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Tradizionale “primo passo” del grande vescovo Pietro

Cristo, vero Dio e vero Uomo, prende sempre l’iniziativa: puntuale ed esemplare “primo passo”, la tradizione della diocesi d’Ischia di incontrare giornalisti e scrittori il 24 gennaio, ricorrenza di San Francesco di Sales (1567 – 1622) che è stato un Vescovo cattolico francese e fu proclamato “Patrono dei giornalisti” e di “tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina” dal Papa Pio XI il 26 gennaio 1923 con l’Enciclica ‘Rerum Omnium Perturbationem’ in occasione del terzo centenario della morte nel 1922. Si ricorda, infatti, che il Santo, non soddisfatto della risposta che avevano le sue prediche dal pulpito, si ingegnò a pubblicare fogli volanti, che poi affiggeva ai muri o faceva scivolare sotto le porte delle case. Considerato una delle grandi figure della Controriforma cattolica e della mistica cattolica francese, è uno dei Dottori della Chiesa. La Società Salesiana di San Giovanni Bosco, fondata a Torino nel 1859 da Giovanni Bosco per l’educazione dei ragazzi, è ispirata appunto a San Francesco di Sales. “Primo passo” da suggerire, se possibile, a tutte le pubbliche Istituzioni e Agenzie educative impegnate nel servizio sociale con l’incontro e ascolto reciproco degli operatori della comunicazione.

Ogni anno avviene presso l’auditorium della Curia vescovile e anche quest’anno il grande Vescovo mons. Pietro Lagnese (ben introdotto alle ore 11 di mercoledì scorso da don Pasquale Trani, Delegato alla Pastorale familiare, e da don Gioacchino Castaldi, Delegato alla Caritas) ha incontrato tanti giornalisti presenti ai quali ha fatto un bilancio dell’attività alla Visita pastorale intrapresa con esiti fecondi e gli interventi costanti a favore della popolazione terremotata di Casamicciola e Lacco Ameno dal 21 agosto dell’anno scorso, quando ormai i riflettori sono spenti sulla drammatica calamità che ha colpito l’isola d’Ischia. Incontro con i giornalisti che si è rivelato di grande e urgente attualità per la cosiddetta socializzazione virtuale, che, se allarga positivamente la comunicazione o relazione a distanza di rapporti on line, dall’altra il profondo Messaggio -per l’occasione propizia della ricorrenza- di Papa Francesco dal significativo titolo “La verità vi farà liberi”(Gv 8,32) – Fake news e giornalismo di pace – ripropone il problema della manipolazione dei social network, il pericolo di un nuovo processo di colonizzazione e di sfruttamento, di cyberbullismo, anziché rispettosa occasione di interazione e formazione sociale, civile.

“Liberazione dalla falsità e ricerca della relazione: ecco i due ingredienti che non possono mancare perché le nostre parole e i nostri gesti siano veri, autentici, affidabili…Dai frutti possiamo distinguere la verità degli enunciati”, afferma Papa Francesco ispirandosi al passo del Vangelo ove Cristo di Maria, che ha detto “Io sono la verità” (Gv 14,6) e “La verità vi farà liberi”(Gv 8,32), ha ammonito: – Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi ?…Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere – (Mt 7,15-20). Abbiamo, pertanto, respinto la proposta di candidatura nel cosiddetto ‘partito della famiglia’ fondato da un ex parlamentare laico,  divorziato all’hotel Cosmopolitan di Las Vegas, fondato  sulla famiglia ‘naturale’, di coppia, ma (che strano!) non indissolubile come nel Sacramento del matrimonio. Si tratta di una fake strategica, “di natura mimetica, cioè capacità di apparire plausibili” (op. cit. Francesco), per catturare il consenso cattolico. Come può essere credibile e sviluppare la famiglia sociale dello Stato, se il candidato non ha saputo o voluto custodire l’unità della propria famiglia? Grazie, Papa Francesco; grazie, grande Vescovo Pietro! Anche Lao Tzu, saggio pensatore cinese, nel 4° sec. a.C. ha detto: “Trova il coraggio di fare il Primo Passo!”.

 

DIES  DOMINICA – QUARTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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Oggi sabato 27 gennaio è una ricorrenza internazionale per commemorare ogni anno le vittime dell’Olocausto nazista; e per noi anche soprattutto il genocidio censurato dei circa cinquanta milioni di aborti all’anno nel mondo praticati in strutture pubbliche! 

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Il nostro incontro domenicale è anzitutto un momento e un gesto di adorazione di Dio. La nostra liturgia del giorno del Signore vuol essere poi impegno “di amare” i nostri fratelli nella carità del Cristo”. Le nostre possibilità al riguardo sono sempre assai scarse: ne riceviamo la forza accostandoci alla mensa del Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Questa, infatti, la significativa colletta: “O Padre, che nel cristo tuo Figlio ci hai dato l’unico Maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano”. Nella prima lettura dal libro de Deuteronomio (Dt 18, 15-20) Dio promette un profeta, un uomo che non spaventi il suo popolo e pure sia fedele portavoce della sua parola: fedele, cioè  preoccupazione di riferire con esattezza la volontà divina. Nella seconda lettura dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi (1Cor 7, 32-35) l’Apostolo non disprezza certo il matrimonio: ne troverà il modello nella unione di Cristo con la Chiesa. Qui mette in risalto il valore della verginità come consacrazione libera e totale al Signore, come preoccupazione e impegno di stare uniti a lui “senza distinzioni”. Nel Vangelo secondo San Marco (Mc 1, 21-28) dove arriva Gesù Cristo, che è la Santità in persona, non può più trovarsi a suo agio lo spirito immondo, il demonio. Esso reagisce, ma Cristo non lo teme: è proprio venuto per rovinarlo. Gesù di Maria ci aiuta a lottare contro Satana, definitivamente sconfitto nella Passione e nella Risurrezione.

            

1978

Porto dentro scolpita

la trama vissuta di mia vita,

quel tempo trascorso in quaresima

di morte tragica di Moro statista e scorta

nel muro d’odio oscuro di ‘brigate rosse’

che implorò Montini ‘Flos florum’ stemma;

e venne Luciani ‘De medietate lunae’  come luna,

Albino estirpato ad appena giorni trentatré inatteso.

Sorpresa da Polonia uscì dal conclave luce di Wojtyla

‘De labore solis’ lunga fatica consacrata a Madre Maria,

già presidente italico Pertini d’attese fiorisce caro vento

con Dalla Chiesa viatico a lotta per diritto vita inviolabile.

Ancora esperimenti nucleari francesi in atollo Mururoa

per una guerra di posteri senza vincitori ma tutti vinti;

e se la vita stranisce sport a Monza su bolide Peterson,

pur Messner e Habeler alpinisti senza bombole su Everest

e Argentina albiceleste con primo titolo mondiale calcio.

Si nasce, si  cresce e va così senza asilo sicuro e fermo,

infine si eclissa il passo nel ronco ferito d’illusioni

e s’implora Speranza d’essenza immutabile.

 

A cura del professor Pasquale Baldino, responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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