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Teatro: nel weekend appuntamento con Mandragola

Mandragola è una commedia considerata il capolavoro del teatro del ‘500 e un inestimabile classico della drammaturgia italiana,  potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell’epoca. Prende il titolo dal nome di una pianta, la mandragola, alla cui radice vengono attribuite caratteristiche afrodisiache e fecondative. Una commedia sulle debolezze umane, che Machiavelli scrisse intorno al 1518, e della quale la Compagnia degli Evasi, per rispetto a un ‘cotal’ talento, ha voluto conservare il linguaggio originale, salvo edulcorare alcune espressioni troppo ostiche per le orecchie del terzo millennio. Le musiche sbarazzine di Zaz, danno quel tocco di simpatia e modernità ad una vicenda all’apparenza leggera, ma in realtà amara, crudele e cinica come soltanto era capace di tratteggiare il genio fiorentino di Machiavelli. La regia ha  fatto vestire gli attori in abito scuro e cravatta, e le attrici in abiti raffinati a colori sgargianti. Cinque sgabelli da bar e due separé, tre abat-jour che diffondono una luce ruffiana, questa semplice scenografia crea un’atmosfera senza tempo e senza spazio dove si consuma l’inganno verso il povero sciocco Messer Nicia, la cui moglie, Lucrezia, desiderata alla follia da Callimaco deve cedergli, secondo il disegno ordito da Ligurio, aiutato dalla madre di lei Sostrata, dal servo Siro e dall’ambiguo frate Timoteo.

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