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Monte Vezzi, dieci anni dopo nulla è cambiato

Di Isabella Puca

Ischia – Monte Vezzi, 10 anni dopo. Lo scenario sembra essere meno apocalittico rispetto a come si presentava 10 anni fa, completamente sommerso dal fango. I due solchi che segnavano la montagna che guarda la zona dell’Arenella sembrano essersi risanati eppure, la ferita di quanti sono rimasti senza una casa, costretti a vivere nei container di Via Michele Mazzella è ancora aperta e brucia, come se la tragedia fosse accaduta appena ieri. Dopo aver riaperto questa pagina di triste cronaca, nell’edizione di ieri del nostro quotidiano, ci interroghiamo, oggi, su quanto c’è ancora da fare, su quanto era stato promesso a quelle famiglie, in modo particolare ad Orsola Migliaccio che da quel giorno è rimasta completamente sola, senza più una famiglia né una casa dove potersi raccogliere, al caldo, per lenire le sue sofferenze. Tra i container vivono almeno 6 famiglie molto numerose; alcuni di questi cadono a pezzi e per avere l’acqua calda sono costretti, il più delle volte, a scaldarla sul fornetto a gas. Il 18 marzo dello scorso anno, durante una celebrazione in piazzetta promossa dal comitato spontaneo e che ha visto apporre una targa per ricordare le vittime di quel 30 aprile 2006, Luigi Buono e le sue tre figlie Anna, Maria e Giulia, erano presenti anche le istituzioni, le stesse chiamate a rispondere alla necessaria domanda: quando una casa per gli sfollati? L’allora assessore Isidoro Di Meglio sottolineò l’impegno del comune per accelerare l’iter dei tre progetti nonostante le denunce e le diffide ricevute. Il primo riguardava la costruzione di 19 appartamenti a Campagnano che sembrava essere al vaglio finale. Addirittura si parlava di una settimana – era però il 18 marzo 2015 – e ad oggi nulla è cambiato. Gli altri due progetti riguardavano la messa in sicurezza della montagna con l’allargamento della strada per il drenaggio delle acque per il quale si attendeva l’appalto dei lavori. Abbiamo chiesto all’architetto Silvano Arcamone lo status di questi tre progetti e, purtroppo, lo scenario resta quello di sempre. «Per quanto riguarda la costruzione dei 19 appartamenti in quel di Campagnano – ha dichiarato il dirigente tecnico – c’è un progetto definitivo, ma il problema è di carattere burocratico. La realizzazione di questo lotto era già prevista tra le edilizie economiche popolari che furono fatte a Campagnano. Vi era un lotto mai eseguito su cui dovevano essere realizzati questi appartamenti. Il problema è che in quella zona vi è un diritto di superfice concesso alla cooperativa che allora doveva fare i lavori. Dunque,  c’è questo problema di competenza sull’area e c’è da affrontare questa criticità. Avendo il diritto di superfice bisogna capire, dal punto di vista amministrativo, come è più corretto muoversi». Dunque, pur essendoci un progetto definitivo già pronto, prima dell’inizio dei lavori c’è un cavillo di natura burocratica da risolvere. L’altro intervento previsto dall’Amministrazione comunale ischitana riguarda via Arenella e anche lì si parla di ancora un anno d’attesa prima di vedere l’inizio dei lavori, «il progetto è stato redatto – dichiara ancora l’architetto Arcamone – la conferenza dei servizi è stata chiusa favorevolmente e bando di gara è pronto. Lo stavano pubblicando solo che non ce l’hanno fatta entro il 18 aprile, data in cui è entrata in vigore il nuovo codice degli appalti; per cui ora devono rivedere il bando secondo il nuovo codice e pubblicarlo. Su questo lotto, considerando i tempi di pubblicazione e lo svolgimento della gara, l’inverno prossimo  dovrebbero iniziare i lavori». Il terzo e ultimo intervento riguarda la prima traversa Arenella, ex via Tirabella, dove sono previsti degli ampliamenti, «anche per quest’intervento – ci ha detto ancora Arcamone – abbiamo un progetto definitivo, ma essendo previsti degli ampliamenti vanno fatti degli espropri. Ci sono tutti i pareri, quelli della Soprintendenza, e quelli del Comune, ma va apposto il vincolo preordinato dell’esproprio li dove c’è ampliamento della strada per motivi di sicurezza. Avverrà nei prossimi consigli comunali. Per quanto riguarda i tempi di partenza, prevedendo questa procedura, il rinvio degli atti alla Provincia e la presa d’atto al Consiglio Comunale, i tempi sono ampi. Dopo questo andrebbe fatta la gara e quindi possiamo parlare di almeno un anno». Dunque, questa degli sfollati di Monte Vezzi sembra essere una storia infinita, i tempi di realizzazione dei tre progetti, in modo particolare quello che vede la sistemazione di quelle famiglie costrette a vivere nei container in delle vere e proprie case, sembra un lontano miraggio. E mentre a pochi passi da via Michele Mazzella la vita dell’isola continua come se nulla fosse successo, tra mille turisti che decantano le nostre bellezze, qualcuno è costretto a vivere tra le lamiere, soffrendo il caldo d’estate, il forte freddo d’inverno. Tra questi i bambini, che da quando sono nati non sanno neppure cosa vuol dire vivere in una vera casa.

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