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30 ANNI FA CI LASCIAVA FRANCO CONTE MAESTRO DI GIORNALISMO, “ NOBILE” DI BUTTAVENTO

Se ne andò in quel caldo pomeriggio ferragostano dell’88, non aveva ancora compiuti i cinquant’anni. Stava seguendo, con il binocolo incollato agli occhi, la processione verso il sommo della collina del Buttavento ove, ritta su un basamento, era stata poggiata la statua della Madonna che riceveva le implorazioni e le preghiere dei fedeli”. E’ questo l’incipit di un bel pezzo di Peppino Brandi su Franco Conte, tratto dal volume “33 racconti di terra, di mare, di vite ischitane”. Del cenacolo di attivisti del civismo feci parte, non nella fase di costituzione della società editoriale, né nell’ultima fase, per i motivi che appresso spiegherò. L’amico Peppe Brandi, nell’elencare i personaggi di varia estrazione politica e culturale che ruotarono nell’orbita del Giornale, non mi cita, pur avendo una memoria di ferro. Non me ne dolgo, in quanto è un po’ il destino di chi, come il sottoscritto, ha mutuato esperienze di vita, di politica, di giornalismo anche importanti, senza mai però un’adesione totale a un progetto o a un capo carismatico. Ho sempre ritenuto che bisogna, in ogni circostanza, mantenere la “ giusta distanza” critica. Mai appiattirsi verso un leader, verso un partito, un gruppo, senza far passare giudizi su uomini e circostanze attraverso il setaccio e la sedimentazione della critica riflessiva. E per questo stesso motivo anche un grande amico col quale c’era stima reciproca come Domenico Di Meglio, nel suo libro di memorie “Sussurri e grida. Trent’anni di trincea della stampa locale” ( Edizioni ‘Ndriana 2009) cita tutti i collaboratori tranne me. E’ per questo stesso motivo che Enzo Mazzella, pur avendomi in varie circostanze manifestato stima, nella pubblicazione sulla sua esperienza amministrativa comunale “ Dalla parte del Paese. 10 anni alla guida del Comune d’Ischia”, trancia un giudizio negativo sull’allora gruppo consiliare socialista, ritenuto “ distruttivo e non costruttivo”. Ischia, anche nei suoi esponenti migliori, ha sempre privilegiato i cortigiani e i seguaci acritici. Ed è così ancora oggi.

Questa lunga parentesi mi serve esclusivamente a far comprendere perché, pur avendo di Franco Conte la massima stima, pur considerando straordinaria l’esperienza di giornalismo locale sotto la sua guida, fui titubante nella fase di costituzione del Giornale, quando amici cari come il compianto prof. Giovanni Di Meglio, l’avvocato Pietro Di Meglio e Franco Iacono contribuirono alla nascita del giornale, così come mi tenni lontano, nella fase ultima, quando il Giornale sterzò decisamente in favore di Enzo Mazzella, sotto la spinta economica dell’ing. Leonessa, commettendo un grave errore di valutazione riguardo al Piano Regolatore che fu approvato dal Comune d’Ischia, viziato – dal mio punto di vista – da aggiustamenti e varianti dell’ultima ora, tutti di carattere clientelare. Non trovai giusto schierarsi a favore di un Piano qualsivoglia. I risultati, ad oggi, mi danno ragione. Ischia non ha avuto – da quel Piano – alcun beneficio di disciplina del territorio. Dico tutto questo nel tentativo di porre un argine ad una brutta pratica isolana: quella di celebrare personaggi del passato, non evidenziandone i chiaroscuri e sottacendone eventuali errori o limiti. Questo non è un modo di onorare ma solo di fare acritica esegesi e retorica apologetica. Precisato ciò, riprendo a parlare del personaggio Franco Conte; Gianni Lauro, meglio conosciuto come Sparaspilli, nel suo libretto “ Ischia in cielo e in terra” ( Cefim editore 2010), una specie di Divina Commedia dantesca, fa di Franco Conte la sua guida nell’altro mondo. Dante e Virgilio. “ Ve l’avresse voluto far vedere , la sigaretta in bocca, il borsellino sotto il braccio, pantaloncini corti e ‘na paglietta tanta con un nastro rosso. Pupo – gli dissi alla vista della sua vista – Pupo”. Con queste parole esordisce Sparaspilli, nel suo viaggio nell’al di là. “ Era figlio di Sastianino ‘e Shaker, mentre la madre era ‘Ngnesina ‘e Schinitz. Due ceppi importanti nella vita baranese: infatti shaker, nel sentire popolare voleva dire gente di movimento, intraprendente, che affronta la vita di petto, mentre schinitz era la storpiatura del cognome di un famoso tycoon impiantatosi nel napoletano e attribuito al capostipite il padre di ‘ Ngnesina che era un intraprendente commerciante. Franco incarnò con la sua vita la peculiarità degli shaker e degli schinitz”. Così Peppe Brandi descrive Franco Conte nella sua opera citata. Ironia della sorte, Franco Conte, all’esame di maturità classica, fu rimandato in italiano. Chi l’avrebbe mai detto che, di lì a poco, sarebbe diventato un ottimo giornalista! Della sua scuola ischitana di giornalismo, il miglior prodotto è senz’altro Peppino Mazzella. Le battaglie più belle condotte dal Giornale d’Ischia furono l’esproprio delle pinete, le case popolari, e tra i titoli più azzeccati di prima pagina ricordo : “ Le mani sul porto”, “ Le mine sul Castello” “ Ischia non è più Provincia di Napoli “ quest’ultimo ispirato ad un mio articolo. Oggi Franco soffrirebbe a vedere diffondersi sempre più l’intolleranza razziale e il rinchiudersi dei paesi europei in uno sterile nazionalismo, per non dire dell’assurda autarchia statunitense di Trump .Infatti, quando Franco, agli inizi del ’70, tornò ad Ischia dal Canada, tornò con idee di multiculturalismo, di globalizzazione, pur nella difesa delle peculiarità locali ( aveva pubblicato in Canada un suo studio sui migranti del Mezzogiorno) e pur essendo molto guardingo verso fenomeni pericolosi di concentramento di poteri finanziari mondiali: era “ fissato” sui pericoli della “ Trilateral” e di qualsiasi potere forte. In questo, e solo in questo, era un 5 Stelle ante litteram. Franco, non lo abbiamo ancora detto, era un socialista a tutto tondo, favorevole ad un centro sinistra anche nel Comune d’Ischia, con leader Enzo Mazzella. In realtà Enzo, a parole di sinistra, preferì avvalersi sempre del braccio destro del Partito Liberale. Qui, Franco Conte sbagliò, spostando l’asse del Giornale tutto su Enzo Mazzella , dimenticando che le politiche di espropri per pubblica utilità Enzo li portò avanti per il favore dei socialisti non certo dei liberali. Ritornando agli ultimi giorni dell’intensa ma breve vita di Franco Conte, citiamo nuovamente Peppe Brandi, in chiusura del suo pezzo giornalistico: “ La sua ultima fatica, nel vero senso della parola, fu un tour nel Tirreno, con la barca di Roberto Ielasi, insieme a Gigiotto Rispoli e Gianni Sparaspilli, in quell’infame estate del 1988”. E’ amaro constatare che nessuna autorità ischitana si stia ricordando di Franco ( sarebbe toccato al Comune d’Ischia o a quello di Barano), che nessuno abbia ritenuto di lasciare – in suo ricordo- una targa, un premio, un discorso, una citazione. Chissà cosa, dall’al di là, penseranno, di questa attualità immemore, Sparaspilli e Franco, Dante e Virgilio, ‘u Cardill e Pupo.

Franco Borgogna

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