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Consiglio a Casamicciola: scontro per mercato e tributi

DI FRANCESCO FERRANDINO

CASAMICCIOLA TERME.  Seduta alquanto tempestosa quella di ieri pomeriggio, durante il quale si è riunito il civico consesso di Casamicciola in Piazza Marina. Il consiglio del comune termale comincia col consueto ampio ritardo, alle ore 15:10 (invece delle 14), con una piccola disputa tra maggioranza ed opposizione in merito all’agibilità dei locali dove si tiene l’assemblea, eccezionalmente tenutasi al Capricho, a causa di alcuni lavori in corso presso l’abituale sede di Palazzo Bellavista. Per l’occasione, le funzioni di segretario comunale vengono ricoperte dalla Dott.ssa Montesano, appena entrata in carica presso il comune di Lacco Ameno (lo scorso 7 ottobre), all’uopo nominata dal vice-prefetto come segretario “reggente” per il consiglio di ieri.  Il primo punto all’ordine del giorno è costituito da varie comunicazioni. Sul punto, il Sindaco chiede che, in futuro, la minoranza esponga le proprie interrogazioni per iscritto, allo scopo di poter meglio rispondere alle legittime domande dell’opposizione.  Poco diplomatica la risposta del consigliere Arnaldo Ferrandino, che invita il sindaco a leggere i verbali dello scorso consiglio, oltre ad attaccare il primo cittadino sulla questione del Capricho, sede preferita dal consigliere Ferrandino rispetto alla sala consiliare del Bellavista, da lui definita come un locale di servizi igienici (usiamo un eufemismo). L’ex sindaco non fa sconti nemmeno riguardo l’accordo con la CPL, in quanto, a suo dire, l’attuale primo cittadino aveva assicurato di aver effettuato le opportune verifiche, salvo poi venire a conoscenza del fatto che solo successivamente egli aveva scritto alla Procura. Il Presidente D’Ambrosio fa appena in tempo a pretendere dai consiglieri termini più consoni e moderati, che il Sindaco Giambattista Castagna reagisce, rivendicando che,  per quanto riguarda il Capricho, egli cominciò il  mandato proprio tentando un recupero gratuito della struttura, che Arnaldo Ferrandino aveva lasciato che si trasformasse in un rudere abbandonato, ma che l’amministrazione attuale punta a recuperare in pieno. Per quanto riguarda la CPL, Giambattista Castagna rivendica l’opportunità di non perdere una giusta occasione di sviluppo per il Paese, e di aver cercato le adeguate informazioni presso la Procura, mentre l’amministrazione sta compiendo una corsa contro il tempo per non perdere i finanziamenti destinati ai lavori nella Casa Comunale.  La corte dei conti, annuncia il sindaco, ha depositato oltre cento pagine di motivazioni sul rifiuto del piano di predissesto: «Ora – afferma GB Castagna – abbiamo trenta giorni per fare ricorso. Possiamo svolgere un consiglio comunale ad hoc. Sarà necessaria la disponibilità del revisore dei conti». Sul punto, il presidente D’Ambrosio si fa promotore di un accordo con la minoranza per stabilire un consiglio sul tema. Si passa poi a parlare delle autorizzazioni per l’attività del mercato comunale. Interviene il consigliere Luigi Mennella, per il quale non esiste nessuna autorizzazione per il mercato,  puntando il dito contro la mancanza di controlli, e lamenta anche la mancanza di autorizzazione dell’ASL. In pratica, secondo la conferenza dei  servizi dello scorso 23  settembre, nessuno dei venditori è autorizzato. L’architetto conclude minacciando di segnalare il tutto alla Procura e al capitano Centrella dei Carabinieri riguardo tale situazione. Sul punto risponde direttamente il sindaco, che rivendica la necessita di introitare per le casse del comune, che quest’anno hanno ricavato quasi novantamila euro dall’attività di mercato, oltre a sottolineare di aver predisposto adeguati e perentori controlli settimanali nelle giornate di lunedì e venerdì. Per Arnaldo Ferrandino, l’amministrazione sta cercando di correre ai ripari soltanto dopo aver ignorato per un anno e mezzo i controlli per la verifica dei venditori non più in regola perché morosi verso le casse comunali, e di accelerare i tempi solo ora che la Corte dei Conti non ha approvato il predissesto. Il sindaco ribatte affermando che quando venne informato delle irregolarità,  stabilì immediatamente di impedire l’attività mercatale ai morosi e di  far entrare in graduatoria altri venditori, ma gli uffici eccepirono problemi inerenti al rifacimento di bandi e  regolamenti. In sostanza, per il primo cittadino, l’amministrazione ha dovuto fare i conti con l’incertezza riguardo alla competenza tra gli uffici dirigenziali per l’applicazione dei regolamenti sull’attività di mercato.  Mennella risponde asserendo che le autorizzazioni erano decadute, oltre ad accusare il sindaco, che sarebbe costretto a “pagare cambiali elettorali” favorendo taluni commercianti. Secondo l’architetto di “Nuova Casamicciola”, il sindaco tramite una conferenza dei servizi non può scavalcare le leggi della Repubblica, e il mercato non poteva essere aperto, mancando le autorizzazioni igienico-sanitarie, stante il fatto che il sindaco è la massima autorità in materia. Mennella inoltre torna su un tema già più volte dibattuto, quello secondo cui l’opera prestata dall’ing. Gaetano Grasso è illegittima secondo la cosiddetta “circolare Madia”. Per il sindaco, l’agire dell’amministrazione è stato corretto, dal momento che anche il comune di Foggia ha utilizzato un dirigente con le stesse modalità poste in essere a Casamicciola. Il dibattito a questo punto si surriscalda, con urla e strali reciproci tra il Sindaco e Lugi Mennella, conditi da minacce di denunce incrociate. In un attimo di tregua, il consigliere Frallicciardi porta all’attenzione del Consiglio la necessità della pulizia di caditoie e griglie per la raccolta dell’acqua piovana, che hanno evidenziato criticità durante le piogge degli ultimi giorni, rassicurato dal sindaco il quale afferma che si sta già provvedendo. Il secondo punto in discussione, concerne il regolamento comunale per la disciplina del commercio al dettaglio sulle aree pubbliche in forma itinerante in occasione delle ricorrenze e delle festività civili e religiose. Il nodo principale ruota attorno alla sovrapposizione tra due regolamenti, quello originario e quello approvato poco più di un mese fa, anche a causa di un errore materiale del segretario Terracciano che non riportò la volontà del consiglio, secondo cui le autorizzazioni al mercato vanno rilasciate all’ufficio Attività Produttive. Per Luigi Mennella, tale dualismo rappresenta un grave pericolo per la corretta applicazione della norma. Gran parte del dibattito si indirizza sui criteri di assegnazione ai vari venditori delle autorizzazioni di commercio, per stabilire l’ordine di rilascio delle stesse. Maggioranza e opposizione convergono sull’opportunità di dare precedenza ai portatori di handicap, che diviene così il criterio primario. Ma anche in questo caso non mancano i toni alti, con un violento alterco tra il sindaco e Arnaldo Ferrandino, che accusa il primo cittadino di non combattere tendenze clientelari nelle attività dei mercati. Il consigliere Nunzia Piro sottolinea tre esigenze principali: l’opportunità che il comune all’inizio di ogni anno rediga un elenco delle manifestazioni che si svolgono nel comune, poi la definizione di  un termine temporale entro cui presentare domanda per venditori, infine  bisogna stabilire il numero dei posti disponibili per ogni singola manifestazione. Sul punto, il Consiglio trova l’accordo, stabilendo in particolare che le domande di autorizzazione vadano presentate o debbano pervenire all’ufficio del protocollo nel periodo compreso da venti a cinque giorni prima dell’evento. Per quanto riguarda i criteri di rilascio delle autorizzazioni, l’ordine concordato è il seguente: prima i portatori di handicap, poi l’ordine cronologico di acquisizione al protocollo generale della richiesta, di seguito l’  “anzianità di servizio” alla singola manifestazione, e infine l’anzianità di iscrizione al registro delle imprese. Un punto che richiede ulteriore dibattito è quello delle manifestazioni “patrocinate dal comune” (quindi già previste di volta in volta da apposita delibera di giunta), cioè non religiose, ma anche sul tema si concorda lo stesso ordine preferenziale, con l’eliminazione del criterio “cronologico”. Trovato un accordo, si procede alla votazione, dapprima articolo per articolo, che vengono approvati all’unanimità, ma tale uniformità cade al momento della deliberazione sul complesso delle modifiche, allorquando il consigliere Mennella, dichiara che pur prendendo atto e votando favorevolmente ai singoli emendamenti, avrebbe votato contro al deliberato, proprio evidenziando le criticità espresse in apertura di discussione. Anche i consiglieri di “Rispetto per Casamicciola” si allineano, così la votazione si risolve con 8 voti favorevoli, 4 contrari. Stesso esito per l’immediata esecutività. Il terzo e ultimo punto discusso, ha riguardato il regolamento generale delle entrate tributarie e la scelta delle modalità di gestione. In pratica, la volontà di esternalizzare il servizio di riscossione dei tributi. E qui la seduta si infiamma come mai nel resto del pomeriggio. Per Mennella, non si può affatto discutere tale argomento perché  in palese contrasto con l’ art. 31 del regolamento dell’imposta unica comunale (Iuc). In sostanza, per l’architetto il comune non può esternalizzare la riscossione, e la maggioranza viene in consiglio senza tener conto di norme da essa stessa approvate. Anche in questo caso, Mennella “minaccia” di scrivere alla Procura facendo presente che va modificato prima il regolamento comunale, e di denunciare Presidente e Segretario. Dopo alcune discussioni di natura tecnica sulle future percentuali che percepirà l’agenzia incaricata di riscuotere i tributi (2% per l’ordinario, 8% in fase di riscossione coattiva, 20% in caso di evasione), il dibattito si surriscalda per quanto riguarda i risvolti politici di tale orientamento. Il sindaco infatti lancia una stoccata all’ex amministrazione Ferrandino in merito alla Cogest, riferimento che provoca l’immediata reazione di Arnaldo, che chiede con particolare veemenza la parola, per spiegare le condizioni che portarono la sua amministrazione a stipulare il contratto con la Cogest, in cui le percentuali erano stabilite sulle somme accertate e non su quelle incassate. Da qui la discussione si infiamma, con violente accuse tra Arnaldo Ferrandino e il primo cittadino: si sprecano gli epiteti ad effetto (“Bugiardo!”, “Mistificatore!”), per una diatriba che progressivamente si sposta sulle responsabilità politiche del dissesto.  Le posizioni rapidamente si polarizzano, con la maggioranza che reputa lecito deliberare sul punto, mentre l’opposizione, Mennella in testa, ribadisce l’impossibilità di votare sull’esternalizzazione senza prima aver modificato il regolamento comunale. Le “minacce” dell’architetto trovano la reazione del segretario, Dott.ssa Montesano, che accusa Mennella di voler “intimidire” il Consiglio, precisando al contempo che la potestà impositiva e il controllo restano comunque al Comune e che il consesso sta decidendo soltanto sulle modalità di gestione della riscossione, senza necessità di modifiche regolamentari, in questo ricevendo la veemente solidarietà del sindaco, che si scaglia contro i mdoi “inquisitori e intimidatori” di Mennella. Quest’ultimo, dichiarando di votare contro, preannuncia l’invio della documentazione alla Procura, alla Corte dei Conti, al Comando nazionale dei Carabinieri di Roma e accusa la maggioranza di abuso di poteri (citando anche il caso particolare dell’Amca), con probabili interessi privati in gioco. Arnaldo Ferrandino, ripetendo che l’amministrazione Castagna sta cercando di far ricadere sulle precedenti amministrazioni le responsabilità del predissesto, annuncia il voto contrario anche degli altri consiglieri d’opposizione. Dopo l’abbandono del consigliere Frallicciardi, la proposta passa per otto voti a tre, compresa l’immediata esecutività. Le ostilità si chiudono quando mancano ormai pochi minuti alle ore venti.

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