Bi-Differenziata’ (secco-umido) tanto da far arrivare fino al 90% il recupero del materiale riciclabile. Nell’isola d’Ischia, insomma, si potrebbe costruire un impianto unico per l’umido e un altro per il secco, essere allocati insieme oppure separati, in una superficie complessiva di due ettari per una risoluzione da 100.000 a 300.000 abitanti. Il secco si valorizza e si ricicla, mentre l’utilizzo della parte organica (umido) sarebbe usato per la produzione di biogas o elettricità; l’umido “esaurito” andrebbe adoperato per la produzione di Compost per l’agricoltura. Per la fabbricazione degli impianti ci vorrebbero circa 12 mesi con l’assunzione di 25/30 addetti per ognuno. I costi sarebbero davvero irrisori se pensiamo che per il secco servirebbero poco più di 3 milioni di euro e per l’umido circa 7: con 10 milioni avremmo sciolto un problema sociale e raggiunto un vantaggio economico per i cittadini. In secundis, nessun segno di vita su un altro problema: i trasporti marittimi.

Considerando che, all’inizio del terzo millennio, sono in tanti ad aspettarsi un rinnovamento della flotta, ho suggerito che ci si potrebbe avvalere dei finanziamenti indirizzati al trasporto green che ci impone la Comunità europea, con traghetti e aliscafi dotati di motori ausiliari elettrici con la possibilità, in prossimità dei porti di movimentare i mezzi in elettrico e sostare alimentati da energia pulita evitando di assistere a emanazioni nocive e respirare aria devastante in uscita dai fumaioli. Infine, altra faccenda, madre di tutte le battaglie alla quale, in verità, voglio dedicarmi insieme al Sindaco del Comune di Forio che è capofila e al Delegato, l’avvocato Enzo Di Maio, che una volta risolta potrebbe sciogliere i nodi critici precedenti che in questi mesi ho cercato di evidenziare, è il “Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia” che promuovo dal 2015. Il “Patto Strategico” porrebbe le Amministrazioni nella condizione di operare insieme e Ischia potrebbe trarre grandi vantaggi. Non solo perché getterebbe le basi di una cooperazione effettiva tra i Comuni isolani, ma proprio a questi consentirebbe l’accesso a Fondi Nazionali come il PNRR e Regionali ad esempio i Fondi POC, mediante una progettazione univoca delle infrastrutture (scuole, sanità, traffico per dirne alcune) e, per questo, avrebbe attirato una somma enorme pari ad almeno 100/150 milioni di euro di finanziamenti pubblici.

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Bisogna rilevare però che non c’è stata alcuna reazione o segnale, né dalla politica né da chi “mastica le realtà amministrative tutti i giorni” su questi temi. Tranne qualche apprezzamento di stima per aver detto che, sì, è vero, ci sono i problemi ma esistono anche le soluzioni, mi sono reso conto che sull’isola d’Ischia non c’è un dibattito pubblico che abbia assunto come Stella Polare la vera volontà di opporsi a ciò che non funziona o potrebbe essere migliorato. Mi sono accorto, in definitiva, che siamo in piena guerra fredda mentre a prevalere, purtroppo, sono le visioni parziali e frammentate. Una situazione che andrebbe modificata, augurandomi per l’isola intera di sbagliarmi alla quale continuerò a dedicarmi in ogni modo. Voglio dire grazie a voi, cari lettori, per il tempo che mi avete concesso.

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