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Lacco Ameno e la guerra alle polveri sottili

Scatta l’allarme rosso all’ombra del Fungo, segnalati sforamenti anomali dei livelli di concentrazione dalla centralina ARPAC nella prima parte dell’anno solare 2023. Si attendono i dati di febbraio

È emergenza inquinamento anche sull’isola d’Ischia. Secondo i dati Arpac, l’agenzia a regionale per l’ambiente, la maglia nera per la qualità dell’aria spetta al territorio di Lacco Ameno. La centralina Arpac, nella prima parte dell’anno solare 2023 ha segnalato sforamenti anomali dei livelli di concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo d’aria delle polveri sottili Pm10. La normativa europea stabilisce che in un anno non bisognerebbe sforare tale limite per più di 35 giornate.L’Agenzia Regionale ha comunicato al comune “il superamento dei limiti PMIOper i giorni 2, 3, 4 gennaio 2023″ in tutte le stazioni di misura delle polveri sottili per le quali è stato possibile acquisire i dati e sulla base delle previsioni meteo ambientali disponibili, la previsione di 3 giorni consecutivi di ristagno degli inquinanti.Secondo gli esperti tali sforamenti, registrati per ben 4 giorni di fila, dal 1° al 4 gennaio, sarebbero determinati dalla geomorfologia del territorio, ed il massiccio ricorso nei mesi invernali al riscaldamento a biomasse.Fatto sta che lo stesso sindaco Giacomo Pascale si è visto costretto ad emanare una ordinanza ad hoc con validità temporanea per tutto il territorio comunale.Anche per capire a fondo i motivi dei livelli così elevati di polvere sottili.

Il provvedimento ha previsto per il trascorso mese di gennaio il divieto, per qualsiasi tipologia di combustione all’aperto, anche per le deroghe consentite dalle norme in materia ambientale e che in gran parte, dalle nostre parti riguardano gli abbruciamenti incontrollati nei terreni agricoli e non solo. Previsto anche ildivieto di utilizzare generatori con la classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle;ildivieto per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso; il potenziamento dei controlli riguardo il rispetto del divieto di utilizzo degliimpianti termici a biomassa legnosa, di combustioni all’aperto e di spandimento dei liquami. Misure cautelative a tutela della salute pubblica tese ad evitare l’esposizione agli inquinantidelle fasce più sensibili della popolazione, provvedendo all’adozione di interventi contingibili diopportuna durata per limitare le emissioni dalle principali fonti di inquinamento.

I Dati ARPAC sulla qualità dell’aria sono successivi a quelli del precedente aggiornamento che includeva la giornata di Capodanno e in diversi casi anche le giornate immediatamente successive, acquisiti presso un set di stazioni della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. Si spera che la “ricetta” messa in campo dal primo cittadino possa essere servita, questo lo si scoprirà soltanto dai prossimi rilievi che racconteranno senza possibilità di errore se lo stato dell’arte è mutato o meno.

Purtroppo anche in altre zone del nostro territorio, e non solo, l’inquinamento dell’aria è preoccupante. Un provvedimento temporaneo anti abbruciamenti e veicoli in sosta, può essere la soluzione? Evidentemente no. Quanto sta accadendo intorno a noi deve indurci a comprendere la necessità di un drastico cambiamento nello stile di vita, nelle produzioni e nelle attività antropiche. Bisogna puntare sulla sostenibilità. La questione però qui alle nostre latitudini sta leggermente sfuggendo di mano. Una guerra impari che quotidianamente si compatte soprattutto tra le massaie ed i contadini spesso maleducati che bruciano, incendiano e danno alle fiamme qualsiasi cosa, anche usando combustibili tossici, sicuri di passarla liscia. Spesso molti maleducati dell’abbruciamento nei campi ischitani, veri e propri attentatori dell’ecosistema e del bucato fresco la passano liscia.

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