LE OPINIONI

IL COMMENTO Quello che lascia il 2020

Deve essere l’anno per far riflettere. Prima della pandemia l’isola era avviata ad un tracollo per un prodotto turistico obsoleto che negli ultimi 30 anni non si era riuscito a rinnovare nelle forme necessarie per soddisfare le nuove esigenze emerse con il cambio di mentalità e modo di fare turismo verificatosi nella società occidentale. Le cause analizzate specialmente sulla stampa locale non sono state recepite né dagli amministratori né dagli operatori economici. La pandemia ha ulteriormente messo in evidenza quanto siamo deboli come società. Quale è la realtà in cui siamo immersi la elenchiamo; per ciò che dovremo essere ne riparleremo.

Mi soffermo sul Comune di Ischia. L’amministrazione comunale per la parte dell’ordinaria amministrazione raggiunge una striminzita sufficienza. Il territorio è abbastanza pulito e alcuni servizi vengono assicurati alla men peggio. Alcune opere sono state realizzate ma non al top dello standard necessario ad un paese turistico. Le priorità sono sconosciute. I macigni: corpo vigili urbani rimasto al concetto di conduzione degli anni 70 del secolo scorso, depurazione e fogne che si avviano a castigare le future generazioni per gli eccessivi costi di gestione del depuratore avendo non scelto il sistema delle condotte a mare (si parla di un costo di 1200 euro/anno a famiglia di quattro persone, immaginate per un albergo), il collaudo del polifunzionale che costringe mille studenti a studiare in uno stabile non collaudato, rifiuto di sviluppare una economia circolare per il riciclo spazzatura, pinete abbandonate con una flora distrutta (non saranno duemila piante collocatesenza scelte pianificate scientificamente a salvarle), un patrimonio comunale abbandonato a se stesso senza prospettive di utilizzo per il bene del paese, mancanza di vivibilità nel paese con un caos tra traffico, rumori ed inquinamento, baraccopoli e stabilimenti a mare fatiscenti e non più all’altezza delle nuove esigente sulle spiagge, una mentalità clientelare che guida concetti di retroguardia culturale spaventosi e che non permette al paese di riemergere dopo oltre 50 anni nei quali siamo stati in grado di creare successo per l’intera popolazione, senza parlare di una situazione finanziaria depauperata per clientelismo verso categorie amiche. Mi fermo per non comunicarvi che il paese va rifatto in quasi tutti gli aspetti. Come? Ne riparliamo.

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