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Spaccio di droga, la difesa: «Liberate Caliendo»

Si è svolta ieri l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame per la discussione del ricorso inoltrato dalla difesa di Giuseppe Caliendo. L’isolano era stato tratto in arresto lo scorso venerdì 29 dicembre insieme a Mirko Ianuario, Giuseppe Iacono, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, con l’accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Caliendo era difeso dall’avvocato Cristiano Rossetti.  La strategia difensiva si è basata sulla contestazione dei presupposti che il pubblico ministero ha posto a base dell’ordinanza cautelare. In primo luogo, essa non avrebbe motivato le esigenze cautelari, che secondo la difesa comunque non sussistono. La carenza di motivazione si esplica nella mancata indicazione degli elementi dai quali desumere l’esistenza del pericolo di recidiva  che secondo il Gip giustificherebbe l’applicazione della misura. Il Gip non avrebbe valutato una serie di circostanze, a partire dal fatto che il Caliendo svolgeva una normale attività lavorativa, circostanza già documentata in sede d’interrogatorio: l’indagato dunque non aveva alcuna necessità di spacciare per potersi garantire la sostanza stupefacente destinata ad uso personale. È stato inoltre ampiamente provata l’iscrizione di Caliendo al Sert, e di conseguenza la sua condizione di soggetto che abitualmente assume tali sostanze. Peraltro, secondo la difesa non si comprende quali siano le differenze, sotto il profilo delle esigenze cautelari, con gli altri due indagati, Pipolo e Florenzo, a cui non è stata applicata alcuna misura: il Gip non ha indicato altri elementi da cui desumere il pericolo di recidiva non ravvisato per gli altri. Si parla inoltre di un soggetto incensurato.

Per quanto riguarda la gravità indiziaria, gli elementi posti in rilievo dal Gip non sarebbero affatto univoci: la quantità di sostanza stupefacente si giustificherebbe infatti col fatto che il soggetto era dotato di un proprio reddito da lavoro e poteva permettersi l’acquisto di un quantitativo come quello sequestrato dalla Polizia come scorta per uso personale. C’è da considerare anche il fatto che uno degli indagati, Mirko Ianuario, aveva comunicato ai suoi abituali clienti la sua intenzione di allontanarsi dall’Europa per qualche tempo, oltre alla circostanza che egli era solito vendere quantitativi non inferiori ai cento grammi. Motivi per i quali i clienti avevano acquistato rilevanti quantità di stupefacenti, in modo da costituirsi una scorta che potesse durare per tutto il periodo d’assenza dello Ianuario. Tutte valutazioni che dovrebbero valere anche per Caliendo per il quale, anzi, a maggior ragione, è stata dimostrata la già accennata condizione di abituale consumatore. Infine, il bilancino rinvenuto dalle forze dell’ordine sarebbe un semplice bilancino da cucina, non costituendo uno strumento “specialistico”. Anche i precedenti acquisti di sostanza da parte del Caliendo secondo la difesa non muterebbero il quadro indiziario. La decisione del Riesame è attesa entro breve, in ogni caso entro il termine massimo del 19 gennaio. Nel frattempo, a giorni sarà discusso dinanzi il Tribunale “della libertà” anche il ricorso di Giuseppe Iacono, anch’egli ristretto ai domiciliari, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Meglio.

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