CRONACA

IL PUNTO Perdersi contemplando il mare

Chi di noi non si è mai perduto contemplando il mare? Scrutandone una fine che non ha fine, annusandone l’odore acre, frugandone doni, colori e misteri. Pensiamo solo a tutta la vita che c’è là sotto: un universo sterminato, instancabile e silenzioso. E sopra, milioni di onde. Che, a volte, nervose si increspano, si inseguono, ruggiscono. Ma è un tumulto che è solo in superficie, perché nel profondo della sua profondità il mare resta sempre calmo e silenzioso. In perenne meditazione. A lui affidiamo pensieri, gioie, patimenti, lacrime e sorrisi. Perché la verità è che il mare ha un fascino senza eguali, sembra che da lui tutto parta e tutto torni. Ci appartiene e noi gli apparteniamo. Ecco perché ne dobbiamo aver cura. Ed ecco perché qualche anno fa è stata giustamente istituita la Giornata nazionale del mare. Si celebra oggi, 11 aprile. Il fine è quello di valorizzare il mare come risorsa economica, culturale, scientifica e ovviamente ricreativa. Un modo per aiutarci a riflettere sull’importanza del rispetto e della conoscenza del mare. Che è una risorsa preziosa per tutti quanti, in particolare per chi come noi vive su un’ isola circondata su quattro lati dall’acqua di mare.

Sviluppare la cultura del mare è fondamentale. Soprattutto per i giovani, che sono i principali destinatari di quest’importante giornata. La Giornata, infatti, nasce con lo scopo di sensibilizzare le giovani e i giovani attraverso attività e momenti di confronto, al fine di sviluppare il concetto di cittadinanza del mare e rendere le studentesse e gli studenti cittadini attivi del mare, ovvero tutori della sua conservazione e della sua cultura.

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