CRONACA

Legge sull’omofobia, Ischia dice sì 

A parlare due componenti del collettivo Ischia lgbtq+ «Il Dl Zan da solo non basta, ma è un passo in avanti» 

Risale a prima dell’inizio della pandemia l’ultimo incontro del collettivo Ischia lgbtq+. Il collettivo non si è più riunito, ma non manca, anche sull’isola il dibattito legato al Dl Zan. E non solo. In nessuno dei porti isolani c’è una bandiera “arcobaleno”. Da questo punto di vista anche questi elementi fanno di Ischia un luogo che non presta attenzione al mondo gay. Certo non lo discrimina. Pochi gli episodi di intolleranza, anche se comunque nel tempo si sono registrati. Siamo però lontani da un turismo “amico” come quello salentino. A Gallipoli, ad esempio, tutti i locali sono gay friendly: bar, discoteche, b&b, hotel ed anche spiagge.

Spesso essere gay dà diritto addirittura a sconti o ad usufruire di convenzioni stipulate dai locali con associazioni gay. Nulla da invidiare però a Mikonos, Gran Canaria, Sitges e altri luoghi. In Puglia hanno intercettato il business ed è nato un ente di promozione del turismo gay che mette a disposizione degli interessati una vasta scelta di servizi per vacanze friendly. Ischia è purtroppo lontana anni luce da un’organizzazione simile. C’è chi ritiene Ischia un’isola arcobaleno e chi la considera bigotta. Per alcuni l’isola non è affatto gayfriendly come si vorrebbe far pensare, non ci sono locali, non si organizzano serate a tema o luoghi di ritrovo anche per gay. In passato esisteva una spiaggia che adesso è diventata solo meta di qualche nudista o guardone. Il riferimento è agli scogli di Zaro dove spesso ci sono persone che praticano nudismo. Se ci cerca una vacanza multicolor con tacchi a spillo e boa di struzzo, Ischia non certo è il luogo adatto. In compenso non è un luogo chiuso e omofobo. «La nostra non è un’isola arcobaleno. In tanti non sono a conoscenza della presenza di una comunità Queer. Nel contempo, però, non posso dire che la popolazione isolana sia omofoba». A parlarci è Alice, giovane ischitana che è all’inizio del suo percorso di transizione. Al momento è seguita da specialisti che la stanno seguendo in questo percorso. «Ischia e la sua popolazione risentono dell’insularità.

Siamo un po’ più chiusi rispetto a chi vive sulla terraferma. Il problema è che si parla troppo poco di omosessualità e di lgbtq», continua. «Sono studentessa e vedo che nelle scuole siamo davvero troppo lontani da poter parlare tranquillamente e serenamente di omosessualità. C’è un grande retaggio culturale ed assenza di informazione che, inevitabilmente, crea pregiudizio». Presto Alice proporrà all’interno delle scuole superiori isolane l’introduzione delle cosiddette ’carriere alias’ con lo scopo di garantire alle studentesse e agli studenti in transizione di genere la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità dell’individuo, idoneo a favorire i rapporti interpersonali. L’attivazione della carriera alias può essere richiesta da chiunque abbia intrapreso un percorso psicologico e desideri utilizzare un nome diverso da quello anagrafico. La “carriera alias” prevedere un’identità differente collegata all’identità anagrafica, valida solo all’interno della scuola, che permetta allo studente o alla studentessa in transizione di genere di poter frequentare in modo inclusivo e nel rispetto della nuova identità scelta. «Sarebbe una vera rivoluzione sull’isola», dice con orgoglio. Alice presto insieme ad altri ragazzi e ragazze dell’isola ha intenzione di ‘rivitalizzare’ il collettivo lgbtq isolano. «Ci stiamo lavorando. Speriamo presto di poter riprendere le attività». Ma intanto c’è spazio anche per il dl Zan. «Da solo non basta. Ma sicuramente si tratta di un primo passo», sottolinea Alice.

«Dobbiamo partire dalle scuole per cambiare la mentalità di chi non è informato sull’omosessualità. C’è gente che pensa ancora che sia una malattia. Ed è davvero assurdo», chiosa. Ad intervenire nel dibattito è anche Fabio Pilato, giovane isolano e componente dell’esecutivo dell’Unione degli Studenti Campania. «Il Dl Zan ha creato un grande dibattito. E sicuramente questo è il primo punto a favore. Ma si tratta comunque di una legge già vecchia ancor prima di essere approvata ed entrare in vigore», spiega. «Manca soprattutto un riferimento alle scuole: è lì che bisogna cambiare la mentalità e far conoscere il mondo omosessuale. Ed invece il Dl Zan prevede solo il riconoscimento del 17 maggio come giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia». E continua: «Colpisce il fatto che la legge non che non porta queste grandi innovazioni, stia creando così tanto scalpore. Il nostro è un Paese omofobo che non vuole accettare che esistano persone con orientamenti diversi». Spiega ancora Fabio: «Spero che sia presto sia approvato questo intervento normativo. Ma non solo. bisogna già pensare ad oltre Zan. Come dell’Unione degli Studenti Campania abbiamo promosso numerose iniziative come la carriera alias, lo sportello arcobaleno all’interno delle scuole e tanto ancora. È qui che bisogna partire per creare una società del futuro migliore».

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