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Cannabis, “I nostri negozi non chiuderanno”

Parla Valerio Orlando de ‘I semi della discordia’ che ha lanciato una petizione on line a difesa dei cannabis shop

“Per noi la marijuana è un diritto, non è un reato. E fino a prova contraria i negozi di cannabis light sono legali”. A dirlo Valerio Orlando, un odontotecnico che si alterna tra il centro dentistico ed i suoi affari con “i semi”. Perché i punti vendita di canna light sull’isola sono ben quattro. Tre sono quelli gestiti da Valerio Orlando. Ischia è una delle località che ha affrontato prima degli altri l’argomento della cannabis light e del suo possibile sviluppo dal punto di vista commerciale. Precursore il punto vendita ‘I semi della discordia’ di Casamicciola Terme, locale aperto nel 2016 prima dell’attuale boom. Lì dentro si vendono prodotti per giardinaggio e per fumatori. Poi c’è la bioprofumeria a Forio ed il dispensario a pochi passi dal porto di Ischia, inaugurato un anno fa. Sono negozi che ti vendono la qualunque alla cannabis, ma non lo sballo. “Chi ha dei pregiudizi nei confronti della cannabis si ferma al divieto. Chi, invece, riesce a guardare oltre la punta del proprio naso si avvicina a questo mondo e cerca di capirlo”, ci spiega Valerio Orlando che è anche uno dei maggiori attivisti campani. A lui chiediamo se davvero i negozi di cannabis light chiuderanno in seguito a una direttiva del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Il ministro fa propaganda politica. Dopo gli immigrati e la legittima difesa, adesso tocca alle droghe leggere. Ma non ci tocca. I cannabis shop sono legali. Qui non c’è spaccio e chi rispetta la legge non corre alcun rischio”, spiega Valerio Orlando. Ed aggiunge: “Negli ultimi giorni, cioè da dopo le esternazioni di Salvini, tanti ragazzi mi hanno contattato per informarsi e chiedere delucidazioni”.

E così da Ischia è partita una petizione on line diretta al ministro della Salute Giulia Grillo “chiediamo al ministro delle parole di rettifica e chiarimento, in quanto noi operatori di settore svolgiamo la nostra attività nel pieno rispetto della legge vigente”, recita il testo della raccolta firme che ha già ottenuto circa 8mila adesioni. “Il nostro è un settore in crescita, che necessita di costante ricerca e innovazione, per poter garantire prodotti certificati e di alto standard qualitativo. Per questa ragione, abbiamo bisogno di parole immediate e chiare da parte delle istituzioni, per non compromettere il futuro degli operatori del settore, che hanno investito tempo, passione e denaro per le loro attività”. Valerio Orlando lancia acqua sul fuoco. “Il polverone mediatico sollevato dal ministro dell’Interno non può colpire i cannabis shop. Chi rispetta la legge e non fa il furbo non ha nulla da temere. Ma resta ferma la necessità di una migliore regolamentazione”. La regolamentazione potrebbe imporre, ad esempio, l’ubicazione a distanza rispetto a luoghi ‘sensibili’ quali scuole, uffici pubblici e chiese. La vendita della cosiddetta cannabis light è regolata da una legge del 2016 e si basa su un principio base: è ammesso il commercio di prodotti a base di canapa purché il loro contenuto di Thc (vale a dire la sostanza che dà effetti psicotropi) sia inferiore allo 0,6%. Discorso a parte riguarda la marijuana terapeutica, che può essere venduta solo dietro prescrizione medica.

Per fare un paragone, uno spinello contiene all’incirca il 5-8% di Thc. E su questo batte Valerio Orlando. “L’uso medicale della cannabis ha una storia millenaria condivisa da molte culture nel mondo. Nella pianta sono state identificate oltre 750 diverse sostanze. Gli impieghi della cannabis ad uso medicale sono presenti in studi clinici controllati. I risultati di questi studi non sono conclusivi sull’efficacia dell’uso medicale della cannabis in alcune patologie, tuttavia vi è l’indicazione a proseguire nelle ricerche per ottenere evidenze definitive”.  “L’Italia fino ai primi del ‘900 – racconta sempre Valerio Orlando- era tra i primi produttori al mondo di canapa. Poi le cose sono cambiate ed è diventata una pianta da demonizzare. Ma così non è. Come in ogni cosa deve prevalere il buonsenso. In pochi, ad esempio, sanno che Henry Ford, il papà della casa automobilistica, progettò un veicolo costruito principalmente di fibre di cellulosa biodegradabili derivate da canapa, sisal e paglia di grano, ma, soprattutto, alimentata per mezzo di etanolo di canapa”. Correva l’anno 1941. E la vettura in questione era la Hemp Body Car, l’auto più ecologica del mondo. “Esistono – spiega ancora Orlando- anche mattoni antisismici a base di canapa, carta e plastica biodegradabile. C’è un mondo legato alla canapa che è visto solo da chi osa guardare scevro da tabù e pregiudizi”. “Sull’isola di Ischia continueremo a vendere la cannabis legale”, parola di Valerio Orlando.  

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