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Pronto soccorso Procida, Ambrosino e Polimeni a colloquio a Roma

di Francesco Castaldi

PROCIDA – Non si ferma l’impegno di Procida per salvare il pronto soccorso dell’unico presidio ospedaliero presente sul territorio isolano, il “Gaetanina Scotto di Perrottolo” che, come ampiamente riferito nelle scorse edizioni de “Il Golfo”, nel recente passato ha strappato alla morte moltissimi pazienti, sia procidani che vacanzieri. Ieri mattina il sindaco dell’isola di Arturo, Dino Ambrosino, ha incontrato a Roma il commissario regionale alla Sanità Joseph Polimeni, che poco più di una settimana fa asserì di dover applicare anche in Campania un decreto ministeriale il cui testo impone dei sensibili tagli al settore sanitario pubblico. Quando la direttiva del ministro Beatrice Lorenzin verrà resa esecutiva, a farne inevitabilmente le spese sarà anche la piccola isola del Golfo di Napoli – che conta poco meno di undicimila abitanti – che quindi verrà privata per sempre di un servizio sanitario essenziale, con tutte le nefaste conseguenze del caso.

Nella riunione svoltasi nella Capitale – alla quale era presente anche l’onorevole Luisa Bossa , procidana d’adozione –  il primo cittadino procidano ha avuto modo di ribadire al commissario Polimeni le istanze portate avanti in questi giorni infuocati dall’intera comunità dell’isola di Graziella. Il sindaco Ambrosino, contattato dal nostro quotidiano, ha tuttavia sottolineato che l’audizione concessagli dal commissario alla Sanità campana non si è conclusa con la stipula di un accordo ben definito: «Il dottor Polimeni – ha dichiarato a “Il Golfo” Dino Ambrosino – si è mostrato molto disponibile all’ascolto e al dialogo, e ha promesso che al nostro territorio verranno garantiti adeguati livelli sanitari. Ha inoltre affermato che, per definire meglio tutti i dettagli relativi alla questione, è necessario un tavolo tecnico, che verrà convocato la prossima settimana. Noi – ha aggiunto Ambrosino – chiediamo anche per Procida l’applicazione della deroga prevista dal decreto, così come già garantito alle vicine isole di Ischia e Capri. Nel frattempo è giusto far continuare a sentire le nostre voci. Mi sento di ringraziare i procidani di origine e quelli che lo sono col cuore, perché il loro prezioso contributo è davvero determinante».

Nell’attesa che possa svolgersi questo tavolo tecnico – del quale vi daremo conto nelle prossime edizioni del nostro quotidiano – è utile evidenziare ai nostri lettori quanto scritto nel Burc della regione Campania (che è stato reso noto e pubblicato nel corso della giornata di lunedì ) in merito all’affaire “Gaetanina Scotto di Perrottolo”. «Nell’isola di Procida, con circa 10.000 abitanti, insiste attualmente un presidio ospedaliero dotato di 9 posti letto, di cui 6 di ricovero ordinario, distinti in 2 posti letto per ciascuna delle discipline di medicina, chirurgia e ostetricia. Tale organizzazione è stata determinata dal rischio di impossibilità di trasporto. Tale configurazione viene rimodulata – si legge nel documento – con la presenza di un Punto di Primo Intervento, Attività di chirurgia elettiva in regine ambulatoriale ed un Ospedale di Comunità con assistenza infermieristica, gestito dai medici di Medicina Generale. Nella gestione delle donne in gravidanza andranno definite procedure di presa in carico e di trasferimento sia in caso di emergenza che nelle attività programmate».

Una serie di disposizioni, quelle previste per Procida dal nuovo piano sanitario regionale, che sono state assunte senza tener conto delle specifiche peculiarità del territorio in questione. Per le isole di Ischia e Capri, invece, la regione ha preso delle decisioni completamente diverse. «Nell’isola d’Ischia viene mantenuto il punto parto per la caratteristica disagiata insulare (331 parti nel 2015); nell’isola di Capri deve essere prevista una situazione ad hoc (22 parti nel 2015). Per l’ospedale Capilupi di Capri, infatti, è necessaria una configurazione particolare che contempli il presidio di pronto soccorso di area particolarmente disagiata con 20 letti di medicina e, comunque, la presenza di ginecologi in guardia attiva o reperibilità per far fronte a situazioni particolari di non trasferibilità a causa di condizioni meteorologiche con utilizzo, in caso di necessità, di posti letto dedicati in medicina».

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Insomma, è ormai chiaro a tutti che in questa rimodulazione del sistema sanitario più di un aspetto non torna. L’auspicio è che il commissario Polimeni (sul quale tuttavia grava minacciosa la scure del ministero della Salute) riesca a trovare, nell’incontro previsto per la prossima settimana, una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. In caso contrario, i procidani non staranno di certo a guardare. Se ci sarà una fumata nera, infatti, siamo certi che questa estate sarà davvero calda, e non soltanto dal punto di vista meteorologico…

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