CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME Ischia, ricomincia il loop tra maree turistiche e amnesie

di Lisa Divina

Nel pieno della primavera si può finalmente dire che Ischia è attiva. I ristoranti affilano i menù, gli alberghi corrono ad accogliere gli ospiti prenotati e i negozietti turistici aspettano di battere cassa. Ed eccoci qui pronti a tuffarci in questa marea, tra flussi turistici e contanti. Ormai, anche quest’anno, il dado è tratto, non si può sfuggire alla bella stagione incombente su tutti noi ischitani. Mentre qualcuno andrà a zonzo a caccia di brio, cocktail e avventure fugaci, qualche altro si rimbocca le maniche e carico di buone aspettative si prepara al massacro estivo del duro lavoro imposto dal Sole. Attenzione però, non tutti sono così entusiasti dell’arrivo della bella stagione. Invero c’è un’altra anomala categoria di ischitani, quelli che non gli cambia un piffero, non gli importa di spiagge affollate e festini rumorosi né tanto meno hanno interesse commerciale sul turista.

Più che altro vivono la loro vita a prescindere dall’influenza stagionale. Ma questi “alieni”, per (s)fortuna sono pochi, quindi parleremo dei molti! Della massa, insomma. Come se un amnesia invernale avesse cancellato a questa informe “cosa” ogni singola esperienza fatta nell’anno precedente. Una massa che ripercorrerà le solite vie piene di buche e bieche, senza ricordare il passaggio già percorso nei cicli precedenti di cui, ahinoi, i singoli spesso non hanno alcuna memoria. “Finalmente è arrivata l’estate” esclamano con gioia. “Ci voleva un po’ di gente, dai” diranno e si convinceranno che “adesso si lavora per fortuna” (mentre la Dea bendata non sa nemmeno che esistiamo, ma questa è un’altra storia). Direte, Beh che c’è di sbagliato? Nulla, infatti non è ciò che viene detto che risulta errato ma ciò che NON viene fatto. Siamo spinti a pensare che basta “esserci” anche solo come una sagoma che non contiene nulla, per poter dire “io c’ero e ho fatto il mio”. Ma per poter dire di aver fatto non basta la mera apparizione della nostra immagine in un dato contesto, magari testimoniata dal reel su Instagram. Anzi semmai è il contrario perché le persone che fanno non sono sul palco ma dietro le quinte. Sono quelle persone che silenziosamente e umilmente permettono alla giostra di girare e proprio perché non appaiono in un luogo definito sono in grado di operare per smuovere anche solo di pochissimo tutto l’intero sistema che si manifesta. Si può notare questo fenomeno proprio perché anno dopo anno, estate dopo estate, le storie si ripetono in un loop infinito, dove solo poche deviazioni riescono con estrema fatica a creare la bolla nella quale poter proseguire lo sviluppo che perpetuano, al di là della massa che involve collassando su se stessa. Insomma qui, a Ischia, la ripetizione per noi diviene una condanna nel girone della diabolica perseveranza che si consuma ogni anno sotto il Sole e gli occhi ciechi della massa, nel perverso gioco delle amnesie invernali. Ma non è tutto inutile perché gli “alieni” osservano e valorizzano anche l’esperienza altrui, cogliendo l’insegnamento che ne deriva anche se chi lo vive non si è accorto nemmeno di esistere.

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