CULTURA & SOCIETA'

Quando si diceva, “Pasqua ed Epifania tutte le feste porta via”: la natura degli altri proverbi popolari

Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare

L’Epifania tutte le feste le porta via, è un proverbio popolare a sfondo religioso, dato che si riferisce alla manifestazione di Gesù ai Re Magi, che nel corso delle generazioni ha subito varie modifiche e nuove versi. Poiché in genere la festa dell’Epifania (6 gennaio) è l’ultimo avvenimento relativo alle feste natalizie s’intende che non ce ne saranno più fino al carnevale o la Pasqua che quest’anno festeggeremo il 17 aprile prossimo, e per metafora la befana prende così le feste di natale e le porta via con sé. In genere è anche l’ultimo giorno in cui tenere il presepe o l’albero ed i relativi addobbi. I vari proverbi legati all’epifania: Epifania Tutte le feste le porta via poi arriva san Benedetto che ne riporta un bel sacchetto.» «L’Epifania tutte le feste le portAa via poi arriva san Benedetto che ne riporta un bel sacchetto.. Il giorno dell’Epifania ha nei secoli assunto la peculiarità di terminare il ciclo delle feste dell’anno liturgico, mentre il giorno dedicato a san Benedetto richiamava l’attenzione su quelle successive appartenenti al ciclo pasquale. L’antichità del proverbio è attestata anche dal fatto che la festività di san Benedetto è stata spostata dal 21 marzo all’11 luglio, quindi dopo molto tempo dalla creazione del proverbio.  Altro detto popolare (come continuazione) in dialetto recita: «rispose S. Vincenzu: ‘nci su ieu te menzu’- rispose a candelora: ‘nci su ieu ‘ rispose santu Pati (Ippazio): e mie pe fessa me lassati’». L’Epifania e annunciazione – «Epifania tutte le feste manda via e santa Maria tutte le ravvia.». In questo caso il proverbio è congruente con il calendario contemporaneo, in quanto la festa dell’Annunciazione mariana, cade il 25 marzo, preannunciando l’inizio di un nuovo ciclo di festività. Epifania e il vento – «Di Pasqua Epifania il vento se ne va via.» – Nell’antichità, secondo una usanza tradizionale, tutte le più importanti festività venivano abitualmente definite con il nome di Pasqua. Il proverbio segnala la data dell’Epifania come spartiacque fra il periodo freddo, caratterizzato da cattivi venti gelidi, e quello più mite. Il termine “Epifania”, di origine greca, che significa “manifestazione” sott’inteso della divinità, è stato utilizzato dalla tradizione cristiana per designare la prima manifestazione della divinità di Gesù Cristo, avvenuta in presenza dei re Magi. Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare. Come abbiamo avuto modo di vedere per le altre tradizioni italiane che si svolgono in tutto l’arco dell’anno, molte nostre festività hanno un’origine rurale, affondando le loro radici nel nostro passato agricolo. Così è anche per la Befana. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo. In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio.

michelelubrano@yahoo.it

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