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Villa Joseph, fumata grigia dal summit al Capricho

Ieri l’incontro tra i sindaci isolani per valutare possibili “ciambelle di salvataggio” in favore della residenza per anziani che è in una drammatica situazione finanziaria. Ma presto ci si rivedrà alla presenza degli orionini, che in questa vicenda non possono più svolgere un ruolo da spettatori

L’incontro alla fine c’è stato, e nonostante qualche perplessità della vigilia è stato anche decisamente partecipato, con la presenza dei protagonisti della vita politica isolana. Ieri pomeriggio, presso i locali ex Capricho di Casamicciola, gli amministratori isolani si sono riuniti per discutere della delicata situazione in cui versa Villa Joseph, che è sul punto di chiudere i battenti a causa di una situazione insostenibile dal punto di vista finanziario, con perdite che vengono stimate dallo stesso amministratore Nando Scarpa in almeno diecimila euro al mese. E così al capezzale della casa di riposo per anziani sono giunti oltre al padrone di casa Giovan Battista Castagna, i sindaci Enzo Ferrandino (Ischia), Giacomo Pascale (Lacco Ameno) e Dionigi Gaudioso (Barano) mentre Forio era rappresentata dal vicesindaco Mario Savio. Assente il solo Comune di Serrara Fontana, verosimilmente per l’assenza dall’isola del commissario prefettizio Sabrina D’Angeli.

A prendere per primo la parola è stato l’amministratore di Villa Joseph Nando Scarpa, che ha risposto ad alcune domande rivoltegli dagli amministratori presenti, che avevano ovviamente necessità ed interesse ad essere eruditi su dettaglio della vicenda. Scarpa ha ricordato come sulla struttura siano stati effettuati interventi per circa un milione di euro e che attualmente la capienza di soli 18 ospiti non consente di riuscire a far quadrare i conti, e ha rilanciato la proposta di fondi da reperire dalle politiche sociali da destinare ai meno abbienti che – aggiunti alla pensione che gli stessi percepiscono – potrebbe consentire loro di potersi “permettere” la retta mensile che a quanto sembra oscilla tra i 1.200 e i 1.300 euro. Una soluzione questa non propriamente gradita ai primi cittadini per due ordini di motivi: il primo è dettato dal fatto che con questi parametri sarebbero centinaia se non addirittura migliaia i soggetti che potrebbero pensare di dirottarsi su Villa Joseph, che secondo la corrente autorizzazione può ospitare al massimo 42 persone. La seconda è che – se anche si volesse mettere mano alla tasca – gli enti locali non avrebbero la certezza che la struttura riuscirebbe a reggersi finanziariamente, dal momento che per il pareggio di bilancio occorre la presenza di almeno 35 anziani ospitati presso la casa di cura.

Insomma, la situazione sembrava essere simile a uno dei quei labirinti che una volta entratoci dentro fai davvero fatica a uscirne, fino a quando i presenti al tavolo hanno capito che mancava un “commensale” e di quelli d’eccezione, ossia Don Orione. Villa Joseph non può avere alcun cambio di destinazione d’uso, perché lo prevedono atti e documenti ma è chiaro che gli orionini devono capire cosa vogliono fare da grandi e soprattutto non possono girarsi dall’altra parte di fronte a una situazione che non può condurre altrove che a un inevitabile default. E così i sindaci si sono lasciati con la promessa di rivedersi presto con l’interlocutore ieri assente ed a quel punto provare a gettare le basi per salvare una struttura che rappresenta in ogni caso un patrimonio della nostra isola. Vedremo dal prossimo summit cosa ne verrà fuori, ma allo stato dell’arte c’è una certezza anzi due. La prima è che il 15 luglio Villa Joseph non chiuderà, la seconda è che continuerà ad accumulare debiti.

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