LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Criticità atto quarto

Vi racconto una bella storia su Sant’Angelo. Alla fine degli anni 90 Ferdinando Calise e sua moglie Margherita, proprietari del Miramare, si rendono conto che Sant’Angelo incomincia a perdere colpi perché il prodotto è diventato troppo maturo se non obsoleto e che le aziende locali finanziariamente incominciano ad essere in sofferenza. Mi chiedono di dare uno sguardo in giro per qualche eventuale possibilità di arrestare il declino della località. Un mio amico milanese mi presenta il vertice di una società italiana che gestisce 70 villaggi turistici nel mondo fattura 570 miliardi di lire ed è il secondo tour operator d’Italia e primo nei villaggi. L’amministratore delegato molto interessato all’idea fa venire ad Ischia, insieme al mio amico, per avviare il progetto, suo fratello.

Perché mi ero rivolto a questa società? Capacità imprenditoriale. In tre giorni di analisi si arriva alla conclusione che Sant’Angelo può avere un futuro se diventa un villaggio “all inclusive”; alberghi, pensioni, appartamenti, bed & breackfast, giochi e sport a mare, vita sociale e vita notturna. Pensate all’unicità di un posto turistico con una anima formata da tante persone ognuna con una storia antica da regalare agli ospiti. Un nuovo prodotto senza abbandonare niente del passato ma con criteri di offerta allargati a tutto campo valorizzando ogni attività con la propria specialità. In sostanza tutto quello che esiste viene organizzato diversamente ed ampliato anche con investimenti, in infrastrutture, della società.

Il cuore del progetto era che tutte le attività del posto aderivano ad una società formata dagli stessi imprenditori ma il cui prodotto veniva pubblicizzato e venduto in esclusiva dal colosso turistico. Con percentuali a loro favore da concordare. Ora tutti sapete cosa è un “all inclusive village” ma a Sant’Angelo allora sia il Sindaco che gli operatori turistici del posto presero le distanze da questa iniziativa. A distanza di anni fate voi la constatazione che volete.

Esorto Celestino Iacono, il giovane santangiolese che vorrebbe rianimare il morente, a riprendere questa idea (magari con una proposta alla TUI con i club Robinson) e vedere se in tanti anni i santangiolesi sono sempre gli stessi o sono cambiati.

Dopo il boicottaggio recente anche di Rocco Barocco e l’assenza totale dell’amministrazione Comunale per i problemi del turismo ho la netta sensazione che poco sia cambiato. Serrara Fontana presenta criticità nella pubblica amministrazione che non cura il territorio mancando anche di un progetto serio di sviluppo, nella pigrizia mentale degli imprenditori e nel cullarsi dei suoi cittadini che pensano che la manna arriva dal cielo.

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