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Assoluzione per Daniele Trofa, ecco le motivazioni

di Francesco Castaldi

ISCHIA – Lo scorso 6 luglio, presso la sesta sezione penale del tribunale di Roma, l’avvocato e consigliere comunale di Serrara Fontana Daniele Trofa, difeso dal proprio legale di fiducia Francesco Pero, venne assolto con formula piena. Il tribunale, a riprova della totale infondatezza delle accuse, condannò la querelante Maria Cristina Galano al pagamento delle spese processuali avanzate dallo Stato, nonché alla refusione delle spese legali sostenute dall’imputato Daniele Trofa. L’avvocato Trofa era imputato di tre gravi delitti, due di falso in atto pubblico e uno di truffa, reati per i quali rischiava una pena massima di oltre quindici anni di carcere.

Entro i termini stabiliti dalla legge, il giudice ha depositato le motivazioni della sentenza: «Va subito osservato che le accuse mosse dalla persona offesa, costituitasi parte civile, Galano Maria Cristina, non solo non hanno trovato alcuna conferma nelle acquisizioni probatorie effettuate, ma anzi hanno trovato precisa smentita nelle deposizioni dei testi nonché nelle acquisizioni documentali. La persona offesa aveva infatti sporto denuncia asserendo, come ribadito nel corso del suo esame testimoniale, che era titolare di mandato di agenzia per lo svolgimento di servizi assicurativi per conto della “Italiana assicurazioni S.p.A.”, che aveva tra i suoi clienti la signora Cenatiempo Nicoletta, che quest’ultima aveva agito in giudizio contro la società assicuratrice ritenendo illegittimo l’aumento del premio assicurativo, che la Cenatiempo le aveva comunicato la sua determinazione di agire in giudizio ma ella le aveva risposto che non voleva sapere niente della vicenda e non aveva mai reso alcuna testimonianza nella causa svoltasi dinanzi al giudice di pace di Ischia, che invece, a seguito di accoglimento in sede giudiziale della richiesta della Cenatiempo […], ella aveva avuto dei problemi di natura lavorativa con la società assicuratrice tanto che era stata declassata da agente a subagente con conseguenti minori introiti economici».

«La Galano – prosegue il giudice – ha poi riferito che non aveva mai ricevuto alcuna citazione a comparire come teste davanti al giudice di pace di Ischia e che la relata di notifica del 21 febbraio 2008 era sicuramente falsa in quanto il soggetto indicato come ricevente la notifica, Amitrano Nicola, era suo marito defunto nel 2005. Inoltre la donna non riconosceva come propria la sottoscrizione apposta sul verbale d’udienza del 28 aprile 2008. Contrariamente a quanto asserito dalla persona offesa, la stessa aveva già ricevuto, a mani proprie, una prima citazione a comparire come teste nel giudizio civile pendente tra la Cenatiempo e la Italiana Assicurazioni s.p.a.: trattasi della citazione notificata in data 19.9.07. Sul punto è stata acquisita anche la attestazione del dirigente Unep che, consultati gli atti d’ufficio, attestava la presentazione e la registrazione con il cronologico 1360 della richiesta di notifica, notifica regolarmente effettuata in data 19/9/2007».

«Quanto alla mancata presenza della persona offesa all’udienza del 28 aprile 2008 – scrive ancora il giudice – si riportano testualmente alcune delle dichiarazioni rese dal teste del pubblico ministero Carlo Salvatore, giudice di pace di Ischia e davanti al quale si è svolto il processo: “io me lo ricordo bene… era una causa avente un oggetto contrattuale, qualcosa che riguardava una polizza e la compagnia di assicurazioni, credo fosse contumace. Feci sedere l’avvocato accanto a me. Credo che abbia verbalizzato lui stesso, sotto mia dettatura, per cui io stesso devo aver letto il documento d’identità e ho dettato. E poi l’ho interrogata. E me lo ricordo perché era una disposizione molto particolare. Nel senso che, in tanti anni, è stata più unica che rara, nel senso che, se non sbaglio la signora era agente di assicurazione e veniva a riferire circostanze in sé sfavorevoli alla compagnia di assicurazione. E infatti glielo chiesi, dissi: ma lei è l’agente dell’assicurazione? Me lo ricordo benissimo, perché stava alla mia destra, ho l’immagine davanti”».

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