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Parcheggio Jolly, progetto folle: l’atto d’accusa degli albergatori

Un incontro che sulla carta avrebbe dovuto tornare utile per rimuovere una serie di dubbi e perplessità ma che a quanto pare ha finito per ingigantire gli stessi. Ci riferiamo al summit che si è svolto giovedì pomeriggio e che ha visto tra i presenti gli albergatori interessati dalle concessioni termali della zona per capire se il tanto agognato restyling del parcheggio di via Alfredo De Luca – quello ex Jolly, per intenderci – corre il rischio di rappresentare un pericolo piuttosto che un’opportunità. All’incontro, oltre agli operatori della zona, erano presenti un geologo e due architetti, secondo le notizie in nostro possesso non c’era alcuna rappresentanza politica del Comune di Ischia. Il summit ha avuto uno svolgimento ed un epilogo a dir poco surreale: gli albergatori, infatti, erano giunti in zona per verificare se le preoccupazioni a più riprese espresse per la falda di acqua termale fossero fondate o meno, ma si sono ritrovati dinanzi ad un progetto che definire un vero e proprio obbrobrio rappresenta davvero un eufemismo. Insomma, la preoccupazione doveva essere una ed è diventata improvvisamente un’altra.

A quanto si apprende agli imprenditori presenti sarebbe stato mostrato anche un progetto che convincerebbe ben poco e per tutta una serie di motivi. La prima è che il parcheggio viene ritenuto ad occhio nudo un’opera di grande impatto per l’ambiente e la zona in cui si trova, andandosi a collocare un metro da terra. Come se non bastasse le auto dovrebbero salirci sopra e quindi l’altezza diventerebbe ancora maggiore. E’ come – ci ha confidato uno dei presenti – vedere un cubo con duecento-trecento macchine sopra. Saremmo davanti a un’opera dai contenuti decisamente più devastanti del solito. Per fare un esempio mentre i progetti di Piazza degli Eroi o quello realizzato all’epoca della nuova Piazzetta San Girolamo possono piacere o non piacere ma rimanevano all’interno di determinati “parametri” dal punto di vista dell’impatto ambientale, il parcheggio del Jolly finirebbe decisamente con lo “strabordare”. Il fatto di uscire fuori terra lo rende poco armonioso e per gli albergatori rappresenta un’opera mostruosa realizzata per giunta nel centro di Ischia. E tutto questo senza  probabilmente apportare nemmeno vantaggi sulla riduzione del traffico, visto che il numero di macchine che potrebbe contenere non sarebbe affatto superiore a quello attuale, anzi…

Albergatori visibilmente sotto choc, dunque, dopo aver visto con i loro occhi quello che dovrebbe andare a configurarsi. Il progetto pare sia stato modificato addirittura sei volte e proprio in una delle ultime modifiche apportate – con l’evidente intento di non arrivare alla falda acquifera che dovrebbe trovarsi intorno ai tre metri e mezzo – lo scavo sarebbe stato ridotto di un metro e di conseguenza la costruzione alzata della stessa altezza. Il risultato conclusivo, a conti fatti, dovrebbe portare ad erigere uno scatolone rettangolare di quindici metri per settantacinque, un metro fuori terra confinante con l’albergo Re Ferdinando. Più o meno dove insiste attualmente l’edicola, sarà collocata una rampa per far salire le auto nel parcheggio. Peraltro, secondo quanto si vocifera, un geologo che rappresentava la cordata degli albergatori avrebbe detto ai suoi interlocutori nel corso della riunione che la situazione di pericolo per le falde acquifere resterebbe comunque nonostante le precauzioni che sarebbero state prese alla bisogna. Insomma, ci sarebbe ben poco da stare allegri, a volerla dire tutta.

Le preoccupazioni, ad onor del vero, sono state anche esternate pubblicamente da alcuni addetti ai lavori. E’ il caso di Sandro Florenzo, proprietario dell’Hotel Oriente il quale riferisce che «con alcuni colleghi e dei tecnici, ci siamo riuniti per esaminare il progetto di rifacimento del parcheggio Ex Jolly (quello che sta alle spalle dell’edicola) per valutarne l’impatto sulla falda termale a cui, con le nostre concessioni, attingiamo e alimentiamo i nostri stabilimenti termali. I tecnici ci diranno se è pericoloso o no». Un commento, quello relativo al summit di cui sopra, cui poi lo stesso Florenzo mette il resto, come si dice in gergo, rincarando la dose e sintetizzando quanto sopra raccontato: «La cosa però che mi ha sconvolto è il progetto in se stesso che, da quello che ho potuto capire, è un vero e proprio Mostro. È un cubo di cemento armato largo 15 metri (dico 15!) e lungo 75 metri (dico 75!), un metro fuori terra (cioè un metro più alto dell’attuale parcheggio) sul cui tetto, salendo una rampa, si posteggeranno le auto. Praticamente le auto parcheggeranno su questo enorme cubo un metro più in alto della piscina del Re Ferdinando, e un metro più in alto di via Alfredo De Luca (dove adesso c’è l’edicola). Io credo che questo progetto sia un puro e genuino delirio e un’enorme pazzia (per non chiamarlo in altra maniera)». E quell’altra maniera, immaginiamo abbiate capito con quale termine avrebbe dovuto essere esplicato. Meglio far scattare il classico “bip”.

Gaetano Ferrandino

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