LE OPINIONI

IL COMMENTO Un’orsa e l’autovelox

DI LUIGI DELLA MONICA

Ci avete pensato cosa hanno in comune queste due sostantivi? Nulla. Per questo caro opinionista astratto e fuori dal Mondo cosa ci stai significando? Eppure le omologie ci sono, eccome! La nostra isola si presenta ai turisti nella prima primavera libera dall’emergenza “COVID19” come una chimera di bellezza, ma per essere vissuta e goduta pone le seguenti condizioni sospensive. Un calvario di circa 4 ore, dopo aver attraversato l’intero stivale italiano, oppure provenendo dall’estremo Sud di Reggio Calabria, per capire dove e come imbarcare l’auto. Scoprire che una prevendita pagata per intero di una compagnia non ti dà diritto all’imbarco immediato, ma ad una fila estenuante per verificare la disponibilità della singola nave, altrimenti si viene rimbalzati sulla corsa successiva; ciò accade anche per i malcapitati residenti, colpevoli come nel caso di una coppia di miei cari amici, lo scorso giovedì santo 6 aprile, di aver accompagnato in giornata a Roma, ospedale Gemelli, un malato oncologico a visita medica di controllo.

Qualcuno potrebbe eccepire che l’auto non è un bene di prima necessità, ma dovrebbe spiegarlo nel Paese della ex Fiat, dove si è propinato per decenni ai cittadini l’amore viscerale per l’auto e non per la moglie, l’indipendenza mobile, il caos dei bollini rossi sulle autostrade che improvvisamente ti crollano sotto i piedi e ci rimetti la vita; alle compagnie di navigazione che devono incrementare gli incassi, dopo i mesi invernali “donati” ai residenti, “responsabili” di viaggiare a tariffe agevolate e ridotte; dovrebbe spiegarlo ai sei comuni isolani, che non vedono l’ora di stangare gli sbadati non conoscitori del territorio, che alla prima disattenzione pagano sanzioni amministrative salatissime per infrazioni al codice della strada, dato che siamo l’isola più repressiva del Mediterraneo, in fatto di autovelox. Ribadisco che chi scrive è favorevole alla presenza dei dissuasori di velocità o di viabilità (le c.d. ztl), ma registro una sorta di omessa collaborazione della popolazione stanziale.

Mi spiego meglio. Abito nel cuore di Ischia Ponte ed all’ingresso di casa mia vi è la palina elettronica “Ztl attiva” – stop motori dalle ore x alle ore y. Ho osservato con sommo stupore e rammarico che proprio i residenti del borgo borbottavano all’indirizzo delle vigilesse che ammonivano il totale sgombero da veicoli in sosta ed in circolazione negli orari previsti. Con ogni evidenza deve esserci un conto che non torna. Si auspica da parte di alcuni una rimozione degli autovelox, colpevoli di ritardare le loro faccende lavorative e familiari, anche se questa disposizione è posta a tutela della incolumità propria e dei propri congiunti, affinchè episodi di morti stradali non si verifichino mai più; da parte di altri, ci si ostina per fatti concludenti, con la filosofia della furbizia, che spesso si addossa ai napoletani della terraferma rei di macchiare l’immagine dell’isola, a trasgredire le norme di buon vivere civile.

Un commentatore seriale del Prof. Mirelli ne definiva inutili gli sproloqui atti solamente a diffondere parole vacue, giacchè la società isolana ormai è persa nel baratro della indigenza, per colpe presunte e non degli amministratori locali e di parte della imprenditoria. Tempo addietro, un Presidente della Repubblica, che ho già citato in un mio articolo, in un discorso di fine anno asserì: <Io a questo gioco al massacro, non ci sto”>. (Oscar Luigi Scalfaro). Ecco che appare il nesso con l’orsa trentina che ha sbranato un povero runner malcapitato. La Provincia Autonoma di Trento intende pervicacemente sopprimere l’animale, per ottemperare alla sua incapacità di prevedere un piano regolatore della fauna selvaggia podolica e pericolosa per l’uomo e gli animali domestici e dare in pasto alla folla affamata di Giustizia la colpevole. Allo stesso modo, i comuni isolani, per calmierare il fallimento della società civile nel percorso pedagogico di ammaestramento dei giovani all’amore per l’isola, per la natura, per il culto del benessere e della vita privilegiata su di un sito naturalistico unico al Mondo, hanno issato le paline degli autovelox, secondo il principio della durezza della legge: la legge ferrea protegge vite umane.

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Ischia è diventata una meta turistica fra le più monitorate d’Europa a livello di dispositivi di repressione del flusso veicolare, ma invece che essere popolata da auto elettriche o da ape calessini a velocità ridotta, nei limiti dei veicoli immatricolati fuori Regione e per i taxi modello “extralarge”, nonché per autocarri, autobus di gran turismo ed autovetture private, detiene un primato di tutto rispetto quanto a lentezza di tempi di percorrenza. Pertanto, mi chiedo, umilmente, a cosa giova tanta repressione se non a significare che la legalità impera sull’isola d’Ischia, ma non brilla la coerenza in termini di rivoluzione green, per la trazione elettrica e\o per veicoli peculiari della tradizione ischitana – i calessini ape per l’appunto. Oggi vedevo una famiglia del Nord con il suo bel autofurgone nove posti, ma mi domando a cosa servisse uno sbarco di tale ciclope a quattro ruote, se non a beneficio della compagnia di navigazione che lo ha imbarcato, al comune che ne ha ricevuto l’introito per la sosta a pagamento, ma certamente è inutile che un veicolo capace di viaggiare a velocità di crociera di 120kmh possa arrivare a Sant’Angelo, ad esempio, oppure viaggiare a 40km orari per tutta l’isola, per poi trovare posto, visto che se la batte in ingombro con gli altri mega taxi? Qualcuno potrebbe pensare che mi sono antipatici i taxi giganti? Non è così, ma adesso che Ischia Ponte non avrà il suo parcheggio multipiano non oso immaginare la prossima estate cosa ci si riserveranno le prospettive di cambiamento della viabilità.

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Una minima opera di manutenzione dei marciapiedi lungo la strada di via Antonio Sogliuzzo verso la parte finale verso Ischia Ponte ha mandato in tilt il flusso ordinario, tanto che l’autobus numero “7” ha avuto dei ritardi perché veniva bloccato da auto irregolarmente posizionate in sosta parallelamente al cantiere de “La Siena”: erano auto locali? Non saprei dirlo. Posso venir accusato di sproloquio anche io, come il Caro Prof. Mirelli, se ardisco di ricordare che forse i turisti non accorsi in folle oceaniche, come si anelava in parallelo al 2022, hanno dirottato i loro gusti, verso altre mete campane, che notoriamente sono state assaltate, Napoli città in prima fila, perché sono costantemente informati che la mancanza di sinergia, coordinamento fra gli operatori turistici può determinare disagi notevoli agli utenti? Si pensi ad esempio che coloro i quali lasciano la macchina a casa non sanno quali tariffe taxi siano uniformemente praticate; non sanno quanti e quali alberghi sono aperti; non conoscono il planing delle attività ricreative o teatrali sull’isola; il 25 aprile non sapevano quali e quanti comuni celebravano la Festa della Liberazione; non hanno conoscenza delle strutture balneari fruibili, ovvero di quelle termali. A fronte di ciò, al cospetto di due delusioni determinate dalla Pasqua e dal ponte della Liberazione, si pensa davvero che tutto sarà come prima? Odo spesso la giustifica dell’alluvione quale deterrente per i flussi turistici, ma non ha sfiorato il pensiero di qualcuno che si stia diffondendo un’idea, un’iconografia dell’isola come caotica, non per la massificazione di matrice napoletana, ma per la presa di coscienza che tutta l’offerta di servizi sia improvvisata e solo strutturata, come dice Raffaele Mirelli, al mangia, bevi e dormi e nulla di più.

Quindi ad Ischia, come in Trentino, se esiste un fenomeno negativo, si trova il responsabile, si espone al pubblico ludibrio ed il problema è risolto. Il runner è stato assassinato dall’orsa, i morti sulla strada ad Ischia sono conseguenza della mancanza di autovelox: si uccide l’orsa, si strappano i cuccioli alla madre, dagli all’orso, e si cuce la lettera scarlatta sul petto di chi avversa l’autovelox fruttifero di bene per la comunità. Intanto, si piangono amaramente i morti, ci si addolora per le alluvioni, ma non ci si domanda della ragione arcana del decremento di presenze, così bruscamente da un anno all’altro. Io purtroppo lo ho compreso e lo manifesto in maniera impopolare: l’orda positiva di turisti del 2022 non è più ritornata, perché ha compreso che sull’isola tutto è improvvisato, improntato al tirare a campare, senza un piano strutturale ed organico della cura del turista, del territorio terrestre e marittimo e della cultura. Vieni ad Ischia, vedi come è bella la natura, paga e stai zitto, se parli sei nemico e poi prendere il traghetto per andanterne: forse è arrivato il momento di smetterla con questi schemi arcaici.

* AVVOCATO

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