CRONACAPRIMO PIANO

Il tribunale e le “distorsioni” post elezioni, parla Gianpaolo Buono

Il presidente dell’Associazione Forense fa articolate e acute riflessioni in una interessante intervista a Il Golfo: spazio non soltanto alla stabilizzazione del presidio giudiziario ma anche al modo in cui si è arrivati al voto (soprattutto) a Ischia mettendo in guardia sul fatto che scenari simili in futuro potrebbero creare problemi

Partiamo dalle più recenti iniziative varate, per ottenere quantomeno una proroga per la Sezione distaccata di Ischia.

«L’azione della Assoforense ischitana, anche negli ultimi tempi, è stata incessante, caratterizzata da contatti continui con autorevoli esponenti politici e istituzionali, a livello locale, ma anche parlamentare e governativo, per ottenere non la semplice proroga, ma la stabilizzazione del principale ufficio giudiziario. La novità dell’azione intrapresa, in piena sinergia con i Sindaci dell’isola d’Ischia, di Elba e delle Eolie, è costituita dalla modifica dell’articolo 119 della Costituzione, della quale ho già parlato in altre occasioni, che pone al centro del dibattito la specificità territoriale delle isole e che potrebbe costituire il “grimaldello” per cercare di arrivare all’obiettivo del mantenimento in vita della sede giudiziaria. Sarebbe un vero paradosso che mentre lo Stato proietta il proprio interesse in direzione della tutela di queste specificità territoriali, in controtendenza, agisca per la soppressione di servizi fondamentali ed ineludibili su territori che dichiara di voler preservare».

«La novità dell’azione intrapresa, in sinergia con i Sindaci dell’isola d’Ischia, di Elba e delle Eolie, è costituita dalla modifica dell’articolo 119 della Costituzione, che pone al centro la specificità territoriale delle isole e che potrebbe costituire il “grimaldello” per cercare di arrivare all’obiettivo del mantenimento in vita della sede giudiziaria»

Il clima politico continua a essere sfavorevole per i tentativi di ottenere la stabilizzazione?

«Il problema della stabilizzazione resta di difficilissima soluzione, nonostante le imminenti elezioni politiche e l’interesse dei partiti a sfruttare l’occasione in funzione elettorale. La vera anomalia è costituita dal fatto che altri poteri si sono sostituiti alla Politica nel decretare la soppressione degli uffici giudiziari sulle tre isole minori. Fatto gravissimo, che denota che la nostra è una Repubblica parlamentare solo sulla carta. Sempre più spesso, quando si tratta di intervenire su interessi determinati, la Politica si ritrae, rinunciando alle sue prerogative. L’auspicio – per adesso solo questo – è che il Parlamento ed i Referenti politici tradizionali comprendano che comunità popolose ed importanti come quelle dell’isola d’Ischia non possano essere deprivate di servizi essenziali come quello della giurisdizione, della sanità, della istruzione e dei trasporti. Quella che stiamo conducendo è una battaglia di civiltà a tutela delle comunità alle quali fieramente apparteniamo e, in particolare, delle fasce della popolazione più deboli ed esposte. Coltiverò la speranza fino all’ultimo giorno che la Politica finalmente comprenda che certe decisioni competono solo a sé stessa, non ad altri».

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«Sarebbe un vero paradosso che mentre lo Stato proietta il proprio interesse in direzione della tutela delle specificità territoriali, in controtendenza, agisca per la soppressione di servizi fondamentali su territori che dichiara di voler preservare»

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Quanto un Comune unico avrebbe reso Ischia più forte nel poter difendere il suo presidio giudiziario?

«Personalmente sono sempre stato favorevole all’istituzione del Comune unico e continuo ad essere convinto che certe battaglie potrebbero essere affrontate sicuramente in maniera più incisiva con un unico attore in campo. Tuttavia, devo riconoscere, per esperienza acquisita sul campo, che i Sindaci, con riferimento alla battaglia che stiamo conducendo da anni per il mantenimento della Sezione distaccata, hanno dimostrato sempre grande compattezza e coesione, senza mai palesare divisioni».

«L’anomalia è costituita dal fatto che altri poteri si sono sostituiti alla Politica nel decretare la soppressione degli uffici giudiziari sulle tre isole minori. La nostra è una Repubblica parlamentare solo sulla carta. Sempre più spesso, quando si tratta di intervenire su interessi determinati, la Politica si ritrae, rinunciando alle sue prerogative»

L’avvocato Cellammare è stato rieletto delegato al Congresso nazionale forense, raccogliendo molti voti in terraferma. Potrà essere d’aiuto per perorare le istanze locali?

«Si tratta sicuramente di un grande motivo di soddisfazione personale per Francesco Cellammare, perché premia l’impegno che per oltre quindici anni ha sempre profuso ad ogni livello, battendosi strenuamente per il raggiungimento degli obiettivi, dal mantenimento della sede giudiziaria alla soluzione di tante altre problematiche legate all’Avvocatura. Con un pizzico di presunzione dico che è anche una soddisfazione personale, come Presidente dell’Assoforense, di cui Francesco è stato ed è da tempo autorevole esponente. Il risultato del singolo è un premio alla serietà dell’azione intrapresa dall’intera categoria. Il compiacimento maggiore è che Francesco, che per me è stato sempre un fratello minore, sia stato supportato da buona parte dell’Avvocatura napoletana, con i suoi più autorevoli rappresentanti. Sicuramente la sua elezione potrà consentire di portare avanti con maggiore possibilità di successo le istanze che vengono dalle isole: la presenza di un delegato che ha conseguito un risultato tanto prestigioso non potrà che rafforzare l’istanza che stiamo portando avanti in rappresentanza di tutte le comunità isolane, a tutela non soltanto delle sedi giudiziarie, ma anche di altri servizi fondamentali come la sanità, l’istruzione, i trasporti».

«Con l’esperienza maturata in oltre trent’anni di attività professionale, il convincimento è che quella offerta dai temi referendari è un’occasione storica per ovviare alla inerzia del Parlamento. Sono consapevole che si raggiungeranno i quorum richiesti, ma sui temi della Giustizia, non penso di avere dubbi: voterò convintamente “Sì”»

L’anno scorso si è parlato di una modifica statutaria per l’Assoforense, anche in vista del successivo rinnovo delle cariche associative. Ci sono stati sviluppi?

«È stata designata una Commissione, che, dopo un lungo ed intenso lavoro, ha licenziato il testo del nuovo Statuto. Colgo l’occasione per ringraziare Lello Pesce e tutti gli altri Colleghi per l’ottimo lavoro svolto. La bocciatura della proroga della Sezione distaccata e la intensa attività che ne è seguita hanno impedito di mettere, per ora, in agenda la discussione e la approvazione in sede assembleare del nuovo statuto, ma anche del rinnovo delle cariche. Spero che quanto prima entrambi gli argomenti siano discussi. In questa fase siamo concentrati nel coagulare tutte le energie possibili per giocare la partita fondamentale della stabilizzazione degli uffici sulle isole».

Domenica (domani per chi legge, ndr) si svolgerà il referendum su diverse questioni relative alla giustizia: separazione delle carriere tra giudici e pm, misure cautelari, legge Severino, pagelle ai magistrati, elezione del Csm. Tanta carne al fuoco: qual è il suo orientamento in merito?

«Con l’esperienza maturata in oltre trent’anni di attività professionale, il convincimento è che quella offerta dai temi referendari è un’occasione storica per ovviare alla inerzia del Parlamento. Sono anche consapevole, però, che difficilmente si raggiungeranno i quorum richiesti, non potendosi pretendere che il cittadino comune possa avere familiarità con temi dal contenuto altamente tecnico. Sui temi della Giustizia, non penso di avere dubbi e, quindi, voterò convintamente “Sì”».

«C’è una crisi del sistema democratico che nel passato ha sempre garantito la presenza di schieramenti antagonisti. Credo che la concentrazione a Ischia in un solo schieramento di forze storicamente non assimilabili siano frutto della stanchezza di due anni di pandemia. Avverto, tuttavia, il pericolo che tale situazione possa creare distorsioni in un prossimo futuro se non dovessero intervenire fatti nuovi»

Elezioni a Ischia: si tratta sicuramente della consultazione più anomala nella storia del comune capofila, con il solo Savio a contrastare “l’armata” delle liste che supportano il sindaco Ferrandino. Secondo Lei come è stato possibile arrivare a questa insolita situazione?

«La risposta più ovvia è che siamo in presenza di una crisi del sistema democratico che nel passato ha sempre garantito la presenza di schieramenti antagonisti, espressione di posizioni ideologiche contrapposte. Mi piace pensare che la confluenza e la concentrazione in un solo grande schieramento di forze storicamente non assimilabili o sovrapponibili siano frutto della fisiologica stanchezza accumulata nell’ultimo biennio a causa della pandemia, della difficoltà di creare nuovi raggruppamenti ed anche solo di riunirsi per condividere progetti politici alternativi. Nel recente passato, anche in altri comuni si sono verificate situazioni analoghe. Avverto, tuttavia, il pericolo che tale situazione possa creare distorsioni in un prossimo futuro se non dovessero intervenire fatti nuovi. Il risultato elettorale potrebbe avere effetti, allo stato, non facilmente prevedibili, né ponderabili. Mi auguro che prevalga da parte di tutti senso di responsabilità ed equilibrio e che si anteponga concretamente l’interesse generale a quello dei singoli, con la partecipazione già dalle prossime elezioni degli schieramenti tradizionali, essenza del confronto democratico».

«A Barano probabilmente sarebbe salutare una profonda e severa autocritica sul ruolo della opposizione nell’ultimo quinquennio al fine di verificare se ha svolto il proprio mandato con coscienza, serietà e responsabilità. Onestà intellettuale – che credo non manchi a Maria Di Scala – imporrebbe di riconoscere al sindaco uscente di avere bene operato e per questo di godere del favore dei pronostici»

Ischia si trova con una maggioranza larghissima: si è detto che l’ultimo accordo tra Enzo Ferrandino e Gianluca Trani abbia proprio una matrice baranese, con un gruppo di persone ad ispirare questo connubio tra cui anche la sua figura. Verità o leggende popolari?

«Spesso, la mancanza di argomenti seri da porre a base del dibattito su scala generale accredita pettegolezzi della più diversa natura. Mi limito a rilevare che le persone citate, che conosco bene, hanno piena capacità di autodeterminazione e sono in grado di assumere decisioni coscienti e responsabili, senza condizionamenti o sollecitazioni esterni».

Nella vicina Barano, Maria Grazia Di Scala ha deciso di candidarsi per evitare una completa mancanza di confronto democratico, anche se i pronostici restano in gran parte a favore di Dionigi Gaudioso.

«Conosco e stimo Maria Di Scala e mi auguro che non sia questa la ragione che l’ha spinta – e non è la prima volta – a porre la sua candidatura a sindaco del paese. La famiglia alla quale appartiene svolge attività politica da sempre. Probabilmente – ma non sono io a stabilirlo – sarebbe salutare una profonda e severa autocritica sul ruolo della opposizione nell’ultimo quinquennio al fine di verificare se ha svolto il proprio mandato con coscienza, serietà e responsabilità. Nel caso in cui ciò sia avvenuto, doverosamente è tenuta a sottoporsi al giudizio popolare, continuando a garantire il “confronto democratico” nel paese come conseguenza di un’azione intrapresa da tempo e non da oggi ed aspirando ad ottenere un giusto riscontro elettorale. Onestà intellettuale – che credo non manchi a Maria Di Scala – imporrebbe di riconoscere al sindaco uscente di avere bene operato e per questo di godere del favore dei pronostici».

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