LE OPINIONI

IL COMMENTO Nudi alla… Meta

Trovo strano che su Facebook ancora non ci siano state adeguate reazioni all’annunciato mutamento funzionale e programmatico, che non ci si soffermi abbastanza sulla mutazione del più diffuso social, creatura di Mark Zuckenberg, che non si chiamerà più Facebook ma Meta. Per la verità, la notizia (per quel che riguarda Ischia) fu subito rilanciata sul social da Benedetto Valentino, ma senza che si passasse ad una fase valutativa di un simile stravolgimento nelle abitudini dei frequentatori dei social. Credo che, nonostante la sua giovane età (37 anni), Mark Zuckenberg sia noto agli italiani e agli ischitani quasi quanto Maradona. In fatto di…reti, restano i maggiori campioni mondiali per giovani, adulti ed anziani. Il nuovo nome scelto per il social e cioè “Meta” viene dal greco e significa “oltre”. E il nome è tutto un programma, sta a significare la volontà di trasportarci in un altro mondo, un universo virtuale che non è più, come il FB attuale, lo specchio fedele delle nostre virtù e dei nostri difetti, che vengono esasperati dalla vastità dell’audience, molto più ampia di quella che ci offre la vita reale, per cui dilatiamo parallelamente i nostri sentimenti e i nostri pensieri e – a briglie sciolte – non poniamo limiti ai nostri amori, ai nostri odi, alle nostre paranoie, ai nostri incubi e ai nostri desideri. No, il social di Zuckenberg non sarà più questo contenitore simile ad una cassa di risonanza dalla quale vengono amplificati i rumori della nostra anima. Ce lo ha spiegato, in questi giorni, molto bene il giornalista e saggista Federico Rampini, di recente passato da Repubblica a Il Corriere della Sera. Cosa sarà, dunque, Meta? Sarà un luogo virtuale, dove giocare, comprare beni virtuali, fare e collezionare arti virtuali, vertici e riunioni virtuali. Assomiglierà molto ad un gioco molto in voga tra i giovani, il Fantacalcio, in cui si svolge una campagna acquisti virtuale di calciatori, solo che la campagna acquisti riguarderà un campionario di beni materiali ed immateriali molto più vasta.

Marc Zuckerberg
Marc Zuckerberg

Zuckenberg lo fa per sottrarre il social alla marea di critiche piovutegli addosso negli ultimi tempi? Per uno scarso controllo dei contenuti più violenti e delle fake news? Per le accertate gravi conseguenze sull’equilibrio psico-fisico degli utenti più deboli ed esposti ad un uso compulsivo dei social, all’alienazione, alla perdita di sonno, alla guida disattenta di veicoli, alla perdita di relazione con coniugi e figli? Sia quel che sia, ci sarà la grande svolta. Sappiate che, per questa trasformazione, Zuckenberg ha messo al lavoro diecimila ingegneri e sta investendo dieci miliardi di dollari (avete capito bene: dieci miliardi!). Assisteremo alla più grande distopia mai registrata. Il giornalista Federico Rampini, che ha esperienze di corrispondente da vari continenti del mondo e, in questi ultimi tempi, ha conoscenza profonda della realtà statunitense, riferisce che, per esempio, il commercio di ogni genere avverrà attraverso la misura, l’adattamento di modelli “avatar” (duplicati virtuali) sia per l’acquisto di abbigliamento, calzature e di tutto ciò che riguarda la persona, ma anche per una casa, un ufficio, di modo che ci vestiremo o arrederemo la nostra casa o ufficio facendo le prove su duplicati virtuali. Sarà stravolta l’istruzione, la cultura, saranno stravolti gli spettacoli. Viaggeremo virtualmente, sicché anche il turismo si trasformerà. Nasceranno nuove opportunità o nuove insidie? Molto probabilmente le une e le altre. Era già successo con l’avvento della rete e dei social. E dovremo stare molto attenti e, soprattutto, sarà il caso che la politica prenda consapevolezza che è impossibile continuare a guardare la realtà con gli occhiali appannati del secolo scorso. La politica deve capire e anticipare il futuro. E poi i giovani, che gradualmente stanno lasciando libero il campo di FB, sempre più occupato da adulti e anziani, e dirottano la loro attenzione su Tik Tok e Snapchat, ancor più alienanti e condizionanti.

Cosa faranno i giovani rispetto a questa rivoluzione di Meta? A questo punto diventano risibili le considerazioni di quanti reclamano spazi di libertà (no vax, no green pass) che certamente in questo periodo vengono compressi ma che, rispetto a questi scenari apocalittici e globali, appaiono poco più che una subordinata. Vogliamo davvero difendere la nostra libertà individuale? Bene, incominciamo col dire che, prima ancora della libertà di azione (dispiace, eccome, anche a me rinunciare a viaggiare per il mondo) dobbiamo difendere la nostra libertà di pensiero e di opinione. E intanto c’è chi si illude di propagandare, proprio sui social, il proprio desiderio di libertà e non si accorge che sta affidando le pecore al lupo, che sta parlando dalla tribuna sbagliata (sotto la quale c’è un campo minato proprio contro la libertà individuale e collettiva). Fa sorridere anche la battaglia della destra in Parlamento per la limitazione dell’uso dei trojan (cavalli di Troia) di Stato nelle intercettazioni telefoniche disposte dalla Magistratura, come se in ogni apparecchio informatico oggi non si nascondesse sempre l’insidia di cookie o di altri espedienti per spiare. Il gioco mondiale è molto più grande di quel che crediamo. Fior di professori, filosofi, economisti disputano della finanza e delle lobby mondiali e non s’accorgono che il vero regolatore, il vero “dio” moderno è la Tecnologia, anzi la Tecnica che costituisce il software rispetto alla tecnologia che costituisce invece l’hardware. Ai giovani spetterà decidere se “lasciarsi governare” da questi mezzi o “governare” questi mezzi, per non arrivare nudi alla…Meta.

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