CULTURA & SOCIETA'

Studenti del “V.Telese”, un tuffo nel Parco sommerso di Baia alla scoperta del turismo subacqueo

Da “SOStenibilMENTE” a “Scuola d’aMare”. Un progetto tira l’altro per un’esperienza di conoscenza ed educazione ambientale in una delle aree più ricche di tesori artistici e biodiversità. Un’opportunità di crescita e consapevolezza verso un patrimonio da salvaguardare, se vogliamo declinare sviluppo e bellezza, paesaggio e lavoro, accoglienza e sostenibilità

Un patrimonio immenso e sommerso dal valore inestimabile. Un luogo unico nel mondo diventato tra gli attrattori turistici più significativi e frequentati dell’area flegrea. E’ il Parco Archeologico Sommerso di Baia, la Saint Tropez degli antichi romani. Nel corso dei secoli, la cittadina si è inabissata per effetto del bradisismo, ma con stupore, ancora oggi, è possibile tuffarsi per ammirare un sito archeologico di raro fascino e bellezza. Sott’acqua, una lunga serie di tesori che attirano turisti da tutto il mondo; ma anche un patrimonio naturale di biodiversità, che si manifesta in una molteplicità di specie faunistiche e floristiche, che da quasi due millenni si è adattata tra mosaici di terme, riproduzioni di statue, resti di ville ed edifici portuali.

Qui si sono tuffati anche gli studenti dell’IPSAR “Vincenzo Telese” di Ischia, all’interno di un progetto di educazione ambientale, “S.O.S.ostenibilMENTE”, mirato a costruire (o rafforzare) una cultura basata sul rispetto dell’ambiente e sui principi dello sviluppo sostenibile, promuovendo il protagonismo giovanile e l’integrazione da parte di cittadini e rappresentanti delle istituzioni.

Per salvaguardare un patrimonio storico, archeologico e ambientale come quello dell’intero Golfo di Napoli, è indispensabile che ogni cittadino, in particolare le nuove generazioni, si facciano carico di una prospettiva rispettosa dell’ambiente e dei beni pubblici già nelle proprie scelte quotidiane. E sempre nell’ottica, ormai indifferibile, della sostenibilità.

L’esperienza, coordinata dalle docenti Rosa Ferrandino e Chiara Zanichelli, ha visto coinvolti gli studenti del triennio di ogni indirizzo dell’Istituto di Fondobosso. Centinaia di ragazzi e ragazze dell’isola d’Ischia coinvolti in un progetto di alto senso civico, in cui sia compresa la conoscenza e il rispetto del mare attraverso una educazione ambientale che impiega, tra i tanti strumenti, anche uno degli “sport” più sostenibili e a impatto zero per l’ambiente: la subacquea. Chi si immerge, ma anche chi ama praticare snorkelling, è testimone diretto dei cambiamenti del nostro mare, dall’aumento della presenza di inquinanti, dei tesori che esso custodisce e che spesso diventano preda dei tombaroli. Attraverso la subacquea, inoltre, è possibile una presa di coscienza dello stato in cui versano i nostri mari e quindi una maggiore responsabilità nella tutela di quegli habitat che, grazie alle bombole o, più semplicemente a maschera e tubo, diventano accessibili a tutti.

Proprio l’esempio di Baia, col suo parco sommerso (e area marina protetta), è considerato un modello di sviluppo turistico per l’intera regione flegrea. Visitatori sempre più numerosi, iniziative che rilanciano il territorio, nuovi progetti di musealizzazione, scoperta dell’enogastronomia, rivitalizzazione dell’ospitalità che crea nuovi posti di lavoro e, al tempo stesso, incentiva ulteriori passi avanti nella ricerca archeologica. Opportunità e potenzialità del turismo che sono state illustrate in occasione della presentazione al “Telese” della “Guida ai fondali dei Campi Flegrei”, bussola che accompagna il lettore (e visitatore) in un viaggio emozionale, attraverso l’esperienza ventennale dell’autore Enzo Maione, formatosi come subacqueo professionista in questi fondali, e responsabile del Centro Sub Campi Flegrei, tra i migliori centri subacquei PADI d’Italia. All’incontro erano presenti Antonino Miccio, Direttore facente funzione dell’AMP Regno di Nettuno, Martina Laringe, di Federalberghi Campi Flegrei; l’archeologa subacquea Alessandra Benini, che da anni sta portando alla luce il sito sommerso di Aenaria, nella baia di Cartaromana.

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«L’input decisivo che ha portato l’Istituto “Telese” a partecipare a questo progetto è arrivato dalla possibilità di condividere, con alcuni docenti, alcune di compresenza.» ha spiegato la professoressa Znichelli. «Fondere i percorsi didattici e rendere più trasversale e multidisciplinare la nostra programmazione, cercando di puntare a un percorso comune volto alla scoperta del territorio, a quelle che sono gli itinerari locali non solo da un punto di vista storico, culturale, enogastronomico o paesaggistico, ma spingendoci oltre i confini dell’isola. Riscoprire tutta una serie di meraviglie che caratterizzano il Golfo di Napoli e diventano decisive nelle strategie di promozione turistiche che chiameranno in causa i professionisti di domani: i nostri studenti. La finalità del progetto è quella di sensibilizzare, informare e formare gli studenti delle scuole primarie e secondarie in materia di turismo sostenibile marino. Avvicinandosi a uno degli sport acquatici per eccellenza, la subacquea. Intesa non solo come immersioni con bombole, ma anche attraverso attività di snorkelling e osservazione. Gli argomenti che abbiamo trattato vanno dal degrado dell’ambiente marino all’impatto ambientale dell’inquinamento; dalla questione delle plastiche e microplastiche che finiscono per entrare nella catena alimentare alle specie aliene presenti nei nostri mari; dalla storia della navigazione e dell’archeologia subacquea alle questioni che riguardano la sicurezza e il rispetto del mare.» Anche in ottica di quel “raffinamento dell’offerta turistica” auspicato dal Dirigente scolastico Mario Sironi, il quale, per il futuro, nell’ambito della progettualità prevista da “Scuola d’aMARE”, pensa di stringere rapporti di collaborazione più stabili e continuativi con realtà di diving che possano avvicinare ancora di più tanti adolescenti alla conoscenza diretta del mondo sommerso e dei suoi tesori ambientale e archeologici.

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Se la Benini ha raccontato alla platea di studenti l’esperienza dello scavo di Aenaria, anche sotto il profilo delle novità che ne riguardano al fruizione turistica, Miccio ha illustrato le iniziative messe in campo dalle Aree Marine Protette della Campania (compresa quella di Ischia e Procida) in termini di tutela, conoscenza e ricerca. Da Maione l’invito allo studio e all’inseguimento delle proprie passioni, come dimostra la sua stessa esperienza professionale. Una passione nata decenni fa, quando le anfore che casualmente affioravano dal fondo marino “nemmeno potevi portarle a casa perché puzzavano”». Poi la sensibilità crescente verso un mondo sconosciuto che venivano a visitare, anche in modo rocambolesco, i primi turisti europei e americani. Le immersioni, la collaborazione con gli archeologi, un crescente senso di responsabilità verso un patrimonio unico al mondo. In un’area che sta diventando un’eccellenza turistica di tutto il Meridione.

«Quando si ha a a che fare con beni e bellezze come quelle che abbiamo in Italia, promuoverle non è così difficile. Bisogna certo strutturarsi. Anche l’isola d’Ischia non ha necessità di inventarsi chissà cosa: quando alle fiere presentiamo i nostri tesori o le attrazioni dell’isola, il visitatore è naturalmente incuriosito. Oggi sono titolare di un’impresa che dà lavoro e promuove il territorio; quando abbiamo iniziato, ci prendevano quasi per pazzi: “turisti da queste parti?”, dicevano. Invece i turisti sono arrivati e aumentano di anno in anno. A voi studenti consiglio anzitutto di studiare, imparare bene l’inglese e amare il vostro territorio. Solo conoscendolo e rispettandolo, sarà possibile trasmetterne agli altri il suo valore più autentico».

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