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Scoppia la protesta al convegno Asl: D’Amore rifiuta un confronto diretto con il Cudas

di Isabella Puca

Ischia – “Contro i tagli per il diritto alla salute e alla dignità” è questo il messaggio che campeggia su di uno striscione che ha accolto il direttore generale dell’Asl Na 2 Nord D’Amore al convegno promosso dall’Asl, tenutosi ieri mattina al cineteatro Excelsior, sulla sicurezza alimentare. Ad aspettarlo fuori dal cinema alcuni degli attivisti del Cudas, il comitato per il diritto alla salute; tra le loro mani le foto dei cibi precotti che i pazienti dell’Ospedale e delle strutture sociosanitarie presenti sull’isola sono costretti a mangiare ogni giorno. «Che sicurezza alimentare può esserci quando i nostri pazienti mangiano tutti i giorni cibi precotti? Quando c’era la Sir, c’era una cucina, gli utenti facevano le spesa e il cuoco cucinava dei pasti mirati per loro. Ora mangiano cibi preparati 3 – 4 ore prima». È così che ha parlato Egidio Ferrante, uno degli attivisti del Cudas che, insieme agli altri, ha provato ad avvicinarsi a D’Amore per ottenere le tanto attese risposte a richieste fattegli ormai mesi fa, «quando abbiamo provato ad avere delle risposte dal vivo ci ha detto che la colpa è solo nostra perché sobilliamo questa situazione e ci inventiamo tutto; che non è vero niente, che Procida e Ischia stanno bene». Dopo un primo scontro verbale, la protesta è continuata in modo pacifico e silenzioso, prima di nuovo fuori al cinema, luogo del convegno, e poi all’interno dove, subito dopo l’intervento di D’Amore, il comitato ha sfilato per i corridoi del cinema tenendo ben visibile il manifesto. Il commissario generale, pur sottraendosi a un confronto vis à vis ha provato a rispondere dal pulpito annunciando che con il presidente De Luca sono stati stanziati ben tre milioni di euro destinati per l’ampliamento dell’Ospedale Rizzoli, «i tagli alla salute non riguardano solo Ischia, – ha detto ancora D’Amore – ma l’intera regione commissariata. In questi 8 mesi in cui sono arrivato ho cercato di darvi risposte, a Ischia non c’è solo l’ospedale, ma abbiamo reclutato medici e infermieri, forse sono pochi però abbiamo iniziato. Stiamo facendo questo al di là dei tagli, ma non c’è solo l’ ospedale!». Una risposta che di certo non ha soddisfatto gli esponenti del Cudas che non hanno avuto risposte circa l’Unità di Terapia intensiva cardiologica, né tantomeno su un eventuale potenziamento del reparto di oncologia. «Non è vero che abbiamo iniziato a manifestare da quando è arrivato lui, – ha detto ancora Ferrante – sono tre anni che ci battiamo per riavere la Sir a Ischia.  Da quando è stata chiusa i nostri pazienti sono stati distribuiti in strutture socio sanitarie dove si ha una convenzione tra Asl e comune. Ma i sindaci non investono su questo settore, i soldi sono pochi e i nostri pazienti mangiano cibi precotti tutti i giorni, probabilmente, lo faranno a vita. Questa è la sicurezza alimentare? Solo perché non si tratta di un turista non ha diritto a un percorso alimentare? Dire che dipende  tutto dal governo è mettere le mani avanti, si vede che politicamente i nostri sindaci non vogliono o non sono abbastanza forti a difendere il nostro territorio cosa che invece viene fatta negli altri paesi come Frattamaggiore o Giugliano». Il comitato è andato via deluso da questo mancato confronto sulle criticità di un’isola di sessanta mila abitanti che ha esigenze e problematiche diverse dalla terraferma, dove la salute di un paziente, residente o turista che sia, può dipendere anche dalle condizioni metereologiche; con il vento di questi giorni, probabilmente l’eliambulanza non sarebbe riuscita a raggiungere gli ospedali napoletani. «Siamo delusi per questo promettere e nulla fare – ha concluso Ferrante –  e non è una giustificazione dire che i tagli ci sono per tutti. Tagliando la sir, dei nostri 26 ospiti, ne sono rimasti 21, 4 sono stati trasferiti alla Camaldoli, di questi due sono morti uno perché denutrito, altro che sicurezza alimentare. Degli altri due non si sa più nulla».

 

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