ARCHIVIO 2

Se questa è Giustizia….

Di Mauro Iovino

EPSON DSC picture
(Lacco Ameno, l’inizio della costruzione del porto turistico.Foto Mauro Iovino)

Ogni volta che si celebra un processo penale soprattutto a politici e affini e si giunge ad un provvedimento di assoluzione, specie dalle nostre parti, questi assurgono agli altari della Patria, come coloro che sono stati perseguitati dalla giustizia e dai magistrati, come se i pubblici ministeri farebbero bene ad indagare e processare solo i poveri cristi lasciando stare una volta e per sempre i politici, di qualunque schieramento siano.

Purtroppo – e l’errore lo commette la nostra categoria – c’è un’eccessiva enfasi ed un timore reverenziale verso la classe politica da far paura! Tutti rammentano il famoso motto: “debole con i forti e forti con i deboli”, qualcosa del genere accade sovente sulla nostra isola, soprattutto in materia giudiziaria. Alcune settimane fa è uscita una sentenza, quella del giudice Alabiso che doveva decidere in merito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzato dalla Procura della Repubblica per la nota vicenda di Lacco Ameno: realizzazione abusivo del porto turistico, vicenda legionella alla Villa Svizzera, peculato d’uso sull’utilizzo di un’auto del Comune ad un soggetto terzo, peculato d’uso dei cellulari del Comune utilizzati per campagna elettorale (a spese del Comune) e di tentata concussione in danno del comandante dei vigili, Raffaele Monti.

Ho chiesto e richiesto gli atti della sentenza (in sede di udienza preliminare si è dibattuto e chiusa la questione) e devo dire che sono riuscito a venirne in possesso con estrema difficoltà. Ma alla fine ci sono riuscito e questo è quello che conta per poterne scrivere e commentare.

Conoscevo bene la questione per averla seguita sin dall’inizio e fin nell’epilogo che si ebbe con il vergognoso attacco di Laboccetta che presentò un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno ed il consequenziale trasferimento dei vertici del commissariato di Ischia che avevano dato troppo fastidio per quest’inchiesta. Ora leggendo gli atti della sentenza ne sono rimasto altrettanto sdegnato. Tutto ebbe inizio con la costruzione del porto turistico di Lacco Ameno, verso la fine del 2007, il WWF presentò denuncia e da lì si avviò tutto il noto procedimento penale, conclusosi strada facendo, ed in particolare nel dicembre 2015.

Ads

Perché il titolo di questo editoriale? È tutto racchiuso in queste poche righe della sentenza: “All’esito della notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari datato 3 novembre 2010, il Pubblico Ministero in data 9 maggio 2015 ha depositato richiesta di rinvio a giudizio”.

Ads

Insomma, l’ufficio del pubblico ministero dall’avviso di chiusura delle indagini preliminari, avvenuta alla fine del 2010, ci impiega ben 5 anni (!) per presentare la richiesta di rinvio a giudizio!

Inutile dire che se poi la gran parte dei capi di accusa sono andati prescritti sin dall’ottobre 2013 allora di cosa vogliamo parlare? Perché il pubblico ministero trattiene nel suo ufficio per ben 5 anni gli atti e solo nel 2015 manda tutto al Gip avanzando (dopo un’adeguata scrematura per avvenuta prescrizione di numerosi capi di imputazione) richiesta di rinvio a giudizio? Domanda cui noi ovviamente non possiamo rispondere…

In sede di udienza preliminare anche il Gup fa un ulteriore scrematura, ritenendo prescritta anche l’accusa di calunnia a carico di Oscar Rumolo nei confronti della famiglia Monti. Idem con patate per gli imputati De Siano, Iannotta, Vespoli e Irace per il reato di peculato d’uso in relazione all’utilizzo dei telefoni cellulari, vicenda prescritta – dice il Gup il 5 luglio 2013. La vicenda che lascia perplessi o meglio interdetti è quella più corposa, più consistente e più grave della “tentata concussione” subita dal comandante dei Vigili, il Maggiore Raffaele Monti.

Il GUP riassume e divide in quattro momenti tale vicenda:

“una riunione informale tra Raffaele Monti e Restituta Irace, Domenico De Siano e Giuseppe Calise in data 30.1.2008, nel corso della quale Raffaele Monti avrebbe appreso che il mandato non gli era stato rinnovato in conseguenza di omessi controlli sulle ditte di Gennaro Monti”;

“il provvedimento in data 13.6.08 con cui Raffaele Monti è stato posto di ufficio in congedo ordinario fino all’11.8.08, laddove dirigenti nella sua stessa posizione non avevano subito analogo trattamento”;

“il doppio invito in data 31.7.08 e 4.8.08 di Ciro Calise per partecipare ad un incontro in alto mare con ‘altri componenti della maggioranza’ per discutere la sua posizione in vista dell’imminente rientro in servizio del Monti Raffaele, esaurito il periodo di ferie”;

“la previsione della scadenza annuale dell’incarico di Comandante dei Vigili Urbani, così da porre il Monti Raffaele in uno stato di perenne soggezione”.

Riassumendo: tale vicenda viene denunciata dal Comandante dei Vigili in Procura che racconta i dettagli sopra riassunti. La Procura ne condivide l’assunto ma il GUP stronca il tutto mandando assolti gli imputati con la formula “perchè il fatto non sussiste”.

È il ragionamento del giudice che ci lascia perplessi: mentre Raffaele Monti denuncia al PM che di fatto, siccome lui non voleva assoggettarsi alle disposizione persecutorie nei confronti dell’allora minoranza andando a controllare cantieri e attività di Gennaro Monti (fratello di Carmine e figlio di Luigi) gli era stato detto a chiare lettere che rischiava il posto di lavoro e, viene anche collocato forzatamente in ferie. Il giudice invece dice in sentenza: “Questo giudicante rileva che l’impostazione del Pubblico Ministero non sia condivisibile. Essa non tiene conto del carattere fiduciario dell’incarico di comandante dei Vigili Urbani che impone una condivisione da parte dell’incaricato delle strategie politico-amministrative individuate dalla maggioranza degli eletti”. “Nel caso di specie De Siano Domenico e Calise Ciro hanno ritenuto opportuno, in vista del rinnovo dell’incarico, incontrare Raffaele Monti, senza alcun sotterfugio e presso una struttura pubblica (non si trattava di un albergo privato?, ndr) onde verificare la sua disponibilità ad attenersi alle linee-guida della maggioranza consiliare”. Oddio, ma questo è chiaro in linea di principio ma su tematiche di carattere generale e relativamente alla collettività nel suo complesso non in riferimento a singoli e specifici soggetti, ancor più se trattarsi dei leader dell’opposizione e dei familiari di questi!

Il giudice sottolinea che comunque “vi era stato il rinnovo dell’incarico e quindi risulta del tutto dubbia la volontà degli imputati di coartare la volontà di Monti Raffaele”. E riassumendo il fatto relativo alle ferie forzate: siccome il giudice del lavoro aveva respinto il ricorso del Comandante il tutto era legittimo (fa niente tutto il resto detto e denunciato a fondamento di ciò dal Maggiore della Polizia Municipale). Infine, dulcis in fundo, il giudice evidenzia che poi l’incontro in alto mare non si era più tenuto e quindi l’accusa era privata di concretezza. Nessuno si è chiesto che tutti questi fatti oggetto di indagine della Polizia di Stato vennero sviscerati a tambur battente dalla Stampa e divennero di dominio pubblico? Che tale situazione determinò comunque un freno da parte dei pubblici amministratori che preferirono ammorbidire il tiro nei confronti del loro comandante dei vigili e rinnovargli l’incarico?

Una cosa questa sentenza la dice, sia a Raffaele Monti che a tutti i comandanti dei vigili d’Italia: se il vostro sindaco e i vostri amministratori comunali vi impongono di perseguitare i componenti e familiari dell’opposizione – chiunque essa sia, a prescindere da quelli di Lacco Ameno qui citati per concretizzarne l’esempio – con controlli e denunce dovete farlo! Se vi minacciano di non rinnovarvi l’incarico sappiate che state sbagliando voi perché il rapporto deve essere fiduciario tra voi e gli amministratori comunali e le persecuzioni si andranno ad inquadrare in quelle che sono definite le “linee guida degli eletti”. Sicuramente tutto ciò lascerà interdetti gli ufficiali di polizia municipale e l’amaro in bocca ad onesti e seri ufficiali del Corpo della Polizia Municipale, ma se per voi tutto ciò è “Giustizia” secondo me no, non lo è! Nonostante una sentenza di un giudice, in nome del popolo italiano dica il contrario!

mauroilgolfo@gmail.com

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex