CULTURA & SOCIETA'

Le due coraggiose “bugie” elettorali di Enzo Mazzella: l’espropio del castello e il faraonico progetto di Sandro Petti

L’esproprio del Castello per toglierlo alla famiglia Mattera che l’acquistò nel 1912 per poche migliaia di Lire e restituirlo al popolo di Ischia, insieme ad una Ischia Ponte completamente trasformata in base ad un progetto faraonico che l’Arch. Sandro Petti realizzò su effettiva commissione, sono stati i cavalli di battaglia di Enzo Mazzella negli anni forti della sua scalata al Comune di Ischia ed alla Regione Campania. Enzo pensava e faceva le cose in grande. Opere pubbliche importanti come il palazzetto dello sport, la piscina comunale, lo stadio di Fondo Bosso , il restauro ed il rilancio della Torre di Michelangelo, l’acquisizione delle Pinete, i parchi pubblici, il grande edificio del Polifunzionale, le nuove Terme Comunali e quant’altro, è tutto legato al suo nome nell’ambito di un vasto piano di sviluppo del territorio che egli identificava con la pratica denominazione di “L’ AZIENDA ISCHIA”. In questo grande programma per altro realizzato, credeva di potervi fare entrare anche l’esproprio del Castello Aragonese e un faraonico progetto commissionato all’arch. Sandro Petti per la trasformazione del Centro Storico di Ischia Ponte.

Enzo Mazzella bleffava o faceva sul serio ? La realtà ha dimostrato che sei i due avveniristici progetti da sogno non hanno visto la loro luce, lo è stato perchè non c’erano le vere condizioni per attuarli. Enzo Mazzella non era un visionario. Operava sul concreto con la sua prerogativa di utile decisionista. Difficilmente sbagliava una mossa. Il suo ruolo di politico di alto bordo non glielo poteva permettere. Diciamo che sull’esproprio del Castello, sulle prime, lo scaltro Enzo un pochino vi credeva. Tanto che su di un opuscolo elettorale diffuso durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 1985 fece scrivere la seguente impegnativa: “ Sul Castello Aragonese prenderà vita una nuova era rinascimentale dell’isola d’Ischia. Le nostre memorie storiche ci riportano ai fasti di Ferrante d’Avalos e di Vittoria Colonna. Esse rivivranno nell’era moderna quando finalmente avremo modo di realizzare un sogno sepolto dall’incuria e dall’incultura. Il progetto per il Castello Aragonese è il momento più esaltante della nostra storia e tutti saranno chiamati a realizzarlo, a partecipare, a far rivivere momenti di gloria e di splendore che diventeranno il segno caratteristico della nostra presenza come lo furono per i i nostri antenati”. Si noti bene, Enzo Mazzella nello scritto di cui sopra non menziona la parola “esproprio” , segno è che egli, in questa operazione di propaganda, pur lanciata in grande stile, vi andava cauto. Era una “bugia” elettorale di quelle che non fanno scandalo quando vi fai ricorso. Infatti Enzo ha parlato di sogno, e tale è rimasto. Male fu invece per i proprietari del Castello, i fratelli Mattera che al contrario, vi avevano creduto e si erano impauriti, mettendosi così subito sulla difensiva. Per quanto riguarda il progetto di Sandro Petti ,costato all’ Amministrazione Comunale oltre 200 milioni di vecchie lire, esso prevedeva la scomparsa della spiaggia della Mandra e il suo trasferimento, sia pur in formato ridotto, davanti alla Cattedrale con un porto turistico di ampie dimensioni. Inoltre comprendeva il traforo dell’antico fabbricato di via Luigi Mazzella con passaggi ad archi verso il mare e una larga rotonda sul mare davanti allo Stradone, per concerti e spettacoli vari. Chi avrebbe potuto creare tutto questo ? Forse solo il Padreterno.

michelelubrano@yahoo.it

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