CULTURA & SOCIETA'

Wolff, Van Patten, Deutch, Fiennes: tra set e social, le nuove stelle del cinema a Ischia Global

I millennials invadono lo schermo pronti a diventare i protagonisti dello showbiz del futuro. Giovani, carini, quasi sempre figli d’arte e con un background di tutto rispetto. La nuova generazione di Hollywood e dintorni si racconta alla kermesse dell’estate

Il dilemma è irrisolto: essere figli (o nipoti) d’arte è una fortuna o un macigno?

Certo, possedere un cognome importante è spesso la chiave che apre più facilmente alcune porte e semplifica l’ingresso nel mondo dello spettacolo. Il cammino però diventa presto accidentato; sono tutti lì a giudicare quanto vali e metterti con gli illustri parenti. La familiarità col set, i media l’invadenza dei riflettori aiuta, poi occorre metterci del proprio. Come tentano di fare le giovani stelle che Ischia Global sta ospitando in questi giorni al festival dell’estate. Provando cioè a sviluppare in proprio una capacità creativa autonoma e personalissima. Come sta facendo Zoey Deutch (figlia della Lea Thompson di “Ritorno al futuro”), grazie a una verve che l’ha già consacrata principessa della commedia brillante o come tenta di fare il nuovo idolo delle teenager Hero Fiennes Tiffin (della dinastia britannica dei Fiennes), baby attore in “Harry Potter e il principe mezzosangue”, esploso con “After” e già pronto al secondo capitolo “After we collided”, ancora tratto dalla saga best seller di Anna Todd.

Più poliedrici Nat e Alex Wolff, figli di uno stimato musicista jazz e della cinesta-scrittrice Polly Draper. Newyorkesi, poco più che 20enni, hanno all’attivo dischi e film. Qualche volta insieme e qualche volta no. Alex (il minore) ha presentato al festival in anteprima mondiale “The cat and the moon”, storia di una studente orfano di padre (un musicista suicida) e con una madre borderline ricoverata in rehab. Incassati gli applausi, è partito per il Veneto dove – pare – abbia incontrato Luca Guadagnino, ormai pronto a girare la serie tv “We are who we are”.
Natt, il maggiore, è rimasto qualche giorno in più a Ischia con la sua fidanzata, l’attrice Grace van Patten (nipote di Dick van Patten, celebre papà della “Famiglia Bradford”). «Crescere con un padre musicista e una matrice scrittrice non è stata una passeggiata, ed era quasi inevitabile che finissimo per fare questo lavoro. A quel punto sarebbe stato più coraggioso fare il medico con l’avvocato invece abbiamo no intrapreso il cammino più logico ma anche più insidioso. Insieme abbiamo sempre condiviso le nostre idee e i nostri progetti. Ho seguito Alex per questo film sin da quando ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura, ho anche finto di averlo coprodotto per spingere le vendite sul mercato straniero. Collaboriamo da sempre e andiamo molto d’accordo.»

Nat sarà presto sugli schermi con ‘Mainstream’, di Gia Coppola, quarta generazione di una dinastia reale del cinema americano. «Gia – sostiene Nat – è la prova vivente che la bravura, le capacità, il talento, si trasmettono geneticamente. In quella famiglia chiunque si occupa di cinema fa sempre delle cose straordinarie. Il film è un triangolo amoroso, ci sarà anche Andrew Garfield e parlerà del tentativo di sottrarsi al dominio dei social media e alla dipendenza di cui soffriamo un po’ tutti.»

Anche voi? «Sì, purtroppo. Io e mio fratello abbiamo 2 milioni di follower a testa e questo è importante soprattutto per fare promozione ai nostri lavori. Oggi, se vuoi far sentire qualcosa di tuo, non hai più bisogno di passare attraverso le case discografiche. Anche al cinema, le piattaforme hanno sostituito gli studios e la sala cinematografica. YouTube ha avuto il ruolo di rivoluzionare completamente l’impatto della musica. Tanti video di giovani artisti diventano virali, negli Usa soprattutto per l’hip hop. Nella professione hanno risvolti estremamente positivi, nella vita reale possono rivelarsi un disastro.»

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Grace van Patten, 23 anni a novembre, ha debuttato all’età di 8 anni sul set de “I Soprano”. Poi “Boardwalk Empire” e qualche film di culto: “Tramps”, “The Meyerowitz Stories” (era la figlia di Adam Sandler) e soprattutto “Under the silver lake”, diretta da David Robert Mitchell.

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«Dopo Cannes, il film è scomparso anche in America. In realtà, è uscito in alcune sale a New York e in altre città degli Stati Uniti, ma non so esattamente cosa sia successo. Per me è stata un’ esperienza meravigliosa lavorare con un regista geniale e recitare accanto a Andrew Garfield. Il film mi ha permesso di fare un’esperienza bellissima, interpretando una ragazza totalmente pazza e selvaggia. Una novità assoluta, per me.»

«Ora sono in vacanza in Italia. Amo Ischia, è il secondo anno che vengo e mi piacerebbe tanto visitare Pompei. Ho appena finito ho le repliche di una rappresentazione teatrale insieme a Glen Close dove interpreto Giovanna d’Arco. Esperienza intensa, fisicamente molto impegnativa, la cosa più tangibile che abbia mai fatto. Essere lì, dal vivo, in teatro, dove senti gli applausi e quasi il respiro del pubblico è una cosa gratificante e al tempo stesso spaventosa. Non è come al cinema, dove ti puoi fermare, rifai la scena, poi c’è il montaggio. Sul palcoscenico hai tutti gli occhi puntati su di te.»

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