“Profondo” low cost, l’isola s’interroga
ISCHIA. Quella del low cost nell’industria turistica della nostra isola è una questione, anzi, una piaga ormai annosa. Eppure il servizio pubblicato ieri dal nostro quotidiano ha avuto ampia risonanza. Ci riferiamo al caso – si spera isolato – di un’offerta last minute davvero pazzesca: permanenza in albergo tre o quattro stelle per sette notti dal 3 al 10 giugno ad appena 199 euro a persona, compresa la pensione completa e persino le bevande ai pasti. Non solo: l’offerta comprende, da zero a diciotto anni, il terzo ed il quarto letto gratuito, e per sovrammercato c’è anche il bus gratuito dall’Umbria e dal Lazio. Numerose sono state le condivisioni on line della nostra prima pagina, contribuendo ad alimentare un dibattito che di fatto non si è mai interrotto, visto che ogni anno c’è chi denuncia un’attitudine che per alcuni consente la sopravvivenza del settore trainante dell’economia isolana dando lavoro a centinaia di persone e alle loro rispettive famiglie, mentre per altri saremmo il low cost rappresenta un’autentica “svendita” della nostra isola, che da decenni vede inesorabilmente spostare verso il basso il target di riferimento relativo ai turisti che scelgono Ischia. In questo contesto, è lecito domandarsi se quella attuale sia una deriva ormai strutturale e dunque difficile se non impossibile da fermare, oppure se esistano ancora margini per invertire o almeno ridurre la tendenza. Tra gli addetti ai lavori che abbiamo ascoltato, domina la consapevolezza di quanto sia impegnativo anche solo provare a cambiare rotta, anche perché il low cost diventa la spia terminale di ben altre mancanze di cui soffre l’intero comparto turistico. Anche per questo c’è chi è piuttosto pessimista sulle possibilità di cambiare le cose, e chi invece tenta di articolare un piano di azione in grado fermare la corsa al ribasso di cui “l’imperdibile” offerta da 199 euro a settimana rappresenta solo l’esempio più estremo.