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“Merendiamoci” il Terra Madre day dei bambini di Ischia

di Isabella Puca
foto Tommaso Monti
Lacco Ameno – È stato ancora una volta il Grande Albergo della Regina Isabella ad aver aperto le porte per il consueto appuntamento annuale con “Merendiamoci” organizzato dalla Condotta Slow Food di Ischia e Procida nell’ambito del Terra madre Day. Protagonisti indiscussi di una simbolica gara di biscotti sono stati i bambini, studenti delle classi terze e quarte di Fiaiano, Piedimonte e Fontana. Tema di quest’anno è stato “Ama la terra difendi il futuro” e chi meglio dei più piccoli dell’isola avrebbero potuto rappresentare le sentinelle della madre terra? “Noi impastiamo per crescere e conoscere, assaggiare e difendere i prodotti della terra, noi siamo le sentinelle della madre terra”. È questa la frase che ciascuno di loro ha portato con orgoglio impressa sul cappello, indossato per avventurarsi in una divertentissima gara di biscotti. «La nostra speranza – ha dichiarato Silvia D’Ambra portavoce della condotta Slow Food – è cercare di gettare un seme nella testa e nel cuore di questi bambini sulle tematiche di ambiente, Cibo, convivialità, collaborazione, pace, agricoltura, sapori, difesa del territorio, sostenibilità e tanto altro». L’evento si è svolto in contemporanea in altre parti del mondo e non è mancato un collegamento via Skype. Dopo Israele, Marocco, l’Afghanistan, India, Russia, Nablus(Palestina) e l’ India i bambini ischitani hanno condiviso alcuni momenti della giornata con studenti della Laguna di Venezia che li hanno condotti sull’isola di Murano. In un primo collegamento le prime fasi del conoscersi. «Perché Venezia è stata costruita sull’ acqua?», chiede uno dei bambini ischitani tra il rumore di un vaporetto e l’altro; «per scappare dai barbari», gli rispondono con il tipico accento veneziano. «Qual è il vostro piatto tipico?», gli chiede ancora qualcuno, «sarde in saor e pesci della laguna, e il vostro?» e la risposta degli ischitani è all’unisono: «il coniglio!». Saluti e appuntamento di lì a mezz’ora. I bambini ischitani si distribuiscono così intorno ai tavoli formando tre squadre che prendono il nome di tre secche dell’isola: quella delle Formiche e quelle di Bellomo e Banco d’Ischia. Le regole sono poche e semplici: non mischiare cioccolata e marmellata, usare o le mani o il cucchiaino, e realizzare biscotti dalle giuste dimensioni né troppo sottili né troppo doppi. I bambini iniziano così a dar forma ai panetti di pasta frolla con la loro fantasia, c’è chi realizza dei cuori, chi dei pupazzi di neve e chi dà ai biscotti la forma di ciambelle. Tre le marmellate disponibili per la farcia accomunate dal fatto che provengono da territori che la scorsa estate sono stati devastati dagli incendi: quella con i fichi dei Maronti ad esempio o l’altra con le albicocche vesuviane. Tra un biscotto e l’altro non mancano slogan come “Uniti vinceremo” o cori dedicati al compagno di classe bloccato a casa per un incidente. Intanto, mentre i bambini impastano, i giudici girano tra i tavoli: saranno loro a decretare i vincitori della giornata. Con lo chef padrone di casa Pasquale Palamaro e il pasticciere Nello Iervolino i biscotti sono pronti per andare in forno, saranno loro a controllare la cottura. Intanto c’è tempo per un altro collegamento; i bimbi veneziani sono arrivati a Murano e da lì, all’interno di una storica fornace, faranno conoscere agli ischitani l’antica arte della creazione del vetro. Verso mezzogiorno il momento del verdetto. In giuria oltre a noi de Il Golfo, i giornalisti Pasquale Raicaldo e Maria Funiciello, gli chef Agostino D’Ambra, Pasquale Palamaro, Yayoi Hashizume, il pizzaiolo Ivano Veccia, il pasticciere Nello Iervolino, il comandante della guardia di Finanza e naturalmente lui, l’instancabile Riccardo D’Ambra. E’ toccato ai portavoce delle tre squadre presentare il lavoro fatto senza tralasciare dettagli su ingredienti utilizzati come l’albicocca “petecchia” proveniente dal Vesuvio che è poco dolce o i fichi dei Maronti che ricordano l’estate e le feste. «Abbiamo usato le bucce dell’arancia, vengono dalla Sicilia, hanno la polpa rossa dal sapore dolce i nostri biscotti sono buonissimi perché li abbiamo fatti noi con le nostre mani», così uno dei portavoce al microfono davanti la giuria. «Siamo contenti del vostro lavoro, ma soprattutto per quello che avete imparato oggi. Il cibo ha una storia e va rispettata. Tra una merendina confezionata e un biscotto fatto in casa scegliete sempre quest’ultimo. Speriamo che continuerete a pasticciare con i vostri genitori o i vostri nonni», così lo chef Agostino D’Ambra. A vincere per Il lavoro di squadra fatto, sapore dei biscotti e la presentazione delle squadre, ovviamente, sono stati tutti i bambini che felici hanno condiviso e festeggiato insieme il risultato. «La magia di Terra Madre day Merendiamoci si è compiuta e ringrazio i bambini, le maestre e con loro i miei compagni di avventura folle. La chiocciola di Slow Food – ha dichiarato Silvia D’Ambra a fine giornata – ci insegna che il cibo non è nutrimento, ma accoglienza, come quella della famiglia Carriero che ci apre sempre con affetto le porte del Regina Isabella. Il cibo è incontro, è attenzione all’ambiente, abbiamo scelto le marmellate di 3 zone colpite da incendi come albicocca Vesuviana e fichi dei Maronti, è legalità e la presenza dei rappresentanti di forze dell’ordine come Finanza e Carabinieri ci ha dato opportunità di parlare di difesa dell’ambiente e della legalità che spesso nel cibo non è proprio al primo posto. Gli chef presenti ci hanno insegnato come trattare il cibo e come lavorarlo affinché chi produce cibo con fatica venga rispettato. Il cibo è supportare un’ idea folle e se non ci si crede in tanti non funziona. Anche quest’anno la magia c’è stata e ringrazio i bimbi che ci aiutano a realizzarla! Sono felice di coltivare il futuro con tutti voi!»

 

 

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