LE OPINIONI

IL COMMENTO Quelle domeniche a piedi di cinquant’anni fa

DI GIORGIO DI DIO

Era l’ultimo scorcio del 1973. Avevo 22 anni.  Pantaloni rigorosamente a zampa d’elefante che dal ginocchio cominciavano ad allargarsi fino a finire in una piega larga sulla scarpa, gonne larghe e lunghe che subentravano alla minigonna, e d’inverno le ragazze portavano la mantella al posto del cappotto. La mia famiglia viveva in una casa di campagna. Camminare a piedi per noi era la regola. Mio padre possedeva una bicicletta e solo mio fratello Tonino aveva una piccola macchina usata perché aveva cominciato a lavorare a Taranto e, ogni fine settimana, rientrava casa per ripartire il giorno dopo. Io non stavo con loro a Pianura, vivevo con mia zia a Soccavo e per spostarmi da un paese all’altro andavo quasi sempre a piedi. Fu con leggero sorriso, perciò, che appresi la notizia che c’era “l’austerity” e che la domenica tutti dovevano camminare a piedi. In verità la cosa mi piaceva. Le strade senza traffico diventavano l’ideale per lunghe passeggiate. Gli adulti, però si lamentavano soprattutto per le misure per risparmiare energia, delle file davanti ai distributori per accaparrarsi la benzina prima che finisse, dei termosifoni la cui temperatura doveva esser tenuta bassa. Io sorridevo: Termosifone? Chi era costui? A casa di mia zia si usava ancora il braciere e io dovevo scaldare l’acqua per farmi il bagno ancora sul focolare. 

L’austerity diventò quasi una moda. Toni Santagata ci scrisse pure una canzone. I ragazzi e le ragazze della Napoli bene andavano alla villa comunale, facevano capannelli a piazza Vittoria, dove c’erano i bar più esclusivi. Noi più poveri facevamo avanti e indietro via Epomeo, aspettando qualcuno che ci offrisse un caffè. L’Italia abituata al boom economico piombò d’improvviso nel buio. Era cominciata l’austerity. Quale fu la scintilla? Come sempre la guerra. Una coalizione araba con a capo Egitto e Siria attaccarono Israele per riconquistare il Sinai, le alture del Golan e altri territori occupati dallo Stato ebraico, dando inizio alla guerra del Kippur. L’aiuto che gli stati uniti offrirono a Israele spinse i paesi arabi a decretare, il 19 ottobre 1973 l’embargo, del petrolio il cui prezzo salì alle stelle. NegliStati Uniti, ma pure in Europa,i governi dovettero prendere misure straordinarie. I prezzi dell’energia si infiammarono, la recessione fu lo spettro per molti paesi, l’inflazione superò sempre le due cifre per molti anni, anche dopo la crisi. In Italia l’allora presidente del consiglio Mariano Rumor (democristiano) emanò il decreto “austerity”, fu ridotta l’illuminazione pubblica, i distributori di benzina chiudevano la domenica e i festivi, gli uffici pubblici anticiparono la chiusura alle 17,30, i negozi dovevano chiudere alle 19, i programmi televisivi non potevano andare oltre le 23.

La domenica e i festivi nessun’auto, moto, camion, barca, motoscafo o altro poteva circolare. Per chi veniva pescato a circolare durante il divieto, la multa era di un milione di lire. Furono colpiti tutti, compresi sottosegretari e ministri e persino il presidente della Repubblica Giovanni Leone. Uscirono fuori biciclette, carrozze trainate dai cavalli, monopattini. Ognuno si arrangiava come poteva. La guerra iniziata il 6ottobre 1973 finì il 25 ottobre dello stesso anno, dopo neanche 3 settimane. A marzo del 1974 io ascoltavo Battisti, leggevo Sartre, lavoravo e studiavo, e avevo cominciato a frequentare la ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie, La notizia che l’embargo era finito non mi scosse più di tanto. Ma il mondo cambiò. Si allentò la crisi energetica, i divieti di circolazione furono sostituiti con le targhe alterne. Piano piano l’economia fiorì e l’talia si avviò di nuovo verso il boom economico. Possiamo paragonare la situazione di allora a quella di oggi? Allora c’era la guerra arabo-israeliana oggi di guerre ce ne sono due: quella russa-ucraina e quella arabi-palestinesi. Come allora da alcuni paesi viene sfruttato il potere di detenere combustibili indispensabili come petrolio e gas. La paura che proviamo oggi di rimanere al freddo e al buio è la stessa che si provava allora. Come allora per effetto dell’aumento dell’energia tutti in prezzi sono arrivati alle stelle e aumentano sempre di più le persone che non arrivano a fine mese.

Ci sono, però, dele differenze. Da un lato la guerra del Kippur fu brevissima. L’embargo fu feroce ma finì presto. Oggi le due guerre, quella russa-ucraina e quella arabo-palestinese sono molto lontane dal dover finire. Si ipotizza che dureranno molto lungo. Dall’altro lato oggi siamo molto più preparati per resistere alle crisi energetiche. Ci sono scorte obbligatorie che possono durare anche a lungo, ci sono mercati diversi a cui potersi rivolgere. Oggi non c’è alcun decreto “Austerity” ma l’austerity c’è di fatto. Ci sono però anche risposte dei governi più efficaci frutto proprio dell’esperienza passata.  Insomma, se riusciamo a contenere i conflitti e a non far scoppiare la terza guerra mondiale, in un modo o nell’altro ce la caveremo.

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex