CRONACA

Ricette rubate a Ischia, gli avvocati provano a ‘sfoltire’ le intercettazioni

Sollevate eccezioni sull’utilizzabilità del materiale. I giudici di Santa Maria Capua Vetere prendono tempo

I giudici prendono tempo su intercettazioni e questioni di competenza territoriale. Succede nel processo nato dall’inchiesta “Minerva” che vede imputati, tra gli altri, il manager casertano Pasquale Corvino, ex presidente della Casertana e vicesindaco del Capoluogo, ed il dentista-editore Pasquale Piccirillo. Snodo essenziale della vicenda sarebbe l’utilizzo anche di un ricettario risultato provento di doppio furto ai danni del distretto sanitario di Ischia, per un totale di 24mila ricette circa. Nel corso della prima udienza dibattimentale, celebrata dinanzi al giudice Rosetta Stravino del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i difensori degli imputati hanno formulato una serie di eccezioni preliminari sia sulla competenza territoriale sia – soprattutto – sull’utilizzabilità di alcune intercettazioni che potrebbero, dunque, essere sfoltite dai giudici qualora le istanze dovessero essere accolte. Questioni su cui il collegio sammaritano si è riservato di decidere per l’udienza fissata a fine gennaio, quando i giudici si pronunceranno. Insomma, un’udienza tecnica che apre, con le prime schermaglie, il dibattimento di una delle inchieste più importanti del recente passato sulla sanità pubblica campana. L’indagine, condotta dai Nas, ruota intorno al sistema che permetteva ai laboratori di Corvino di ricevere rimborsi dall’Asl per prestazioni mai effettuate grazie a medici e funzionari dell’Asl compiacenti. In alcuni casi veniva utilizzato anche un ricettario risultato provento di doppio furto ai danni del distretto sanitario di Ischia, per un totale di 24mila ricette circa.

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