La favola di Vincenzo Telese, pioniere del turismo ischitano
La conferenza svoltasi presso l’Istituto Alberghiero “V. Telese” ha ripercorso il racconto odisseico del primo sindaco ischitano del dopoguerra, che con le sue intuizioni contribuì a cambiare il volto dell’isola
DI ARIANNA ORLANDO
Avvincente e stimolante il racconto odisseico dell’esistenza di Vincenzo Telese sull’isola di Ischia negli anni che precedettero alcuni di noi o che vissero altri fra noi. A questo sono stati chiamati ad assistere gli ospiti, studenti e non, della conferenza dal titolo “Vincenzo Telese e il suo tempo”, tenutasi presso l’ononimo istituto- il Telese di Ischia, votato all’educazione turistica- nel giorno di novembre numero 8. Era una giornata di freddo gentilissimo, un lieve sole ombrato piegava i raggi sulla facciata delle scuole e ricavava sui volti delle persone sfumature mai viste.
Così noi eravamo quel giorno in cui ci è stato spiegato dalla voce potente ma fluida e composta del preside Mario Sironi che il potere di ricostruzione al centro della crisi vuole ripercorrere la storia della trasformazione di un’isola fondamentalmente agricola in una industria turistica attraverso alcune figure che, con la loro opera, si sono rese protagoniste di questa trasformazione e pionieri di questa lungimiranza. Non più meta di viaggiatori ma di turisti, è innegabile che la metamorfosi sia da ascriversi alla fusione di bellezza e natura al concetto di turismo. E se “turismo” è parola di significante e significato cui l’isola di Ischia deve moltissimo, bisogna nutrita in base all’obiettivo di generare benessere. Ischia possiede nel suo Mediterraneo una peculiarità irripetibile perché è molteplicitamente ricca e potenzialmente idonea a ereditare un turismo-naturale, termale e culturale-di grande qualità. L’avvocato Luigi Telese, nipote di Vincenzo Telese, desctive lo zio come un uomo destinato ad aspirazioni più alte delle stelle, nonostante i no e le porte chiuse della vita. Nato nel 1907 all’interno di un mondo diverso e inimmaginabile per i moderni procreatori del web e dei procedimenti industriali, discendente di una famiglia di artigiani abituati a casellario il legno, Vincenzo Telese è stato educato alla dedizione, alla pazienza e sopratutto al “prodotto irripetibile”, cioè alla costruzione di quella cosa che “ora è così e non tornerà a essere uguale se la lavoro di nuovo”.
Vocato al giornalismo e al turismo, a partire dal 1930, aveva compreso il legame inscindibile tra l’opera di marketing e il lavoro turistico. Pur non avendo avuto modo di continuare gli studi dopo il ginnasio, chiedeva durante il fascismo di redigere un giornale: tale permesso gli venne negato perché considerato “poco fascista”. Orgogliosamente poco fascista. Solo durante l’occupazione americana, Telese riusciva a costituire il suo giornale e a diffondere le sue idee. Vince così le elezioni comunali nel 1946, dando vita a un lungo programma di iniziative di contrasto innanzitutto alla fame, alla disoccupazione, alla mancanza di luce elettrica, acqua torrente e di collegamenti con la terraferma. Tali motivi rendevano impossibile parlare di turismo che, sebbene nel periodo fascista, aveva trovato luogo nella realtà delle terme casamicciolesi andava ora incontro al fallimento. Si sussegivano così 3 mandati di impegno civico e amministrativo per cui tante energie sono state profuse. Parlando sempre di isola, esortava i sindaci nel 46 a guardare l’isola dalla punta dell’Epomeo verso il basso e non soltanto dalla guglia del proprio comune. Considerava dunque una crescita d’insieme dell’isola in una atmosfera che necessitava di attività pubblica, iniziativa privata e interventi esterni.
Nel 67 Telese diceva che il turismo è scienza economica applicata anche come strumento di pace e di progresso. “Passaporto per la pace”, si dice. I giovani del Telese sono il continuum temporale di Vincenzo Telese che credeva fortemente che una buona coscienza turistica passa attraverso una buona educazione al turismo. Così il primo sindaco del comune di Ischia dell’Italia Repubblica e dell’Italia Libera fu V. Telese, un cittadino diverso da tanti che si accorse che lo scoglio da lui abitato era una terra benedetta da Dio e poco amata dagli uomini. A lui è dedicato oggi l’istituto scolastico che si occupa della formazione dei futuri addetti al turismo non solo di Ischia ma del mondo, eredi del suo “passaporto di pace”, autentici fruitori di questa scienza economica in grado di rigenerare i luoghi e di infondere capacità produttiva alla bellezza.
Così si scrive e si spera che sull’esempio di un uomo tanto grande, tanto riflessivo, tanto audace e intraprendente, tutti possano prendere l’ispirazione di combattere per le idee giuste, di metterle in atto come opere per il benessere collettivo, di investirle per i tempi che ci succederanno e che editeranno i fili di sangue con cui saremo capaci di cucire i nostri figli e i figli dei nostri figli nel tempo tutto.