CRONACAPRIMO PIANO

“Tarantelle” al caseificio

Increscioso episodio verificatosi ieri a Piedimonte, alta tensione tra il gestore di un’attività commerciale e i proprietari dell’azienda: e così si è reso necessario l’intervento dei carabinieri

Un episodio increscioso, inquietante, sicuramente singolare e sul quale gli inquirenti hanno trascorso un intero pomeriggio ad indagare e raccogliere deposizioni. Un lavoro instancabile e certosino ma la vicenda è talmente complessa che l’attività dei carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione, in collaborazione con i militari della Stazione di Barano coordinati dal maresciallo Gennaro Bonavoglia.

I fatti che ci apprestiamo a raccontarvi si sono praticamente consumati nel primo pomeriggio di ieri, anche se secondo alcune indiscrezioni – peraltro tutte da confermare – gli animi avevano iniziato a surriscaldarsi già dalla tarda mattinata. Tutto è successo a Piedimonte, nella zona dove sorge il caseificio De Martino, e a pochi è sfuggito il fatto che intorno alle 15 all’esterno dell’ingresso dell’attività commerciale si trovassero diverse gazzelle dei carabinieri. Ma che cosa era accaduto da richiamare un così folto numero di uomini e mezzi delle forze dell’ordine? E’ chiaro che anche il cronista, in attesa di ulteriori riscontri raccolte dagli investigatori, non può che affidarsi a ricostruzioni parziali senza poter purtroppo scendere nei dettagli.

Tra i gestori del De Martino e la Balga è alta tensione, forse a causa di una questione di crediti vantati dalla società isolana. E così vengono sistemati dei mezzi dinanzi al cancello d’ingresso. I militari hanno sentito diverse persone e proseguiranno oggi per ricostruire la dinamica esatta dell’accaduto

Il caseificio in questione è gestito da tale De Martino che ha preso in fitto il ramo d’azienda dalla Balga srl che lo aveva creato ed inaugurato nel novembre di due anni orsono con l’insegna “Core e latte”. Secondo le scarne informazioni in nostro possesso, tra i rappresentanti delle due aziende non correrebbe buon sangue a causa di una serie di crediti che la Balga stessa vanterebbe da chi ha fittato l’attività. Una serie di “manchevolezze” che non sarebbero nemmeno recentissime e che di conseguenza avrebbero pian piano portato ad esacerbare gli animi. Tutto questo fino a quando ieri pomeriggio si è arrivati ad un epilogo obiettivamente imprevedibile. Secondo una prima ricostruzione quelli della Balga avrebbero piazzato dei mezzi di loro proprietà all’esterno del varco d’ingresso del caseificio, non è dato sapere se per una sorta di ripicca nei confronti del De Martino o per impedire che magari lo stesso potesse lasciare la sede con dei mezzi in sua dotazione come furgoni o affini. Fatto sta che la tensione è arrivata alle stelle e tra le parti si è arrivati a una lite che però sarebbe rimasta nei canoni, senza cioè mai sfociare in violenza. Insomma, tutto è rimasto nella sfera puramente verbale. Quando sono giunti sul posto, i carabinieri della Stazione di Barano hanno ovviamente fatto spostare i camion dalla sicuramente inusuale posizione nella quale si trovavano, sincerandosi nel frattempo che la campa regnasse sovrana e non ci fossero eccessi di alcuna natura.

Il resto, beh il resto è tutto da definire. Perché fino al tardo pomeriggio di ieri diverse persone sono state sentite in caserma ed altre ancora ne “sfileranno” nel corso della giornata odierna, perché l’obiettivo dei militari dell’Arma è quello di riuscire ad appurare con assoluta certezza che cosa possa essere successo per generare un episodio come quello accaduto a Piedimonte. Una cosa è certa, per la location teatro dell’accaduto non è certamente un momento favorevole, tutt’altro. Non più tardi di una settimana fa, infatti, sul posto si recarono gli uomini della guardia costiera di Ischia – guidati dal t.v. Andrea Meloni – che sequestrarono uno scarico abusivo proprio all’interno dell’attività, su delega della Procura della Repubblica di Napoli che sta conducendo una dettagliata indagine di natura ambientale. Dai controlli emerse che lo scarico recapitava i reflui nella pluviale che, conseguentemente, andavano a confluire nell’alveo del Rio Corbore. I controlli, effettuati anche con l’ausilio della fluoresceina, hanno consentito di poter tracciare il flusso dei reflui e di accertare il collegamento diretto con il Rio Corbore. Il colorante rese possibile l’individuazione dell’origine dello scarico abusivo.

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex