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«I sindaci impongano un tetto ai fitti degli appartamenti»

Da una parte coloro che hanno perso la casa durante il sisma del 21 agosto, in angosciosa cerca di risposte per una situazione di precarietà che si annuncia nient’affatto breve. Dall’altra i sindaci a spiegare quello che si è fatto e che si farà per fronteggiarla.  Ieri mattina al piazzale dell’Ancora di Casamicciola si è tenuta un’assemblea pubblica, dove i primi cittadini dei due comuni più colpiti dal sisma hanno dialogato con una folla di persone, non troppo numerosa a dire il vero, ma che comprendeva vari sfollati, impazienti di vedere qualcosa di concreto. Sotto il sole di mezzogiorno, il piazzale si è così trasformato in una pentola a pressione, dove il dialogo spesso e volentieri ha lasciato il posto alle urla e alle recriminazioni della gente, esasperata e timorosa di essere presto dimenticata dai meccanismi della burocrazia emergenziale. Il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna ha fatto il punto della situazione sui lavori di messa in sicurezza della zona rossa: stanno infatti per partire ulteriori opere nelle strade principali del Maio, dove è stata individuata l’area di cantiere e di stoccaggio delle macerie, che verranno via via prontamente portate in terraferma per lo smaltimento: «Non permetteremo che le macerie restino sulle nostre strade», ha dichiarato Castagna al microfono, senza salire sul palco predisposto per l’occasione, ma rimanendo sul piazzale, in mezzo alla gente. La ditta ha già iniziato i lavori a via Spezieria, e tra poco cominceranno a via Montecito.

La liberazione dell’asse viario in questione, ha spiegato il sindaco, è una delle priorità nel difficile cammino verso la normalità e la sicurezza. Ma le contestazioni lungo tutta la durata dell’assemblea non sono mancate. Alcuni cittadini del comitato del Majo hanno chiesto perché mai spendere centinaia di migliaia di euro per puntellare case che tra qualche mese riceveranno l’ordine di abbattimento: «Un inutile “presepe” di legno», è stato definito. Castagna ha ribattuto dicendo che l’iniziativa della messa in sicurezza delle abitazioni è del tutto legittima e comprensibile. Susi Capuano, a capo del Comitato, si è detta contrario alle operazioni di puntellamento, mentre alcuni cittadini vedevano proprio nel puntellamento la garanzia per una futura ricostruzione della propria casa. Agostino Iacono ha preso la parola contestando l’amministrazione  e ribadendo che i sette milioni stanziati dal governo dovrebbero servire esclusivamente per tali operazioni di messa in sicurezza. Il pubblico presente intanto rumoreggiava nervosamente: qualcuno ha gridato che il denaro anziché servire realmente a tamponare l’emergenza sta arricchendo qualcuno. Castagna ha spiegato che i sette milioni sono quelli stanziati per le prime fasi d’emergenza e servono principalmente per sostenere le sistemazioni in albergo, e preferibilmente in appartamenti privati tramite l’apposito contributo. Il primo cittadino ha precisato che l’acconto dello stanziamento per i contributi arriverà a fine ottobre. Tuttavia anche la gente del Majo e dintorni è apparsa divisa sul tema: un cittadino ha invitato a pensare prima alle persone, poi alle case.

LOCAZIONI. Un altro tema caldo è quello delle cifre chieste dai proprietari degli appartamenti sfitti, giudicate esose o comunque troppo alte. Nel mezzo del dibattito, in cui alcuni sostenevano che il mercato della domanda e dell’offerta non può subire restrizioni, un cittadino ha invitato Castagna e il suo collega di Lacco Ameno, Pascale, a riunire tutti i sindaci dell’isola e a emanare un’ordinanza per porre un tetto politico ai prezzi di affitto. Il sindaco di Casamicciola non ha respinto l’idea, ma ha comunque affermato di vedere come più opportuna la previsione di sgravi fiscali come incentivi a dare in locazione le case sfitte. Susi Capuano ha ringraziato coloro che hanno dato aiuti concreti agli sfollati, ma ha precisato che tra essi non vi è la Curia di Ischia, dalla quale non c’è stato un significativo supporto. «Dobbiamo continuare a farci sentire, soprattutto nei momenti che contano: all’apertura della stagione turistica non serviranno duemila persone, ma basteranno i duecento qui presenti per bloccare i porti. Solo così ci ascolteranno». In chiusura della mattinata ha preso la parola Giacomo Pascale, che ha ribadito l’impegno delle amministrazioni coinvolte, rimarcando concetti già più volte espressi in queste settimane d’emergenza: «Vorrei svegliarmi e poter credere che la sera del 21 agosto sia solo un brutto sogno, ma dobbiamo invece capire che abbiamo avuto un terremoto, e che le sue conseguenze vanno affrontate con delle tempistiche incomprimibili», ha esordito il sindaco di Lacco Ameno.

«È fuorviante dire che solo Casamicciola e Lacco hanno dovuto subire il terremoto. Quello è solo il danno apparente, mentre il cosiddetto lucro cessante sta colpendo l’intera isola: alberghi, bar, negozi si stanno accorgendo che l’estate è finita il 21 agosto. Se ne stanno accorgendo i lavoratori di tali strutture, molti dei quali hanno perso il lavoro, e che provengono da tutta l’isola, non solo dai comuni colpiti. Non crediate che certi fenomeni ci siano sconosciuti: in questa situazione c’è chi ha bisogno, chi ha poco bisogno, e chi sta speculando». Pascale ha spiegato le priorità stabilite dalla legge, che in prima battuta prescrive di pensare prima agli alloggi, ma ora bisogna togliere le persone dagli alberghi, altrimenti in pochi mesi si esauriranno gli stanziamenti governativi. Risorse che, ha spiegato il primo cittadino, non sono “nascoste” sui municipi ma sono invece gestite dal Commissario all’emergenza Grimaldi. Spiegazioni che in parte hanno calmato gli animi, anche se il timore di essere “dimenticati” continuerà a tormentare l’immediato futuro di vari cittadini.

foto Franco Trani

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