LE OPINIONI

IL COMMENTO Signori, siamo rimasti indietro

L’amara considerazione dell’arretratezza culturale e “di vita da vivere” del nostro paese la tocchi con mano in maniera inequivocabile quando ti affacci a dare uno sguardo sul mondo. Il cambiamento climatico ed ora la pandemia hanno cambiato in maniera drastica la visione del mondo che verrà, mutandolo in maniera radicale e probabilmente inattesa. Ad Ischia, complice la visione purtroppo miope dei nostri amministratori e di noi tutti, stiamo navigando verso l’emarginazione e la distruzione del nostro futuro. Siamo inermi, quasi rassegnati. Pensateci, non c’è nessuno che si chieda cosa andrebbe fatto per incanalare l’isola e gli isolani nel mondo che verrà. Mobilità, traffico, sicurezza stradale, difesa del territorio, vivibilità si pensa ancora di risolverli con schemi seguiti da società più organizzate della nostra. Ed è proprio qui che commettiamo un errore imperdonabile. No, signori miei, tutto quello che vediamo e viviamo in questo periodo rappresenta ormai il passato. Anche la stessa smart city è da ritenersi ormai superata.

Bisogna pensare al luogo come aggregazione sociale e per farlo serve la creazione di spazi multifunzionali in ambiti ristretti. Devi avere a portata di mano tutto quello che ti serve in dieci minuti e possibilmente fare quello che ti occorre semplicemente muovendoti con una bicicletta elettrica se non addirittura a piedi. A proposito, giova appena ricordare che a Ischia è iniziata una battaglia a oltranza proprio sulle bici elettriche, ma questo è un altro discorso. I residenti non devono ingombrare l’isola di auto mentre per i turisti bisogna organizzare luoghi dove la socialità rappresenti l’essenza. Questa socialità va vissuta in un ambiente eccezionale e bello. Faccio un esempio. Il commercio è cambiato ma molti negozi sono sfitti. Questi immobili vanno utilizzati come spazi di aggregazione e di lavoro a distanza per evitare di chiudere in casa i lavoratori ma nello stesso tempo questi luoghi devono essere nelle varie ore del giorno una infinità di altre cose. Baretti, ascolto musica dal vivo, emeroteche, gallerie d’arte, sale di lettura e di incontri culturali.

In una isola dove ogni giorno constatiamo che esiste ancora l’uomo solo al comando che crede di sapere come si conduce un paese, non vi sono molte chance di garantirsi un futuro adeguato. Pensate ad una isola pulita, verde, organizzata con una mobilità ad persona, con una logistica intelligente dove un turista che arriva possa dover dire: sono arrivato in paradiso. Utopia? No futuro.

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