LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Il senso di vuoto»

Che ve ne pare Ischia d’inverno? A me sembra una landa deserta fatta di gente in auto che va alla deriva sulle strade, negozi chiusi mentre qualche altro sta per chiudere o in un limbo, in attesa, di nuovo, della bella stagione. Lo spirito di una morte economica, o se vogliamo un coma invernale, aleggia nelle trame urbane di ogni comune. Senza che nessuno se ne interessi – e ormai il disinteresse è divenuto abitudine – alle possibili soluzioni da adottare per avviare quel meccanismo che si chiama destagionalizzazione.

Qualche tempo fa, nel 2016, scrissi che proprio l’UE, accorgendosi che in Europa, d’inverno, viaggiavano circa 150 milioni di persone, avviò un programma di accesso a fondi per favorire la pratica della destagionalizzazione in quelle aree che avrebbero potuto lavorare anche d’inverno. Il bando era rivolto in particolare alle zone termali d’Europa. L’Italia, e Ischia ovviamente, era ricompresa. Quella possibilità di usufruire di una somma – in parte a fondo perduto, per l’altra da restituire a tasso agevolato in dieci anni – in grado di favorire un volano economico e avviare una programmazione per almeno 18 mesi – da inizio 2017 fino a giugno 2018, inverno compreso – e dare così una boccata d’ossigeno e una ventata di turisti all’isola, non fu colta. Da nessuno. Né dalla locale associazione degli albergatori o dai suoi aggregati e neppure dalle singole attività ricettive. Forse perché il progetto sulla destagionalizzazione della struttura doveva essere presentato in doppia lingua: italiano e francese, o in alternativa l’inglese. O forse perché riuscire a gestire circa 250 mila euro, accostandovi una pianificazione disciplinata sull’offerta turistica invernale, poteva essere una grossa responsabilità. Fatto è che dall’Italia, giusto per consolarci di fronte a un senso di vuoto cui si associa la scarsissima lungimiranza tanto italiana, quanto isolana, partirono alla volta dell’Europa soltanto tre richieste di finanziamento. Diciamo che soffrire di miopia non è un problema soltanto dell’isola d’Ischia. Non resta che chiedersi quali prospettive ci sono per i prossimi mesi, tolta la fibrillazione per questo teatro strapieno di niente e le luminarie di Natale. Che, a dire il vero, per quanto ci si sforzi, non sono ancora capaci di trasformarsi in polo attrattore di viaggiatori invernali. Sembra che tutto si confonda con l’abitudine e, questa, sia addirittura invisibile tanto da essere tema poco importante. Abbiamo necessità, invece, di un nuovo miracolo economico stimolato da una politica in grado di vivere oltre che nel presente pure nel lungo periodo.

Capace di sciogliere la serie di criticità sistemiche cui, in questo periodo, si sommano quelle aggiuntive che riguardano la tutela del territorio, spiagge e montagna comprese. Insomma non basta solo piantare alberi, approfittando dei finanziamenti della Città Metropolitana. C’è necessità di persone in grado di gestire una crisi – perché di questo si tratta, anche se c’è chi continua a fare spallucce – e, al contempo, capaci di affrontare temi economici. Stiamo violentando il territorio e non ce ne rendiamo conto. Non possiamo, fin quando non saremo in grado di riconoscere che c’è un problema. Ed è nostro, di tutti noi.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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