LE OPINIONI

IL COMMENTO L’uomo, Ischia e la virtù

DI LUIGI DELLA MONICA

Ho voluto evocare una commedia di Luigi Pirandello, andata in scena per la prima volta il 2 maggio 1919 a Milano, teatro Olimpia, per segnalare le crudeli analogie con la isola dei nostri giorni. Il perbenismo del protagonista viene messo in forte contrasto comico con le licenziose peripezie del tentativo di intrattenere un rapporto amoroso, per così dire illecito, con una signora. Il mio immenso amico Professore e non semplicemente dottore Raffaele Mirelli è stato, in quanto filosofo e quindi amante della conoscenza profonda ed analitica, censurato di avere “la puzzetta sotto il naso degli intellettuali” per le sue presunte invettive contro il popolo, innocente ed ingenuo, incolpevole al cospetto dei pubblici amministratori, tutti incapaci e corrotti: Ipse dixit sui social. In sintesi, le criticità dell’isola non dipendono dal potere al popolo, tipico della democrazia, ma dallo strumento rappresentativo messo in mano ai politici, eletti e non. Il fatto che località come Sharm ElSheik siano popolate da circa 20 anni, per un nastro temporale di dodici mesi all’anno, che offrano a gennaio, come negli altri mesi, 6 notti tutto incluso, cibi, bevande anche alcoliche e volo di andata e ritorno da Napoli Capodichino – totale tempi di viaggio circa 5 ore fra check-in ed operazioni di imbarco e sbarco –, dipenderebbe dai cattivi amministratori isolani.

La impossibilità di coordinamento degli Enti locali è originata dai nostri rappresentanti, allorquando essi vengono bloccati, criticati, ostracizzati ed “avvertiti” che quella iniziativa “non s’ha da fare” e chi ci legge don Rodrigo in quest’ultima frase faccia pure. Il mio pensiero non intende beatificare i Sindaci ed i loro collaboratori per piaggeria di facciata o per encomi di convenienza, ma pretende di ricordare ai lettori che la democrazia è partecipazione! Non è intellettualmente onesto dolersi a cose fatte, dapprima che le frittate si facciano e non è costruttivo per il bene collettivo denigrare semplicemente con chiacchere i nostri referenti istituzionali. Soltanto la tragedia dell’alluvione di Casamicciola del 26 novembre 2022 ci ha visti uniti nel rimboccarci le maniche, nello sporcarci gli abiti ed i volti per aiutare i nostri conterranei in difficoltà, ma immediatamente l’euforia del tutto esaurito dell’estate 2022 cancellata dal lutto per le vittime ha fatto a cazzotti anche con le contrazioni di presenze dello scorso 2023. La colpa naturalmente è dei politici, nel comune sentire, e guai ai professoroni come Raffaele Mirelli nel segnalare con ragionamenti filosofici che esistono coscienze civili frammentate, crepuscoli di microsistemi isolani e non una sola isola, perché questi pensieri sono astratti e determinati dalla puzza sotto il naso. Nessuno ardisce fra i rappresentati, qui il richiamo ad Ischia nella visione della farsa di Pirandello, genio del pari di Eduardo De Filippo, di definirsi “bestiale” verso il territorio, come altri hanno asserito “predatorio” del microcosmo isolano. Se vogliamo fare l’esempio della pulizia e trasparenza delle acque balneabili nessuno degli interessati, posto che purezza del mare è sinonimo di economia di elevatissimo profitto, si occupa di studiare o di commissionare ad esperti progetti di fattibilità per la realizzazione di condotte fognarie nuove, manutenendo quelle preesistenti ed implementando investimenti di ampliamento delle stesse; campionare tutti gli ormeggi e le aree di attracco in sicurezza sottovento. La colpa di qualche liquame o scarico di natanti da diporto è da ascrivere esclusivamente alla natura, la quale è matrigna e sciagurata nel non inviare sempre e sistematicamente il vento giusto, per spazzare via l’inquinamento.

I turisti, prima di venire ad Ischia devono tassativamente sapere che per bagnarsi in una laguna blu da Punta Caruso a Punta Imperatore deve soffiare vento favorevole a trascinare a largo i corpi estranei; ad Ischia Ponte, come ai Maronti, purtroppo si dovrà aspettare il giorno dopo, ma migliore sorte è riservata alla Mandra ed alla spiaggia del Lido per chi è esperto della rosa dei venti. Nel frattempo si lavora come le batterie di polli cinesi in ristoranti, ristorantini, taverne e trattorie, perché ad Ischia, si mangia, si prega (fin qui tutti sono liberi e non contesto) e si ama: tutto il resto che può condurre alla piena occupazione dei 67mila abitanti isolani, allineata su dodici mesi all’anno è affare dei politici stabilirlo e prevederlo, poco importa che appena si ardisce a presentare un’idea, subito si afferma nel comune sentire: “non s’ha da fare, perché non si è mai fatto prima”. Questa mentalità, che giova soltanto al clientelismo becero, ha trasformato Ischia in una bestia, in una entità acefala da stuprare per il dio denaro, favorendo l’emigrazione giovanile. Va detto che, fra il popolo buono ed ingenuo, talvolta emergono voci striscianti ed assordanti, le quali esortano i nostri ragazzi ad andare via, perché “ad Ischia non ci sta niente, l’isola non offre niente”. Spesso le famiglie più in vista, ma questo è un fenomeno tutto sudista, dal Garigliano a Sciacca, si curano di inviare i loro figli alle stesse università di Chiara Ferragni, tanto chi se ne frega degli altri ragazzi, si arrangiassero con la NASPI e con la chiamata stagionale che arriva solo se si vota “bene”. Da quanto detto credo di aver dimostrato che la colpa non è dei nostri politici, i quali dovrebbero essere, a mio sommesso avviso, più audaci nel coordinarsi per le grandi opere di interesse globale isolano, ma ahinoi la colpa risiede nell’elettore disattento nell’urna ad apporre la preferenza non per amore di democrazia e crescita della comunità, ma per il culto pagano della bestialità che lo ispira a non curarsi del territorio se non per sfruttarlo 90 giorni all’anno per oziare, purtroppo non in lettere perché si aborra la filosofia di Raffaele Mirelli, nei restanti 9 mesi. Gentili ischitani, è in atto una rivoluzione epocale e fare finta di non vedere e trovare il capro espiatorio nei nostri politici non giova; è indispensabile dare l’esempio nel nostro orticello per cambiare mentalità e proiettare Ischia sulle stelle delle mete turistiche mondiali, come merita.

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