CULTURA & SOCIETA'

Il Venerdì Santo e la passione di Cristo sull’ isola: oggi a Ischia Via Crucis col Vescovo Mons. Carlo Villano, la Madonna della notte a Casamicciola e l’actus tragicus a Forio

Quella particolare lettera appassionata di un non credente di casamicciolese arrivata in parrocchia e scritta al tempo del covid dove stravedeva per la Madonna di notte

Oggi Venerdi Santo 7 aprile 2023 sull’isola si vivrà questa giornata clou della Settimana di Passione con attesi eventi di rievocazione religiose più o meno importanti come la semplice processione della Via Crucis di Ischia, l’Actus Tragicus a Forio e la Madonna di Notte a Casamicciola. Ischia purtroppo dal canto suo per propria indolenza ascolterà a distanza con passività e con un pizzico di invidia il suono triste, lugubre, stridente e prolungato della tromba solista del corteo che dalle prime ore di questa mattina, accompagna la suggestiva e mistica processione del Cristo Morto e dei Misteri per le strette vie delle vicina Procida.

Un evento quasi simile Ischia, va ricordato, lo vantava negli anni ’40 e ’50 con la sua grande processione dei Misteri del Venerdì Santo e quella degli incappucciati frtelli Bianchi del “Sono stato io l’ingrato…” del Giovedì Santo. Iniziative purtroppo finite nel dimenticatoio e che nessuno mai ha pensato di rilanciarle nonostante i ripetuti invitia mettersi a disposizione. Oggi il Vescovo Ausiliare di Pozzuoli Sua Ecc. Mons. Carlo Villano si limiterà a guidare, dopo la funzuone delle storiche “Tre ore di Agonia” di Gesù, la rituale processione della Via Crucis dalla Chiesa dello Spirito Santo di Ischia Ponte fino alla Chiesa di Portosalvo a Porto d’Ischia e farla finita lì, con l’atteggiamento austero che ci si è imposto.

ACTUS TRAGICUS QUESTA SERA A FORIO

A Forio invece sarà tutt’altra storia. Sarà presentata la nuova edizione dell’Actus Tragicus con tutto il paese coinvolto per la valorizzazione della cultura foriana nel segno del principio religioso e della cristianità diffusa. Pertanto, a poche ore dall’evento,cresce ancor di più l’attesa per La Passione di Cristo, iniziativa teatrale tra le più caratteristiche e spettacolari dell’Isola d’Ischia organizzata dall’Ass. Actus Tragicus è giunta alla 33 esima edizione. Si seguirà un unico percorso che a partire dalle ore 20:00 di questa sera, 7 aprile, tingerà le strade di rosso e diffonderà per Forio la più grande delle narrazioni. La regia, affidata a Valerio Buono, si fonda tutta sul principio della collaborazione e della solidarietà tra gli attori, Gesù in primis interpretato da Gianluca Trofa alla sua “prima” nelle vesti di protagonista, e di chi lavora dietro le quinte affinché tutto questo sia possibile. Un concerto di intenti che vanno in un’unica direzione: quello di interpretare e vivere un momento di condivisione e di fusione tra gli attori e la Passione, ma anche di simbiosi con il palco naturale che è Forio stessa. Gli episodi dellsa rspprfesentazione sono così distinti: Battesimo, Tentazioni, Chiamata degli apostoli, Lazzaro,Ingresso a Gerusalemme, Sinedrio, Ultima Cena, Getsemani-Adultera-Nicodemo, Pretorio di Ponzio Pilato, Palazzo di Erode, Fustigazione, Incontro con la Madre, Incontro con le pie donne, Incontro con il Cireneo, Incontro con la Veronica, Impiccagione di Giuda, Crocifissione, Sepolcro.

IL CROCIFISSO E L’ADDOLORATA DI ISCHIA

La devozione dei Casamicciolesi nei confronti di quella che considerano la loro luce e la loro Madre nei momenti piú bui della loro storia, non conosce battute d’arresto. Accanto alla festa settembrina, la Vergine Addolorata accompagna la fede delle persone durante il Sacro Triduo Pasquale nella processione notturna che si tiene tra il Giovedí e il Venerdí Santo, la celebre «Madonna di Notte», quando migliaia di Casamicciolesi si ritrovano apercorrere lo strade del paese per pregare e contemplare il mistro della Redenzione con gli occhi di Maria. E’ una tradizione a cui i casasmicciolesi tengono molto perchè il rito è diventato parte integrante della loro cultura di fede verso la vergine Addolorata. Ne è prova schiacciante una lettera di un non credente di Casammiciola che per la Madonna Addolorata nel tradizionale rito della notte invece stravede. La incredibile lettera è arrivata in parrocchia al tempo del Covid. Lo scrivente casamicciolese che si è dichiarato “anonimo” confeziona una lettera a dir poco struggente per la passione con cui l’ ha scritta e pensata. La mancata uscita per l’emergenza sanitaria in corso della storica statua della Addolorata alle tre del mattino come è da tradizione ha messo in subbuglio l’ainimo dell’Anonimo tanto da doversi “sfogare” nel modeqche qui appresso segue.

IL PERCORSO DELL’ACTUS TRAGICUS A FORIO

Riportiamo la lettera senza commento. Ecco l’incredibile testo. “Ho bisogno di scrivere, e lo faccio da non credente nel senso ortodosso del termine, sicuramente non da cattolico, piuttosto da piccolo uomo disorientato davanti all’immenso e al momento che stiamo vivendo. Ho bisogno di scrivere che stanotte sarà per me una notte triste, dolorosa e mi mancherà quel trovarsi, nel cuore di questa notte, credenti e non credenti, giovani e vecchi, un po’ assonnati e infreddoliti ad attendere l’uscita della statua dell’Addolorata dalla chiesa della Congrega. Mi mancherà, anche se si tratta di una processione penitenziale, l’espressione felice sui volti delle persone che sembrano volersi dire che è passato un anno ma ci si ritrova insieme per ripetere la magia. Sì, perché la notte della “Madonna di notte” qui a Casamicciola è da tempo remoto una notte magica, speciale, nella quale si ripete un rito ancestrale, un riconoscere la propria identità religiosa, culturale, le proprie radici, il senso di “comunità” e appartenenza, senza barriere di fede o ideologiche.

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Mi mancherà quel volto patetico rivolto verso il cielo, di una mamma che sta per perdere un figlio, uomo o Dio che sia, il quale sarà crocifisso per aver detto delle verità ed aver parlato di amore, pace, uguaglianza. Sono questi i valori che retoricamente e ipocritamente esaltiamo e poi non perseguiamo nel nostro delirio di onnipotenza. Mi mancheranno quei canti in un latino storpiato ma lo stesso struggenti di partecipazione emotiva. Mi mancherà quella sagoma nera del manto che ondeggia sulla folla perché portata a spalle con fatica e quell’inclinarsi da un lato o in avanti dà l’impressione che la madre, stroncata dal dolore ogni tanto stia per venir meno. Non potrò pensare, lungo il tragitto di tanti volti visti negli anni, di persone prima giovani poi anziane sempre più affannate nei tratti in salita. Volti che tristemente non si ritrovavano l’anno successivo perché ormai troppo vecchi o ammalati o non più tra noi. Li sostituivano però i volti allegri di quei bambini che per la prima volta partecipavano al rito, contendendosi la traccola con cui svegliare la gente del rione.

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L’ADDOLORATA DEL VENERDI SANTO IN CATTEDRALE

Sono due anni che la Madonna di notte è uscita con un percorso anomalo e doloroso attraverso le vie e i vicoli del nostro paese violentato dal terremoto. Mai però avremmo pensato di doverla lasciare sola, in quella chiesa, in questa notte nella quale era abituata a sentire il calore dei suoi figli e lo sfiorare delle loro labbra nel bacio del manto. Da giovane partecipavo al rito con trasporto e ogni anno , nel passare davanti casa mia rivolgevo lo sguardo verso la finestra della camera da letto da dove si affacciava, a capo chino, mia madre, ammalata e non in grado di scendere in strada. Fu dolorosa la prima Madonna di notte in cui guardando quella finestra la trovai chiusa. Stanotte la Madonna di notte sarà ferma nella sua dimora ma penso che saremo molti a svegliarci verso le tre e a pensare, almeno per pochi minuti, a quello che stiamo perdendo e a sperare di poterlo ritrovare al più presto. Sarebbe bello stanotte, alle tre, nella notte della Madonna di notte affacciarci ai balconi e alle finestre e, invece di sventolare i tricolori, suonare le traccole, quelle che suonavamo da bambini come augurio che i nostri bambini, i nostri giovani, possano al più presto uscire per strada in questa notte della Madonna di notte. Il significato e la storia liturgica della Passione di Cristo.

LA CROCE DI CRISTO

Il  Venerdì Santo  precede la Domenica di Pasqua e segna l’inizio della fine della Settimana Santa. Nel pomeriggio del Venerdì Santo la Chiesa cattolica rievoca il ricordo della Passione di Gesù e della Sua morte in croce. La scelta di celebrare la Liturgia del Venerdì Santo nel pomeriggio nasce dalla tradizione evangelica per cui Gesù avrebbe esalato l’ultimo respiro in un orario corrispondente alle 15.00 del pomeriggio, appunto. Secondo giorno del Triduo Pasquale, cuore dellanno liturgico, è caratterizzato dall’assenza della celebrazione eucaristica, dal digiuno e dall’astinenza dalla carne. La data del Venerdì Santo è mobile e non è considerata giorno festivo. Un altro elemento importante nei riti del Venerdì Santo è il silenzio. Così come la celebrazione del Giovedì Santo si conclude con un momento di silenzio, allo stesso modo inizia quella del pomeriggio del Venerdì Santo. È in questi giorni che l’attesa della Pasqua diventa più solenne, in una sospensione quasi tangibile, tra dolore e speranza. Si tace, per rispetto, per lasciare spazio ai pensieri, alle meditazioni, alle preghiere.

LA MADONNA DI NOTTE CASAM,ICCIOLA

Anche le campane restano immobili, mute, quasi attonite nella contemplazione dell’evento che si sta consumando, nella memoria dei credenti. Gli ultimi terribili giorni di Cristo, dal Suo arresto alla Sua morte, passando per la sofferenza della Passione, tappe obbligate del Suo miracolo più grande, del compiersi della Sua missione nel mondo.Ricordiamo anche perché non si mangia carne il Venerdì Santo, in rispetto alle regole del diguno quaresimale, come previsto dal canone 1251 del Codice di Diritto canonico. La regola dell’astinenza dalla carne in senso stretto comprende il Mercoledì delle Ceneri, i venerdì del periodo quaresimale, e in particolare il Venerdì Santo.

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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