CRONACAPRIMO PIANO

«Strade sicure? I giovani prendano per mano gli adulti»

In un convegno caratterizzato da diversi interventi istituzionali, particolarmente significative le parole pronunciate dal comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ischia, Angelo Pio Mitrione, sul ruolo delle nuove generazioni nell’incremento della sicurezza stradale

Puntare a un cambiamento culturale per arrivare all’obiettivo, quello di evitare nuovi lutti sulle strade. È questo uno dei principali spunti emersi ieri mattina nel convegno svoltosi nella sala conferenze del Grand Hotel delle Terme Re Ferdinando di Ischia, a supporto del progetto intitolato “0 vittime sulla strada” del Rotary Club Ischia Isola Verde. L’evento ha visto la partecipazione di amministratori locali, forze dell’ordine e studenti degli istituti scolastici isolani, quali il Mattei, l’Alberghiero e il Nautico.

L’incontro è stato moderato dal dottor Giacinto Calise, insieme al dottor Bernardo De Martino, neurologo dell’ospedale Cardarelli. Presenti alcune classi di vari istituti scolastici: il Mattei, l’Alberghiero e il Nautico

L’incontro è stato moderato dal dottor Giacinto Calise, noto pediatria e consigliere comunale di Lacco Ameno, insieme al dottor Bernardo De Martino, dirigente medico neurologo dell’ospedale Cardarelli di Napoli, che hanno presentato il documentario realizzato da Michelangelo Messina, creatore dell’Ischia Film Festival, con il patrocinio dell’importante struttura ospedaliera partenopea, poi proiettato in sala: un documentario di forte impatto, che sarà diffuso sia a livello regionale che nazionale per mantenere alta l’attenzione sulla questione della sicurezza stradale. Il dottor De Martino ha dichiarato di confidare molto in questo progetto che ha visto il coinvolgimento del mondo scolastico: «Con Michelangelo Messina – ha spiegato il neurologo – abbiamo condiviso la bellissima esperienza di confronto coi giovani, proiettando questo lavoro nelle scuole. Il problema della sicurezza stradale va affrontato da diversi punti di vista, e siamo convinti che continuando a collaborare coi vari attori coinvolti riusciremo a fare cose importanti nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo di zero vittime sulle strade».

Durante il convegno è stato proiettato il video realizzato da Michelangelo Messina col patrocinio dell’ospedale Cardarelli: significative le testimonianze dei medici alle prese con le conseguenze degli incidenti, e quelle dei parenti delle vittime che affrontano una tragedia che dura per il resto della vita

Lo stesso Michelangelo Messina, regista del documentario, ha evidenziato che resta ancora molta strada da fare: sono ancora relativamente pochi i giovani a utilizzare la bicicletta per gli spostamenti di media distanza. Messina ha però soprattutto rimarcato i due elementi che a suo avviso sono alla base degli incidenti stradali: «La velocità e la distrazione: dunque, è nella nostra coscienza che va individuata la responsabilità della maggior parte delle tragedie».

Ads

Michelangelo Messina: «Nella nostra coscienza va individuata la responsabilità della maggior parte delle tragedie: velocità e distrazioni sono le cause principali degli incidenti»

Ads

La proiezione del documentario non ha lasciato indifferenti le tante persone in sala, e l’obiettivo del resto è proprio quello di provocare una reazione davvero sentita, empatica, quasi epidermica negli spettatori: sullo schermo si sono succedute le sequenze di alcuni incidenti stradali, con il triste elenco delle 24 persone che hanno perso la vita sull’isola d’Ischia nei sinistri verificatisi tra il 2014 e il 2021. Ma il video è andato oltre, mostrando non soltanto la tragedia di chi scompare nell’incidente, ma soprattutto la tragedia infinita nelle vite di chi resta, compresi coloro che pur sopravvivendo restano menomati in maniera permanente. Sullo schermo i rumori dell’impatto tra i veicoli si confondevano con quelli delle apparecchiature degli impianti di rianimazione: attraverso le interviste ai medici del Cardarelli, il dottor Festa e la dottoressa De Cristofaro, sono stati illustrati i vari drammatici effetti scatenati da un incidente. Spesso le vittime che riportano i danni peggiori non sono responsabili del sinistro; i medici si trovano a dover educare le persone rimaste invalide ad affrontare una vita diversa, con pesantissime conseguenze. Alcuni ragazzi coinvolti negli incidenti risultano poi positivi alle sostanze stupefacenti o alcol, in altri casi una distrazione di un attimo può distruggere tante vite, con enormi costi esistenziali, sociali, economici, psicologici.

Eugenio De Siano: «Non si può militarizzare l’intero territorio. I veicoli sono tantissimi, ma non sono mezzi di morte, è la nostra guida che può renderli tali. La repressione è solo l’ultima ratio, ciascuno di noi deve responsabilizzarsi»

Molto toccanti altre testimonianze dirette, tra cui quella di un giovane rimasto invalido a vent’anni per un incidente in moto, e quella di un padre che perse la figlia che viaggiava in auto col marito, entrambi travolti da un altro veicolo il cui conducente per una distrazione era finito nella corsia adiacente: tragedie che i sopravvissuti rivivono ogni giorno per il resto della loro vita, sofferenze che distruggono famiglie mai più in grado di tornare a vivere normalmente.

La mattinata è proseguita con gli interventi della professoressa Anna Di Scala dell’Istituto Mattei, da tempo in prima linea nelle campagne di sensibilizzazione al problema, in costante sinergia col Comitato La strada del buonsenso. I rappresentanti degli studenti del Mattei hanno presentato un breve video realizzato dalla classe quinta c. La voglia di impegnarsi è scaturita in maniera naturale dopo la perdita sulle strade di ragazzi che erano soprattutto amici e compagni. Un impegno che è sfociato anche in altri progetti, tra cui un giornalino della sicurezza stradale.

Da parte sua, il comitato La strada del buonsenso ha evidenziato i quattro pilastri della battaglia per la sicurezza stradale: innanzitutto la sensibilizzazione, poi la prevenzione, l’educazione, e solo in ultima analisi la sanzione. Tre brevi video “a tema”, realizzati dal comitato, hanno dimostrato i molteplici pericoli che si corrono sulle nostre strade, tra parcheggi contromano, sorpassi pericolosi e soste non consentite.

Raffaele Monti: «Il codice della strada deve diventare un abito mentale, da indossare costantemente quando ci si mette alla guida»

Dopo la conclusione delle proiezioni sono intervenuti gli esponenti delle forze dell’ordine, a partire dal Comandante dei Carabinieri di Ischia, Angelo Pio Mitrione, il quale ha significativamente auspicato che «i giovani, cosi come accaduto in questi ultimi anni per la tutela dell’ambiente, possano diventare veicolo di senso civico e di educazione stradale nei confronti degli adulti, anche richiamandoli, se necessario, quando non sono prudenti». Ugualmente significative le parole dell’ispettore della Polizia di Stato Eugenio De Siano, che fu tra i primi a intervenire dopo il tragico incidente che a dicembre portò via il giovane Manuel Calise: secondo l’ispettore, visto l’enorme numero di veicoli sull’isola, «non si può certo militarizzare l’intero territorio. I veicoli non sono mezzi di morte, ma è la nostra guida che può renderli tali». Dunque, secondo De Siano, la repressione va considerata come ultimo stadio, in quanto è sempre la responsabilità individuale a rivestire il ruolo decisivo nella sicurezza stradale.

Enzo Ferrandino: «Necessaria la presa di coscienza e il senso di responsabilità di tutti gli attori coinvolti.Il nostro obiettivo è zero vittime, solo allora potremo dire di essere riusciti nei nostri intenti. Molto abbiamo fatto, molto c’è da fare e molto ancora faremo»

Il comandante della polizia municipale di Lacco Ameno, dottor Raffaele Monti, ha evidenziato il recente fenomeno delle bici a pedalata assistita, che in realtà sono veicoli a tutti gli effetti, soggetti al codice della strada: «La sicurezza stradale è un abito mentale che bisogna indossare ogni volta che usciamo», ha dichiarato Monti, puntando il dito contro la “guida per abitudine” che si radica in territori come il nostro, dove i guidatori conoscono a menadito la rete stradale, ma ignorano la segnaletica.

Giacomo Pascale: «Si tratta di un problema culturale, legato all’eccessivo parco-veicoli, che va dimezzato. Serve a poco creare nuovi parcheggi. Dobbiamo passare dalla cultura del possesso dell’auto a quella dell’uso condiviso»

A inaugurare gli interventi dei sindaci presenti è stata Irene Iacono, primo cittadino di Serrara Fontana: tra le vittime degli incidenti stradali c’è anche un suo giovane familiare. Iacono ha ricordato che il problema lo si deve affrontare non soltanto in contesti normativi, ma prima ancora educativi e valoriali: «Dobbiamo ripensare il ruolo dei nostri veicoli, il loro utilizzo, e il dolore della perdita di una persona deve colpire tutta la comunità». Il sindaco di Serrara ha ricordato che nel suo comune, nonostante ci siano ben cinque parcheggi, ogni giorno c’è sempre chi parcheggia pericolosamente in curva, e le limitate forze della polizia municipale finiscono per essere distolte da vari altri compiti, a causa dell’indisciplina di certi automobilisti.

Sintetico e centrato il pensiero del sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino: «È necessaria la presa di coscienza e il senso di responsabilità di tutti gli attori coinvolti. Il nostro obiettivo è zero vittime, solo allora potremo dire di essere riusciti nei nostri intenti. Molto abbiamo fatto, molto c’è da fare e molto faremo», ha dichiarato il primo cittadino che ha anche ricordato il recente percorso che sta portando all’installazione degli autovelox fissi sui punti più pericolosi del territorio.

Irene Iacono: «Il problema va affrontato non soltanto in contesti normativi, ma prima ancora educativi e valoriali. Dobbiamo ripensare il ruolo dei nostri veicoli, il loro utilizzo. Il dolore della perdita di una persona deve coinvolgere tutta la comunità»

Secondo Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno, quello della sicurezza stradale è un problema di cultura, che va ricondotto all’esagerata estensione del parco macchine: un progetto di mobilità sostenibile è sempre più necessario, e dovrebbe avere lo scopo di dimezzare il parco macchine entro cinque anni, cosa che implica il passaggio dalla cultura del possesso alla cultura dell’uso dell’auto. «Il sistema è scoppiato – ha dichiarato Pascale – serve a poco realizzare nuovi parcheggi, le macchine sono troppe». Secondo il sindaco di Lacco andrebbe anche incentivato l’uso dei taxi con un regolamento isolano unificato. Dopo la perdita del finanziamento per il piano di mobilità sostenibile messo a disposizione dalla Città metropolitana un decennio fa, secondo Pascale l’attuale ottima intesa tra i sindaci isolani potrebbe essere decisiva per non cadere negli errori passati e riprovare a proporre un piano condiviso.

A chiusura della proficua mattina, le parole del dottor Giacinto Calise hanno suggellato i lavori del convegno. Il pediatra, nel vedere il documentario, è rimasto colpito dal dover constatare che diverse vittime erano stati suoi pazienti in giovanissima età. «Con questo incontro abbiamo voluto mantenere alta l’attenzione sul problema, promuovendo la reciproca collaborazione tra gli attori coinvolti. Dobbiamo guardarci dentro, per evitare nuove tragedie», ha dichiarato Calise, spiegando il documentario realizzato da Michelangelo Messina, dopo la diffusione nelle scuole isolane, sarà proiettato a cura del Rotary in tutto il distretto, per poi progressivamente raggiungere una diffusione regionale e nazionale.

Foto Franco Trani

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex