CRONACA

PROCIDA Ex Chiesa di San Giacomo, passo avanti nei lavori

Parascandolo nella sua pubblicazione “Procida dall’origine ai tempi nostri” riporta quanto segue “…Nel 1656 la peste infierì anche nell’isola e dall’ora il popolo con pie oblazioni, sopra il suolo comprato a spese dell’Università eresse l’attuale Chiesa dedicata a S. Giacomo Apostolo… Nel Decennio i francesi occuparono la Chiesa e la statua del Santo passò a S. Vincenzo. Il 27 Agosto 1848 il Comune concesse quell’ edificio mal ridotto alla Confraternita dei Bianchi, il cui Oratorio, sulla Terra Murata, pericolava. Il priore Giovanbattista Farace, vincendo ostacoli di ogni sorta, restaurò il locale e nel 1856 vi trasferì la Confraternita”.

La delegata ai lavori pubblici Rossella Lauro ha reso noto: “E’ stato firmato il verbale per la consegna dei lavori per L’intervento di restauro e valorizzazione dell’ex chiesa di san Giacomo da destinare a sala polifunzionale e centro di aggregazione. Il direttore dei lavori, l’Arch. Luigi Calabrese, e la ditta esecutrice Manutenzioni SRL, con il suo referente Onofrio Amato, apriranno a breve il cantiere. Un progetto che avevamo a cuore già da qualche anno e grazie ai contributi Regionali previsti per Procida2022 siamo riusciti ad ottenere i fondi necessari per un intervento che mira a risarcire l’effetto del degrado e del cumulo dei danni provocati da azioni esterne e dall’assenza di manutenzione. L’obiettivo principale consiste essenzialmente nella cura delle patologie riconosciute utilizzando prodotti compatibili con l’originaria struttura. In presenza di localizzate lesioni, di piccola entità, verranno adoperati i necessari tagli, si procederà alla riparazione mediante catenelle di mattoni. L’intervento di recupero strutturale, da eseguire in modo puntuale, verrà completato con l’esecuzione di micro iniezioni di leganti idraulici a base di calce al fine di garantire l’eliminazione di ogni cavità. Le varie fasi, attraverso le quali si sviluppa il programma degli interventi, mirano a garantire la protezione e a rallentare il deterioramento dei materiali. Le tappe principali dell’azione conservativa sono in sostanza tre: pulitura, consolidamento e protezione. La protezione prevede sistemi di salvaguardia della compagine muraria. A presto nuovi aggiornamenti di dettaglio per seguire con attenzione le operazioni di restauro”.

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