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Traffico di droga, continuano le testimonianze

ISCHIA. Stamane, dinanzi la prima sezione collegio c del Tribunale di Napoli, è in programma la nuova udienza nell’ambito del processo su un traffico di stupefacenti tra Ischia e la terraferma, con propaggini estese fino in Spagna. Dinanzi il collegio presieduto dalla dottoressa Corleto dovrebbe essere ascoltata Valeria Molea, imputata in un procedimento connesso, uno dei tanti scaturiti dalla maxi-indagine che il maresciallo del nucleo operativo dei Carabinieri del Vomero illustrò nel corso delle udienze svoltesi lo scorso dicembre. Sarebbero infatti due le associazioni a delinquere dedite appunto al traffico di droga. La prima, riconducibile alla famiglia Nettuno di Marano, già oggetto di indagini poi confluite in vari procedimenti penali, alcuni dei quali conclusisi con pesanti sentenze di condanna. La seconda associazione, secondo l’impianto accusatorio, sarebbe stata attiva soprattutto sull’isola d’Ischia e con base operativa al quartiere del Vomero a Napoli, e composta da Ruben Barbato, Giuseppe Formigli, Vincenzo Raiano, la stessa Valeria Molea e Pietro Pesce. Quest’ultimo nel corso dell’ultima udienza ha comunque negato di aver avuto un ruolo in tale associazione, compreso quello di spacciatore o di reclutatore sul posto.
Un filone d’indagine riguarda ancor più da vicino la nostra isola, e non solo per lo spaccio. L’ attività investigativa, concretatasi in appostamenti e intercettazioni senza sosta, permise infatti agli inquirenti di venire a conoscenza, nel settembre 2014, della necessità di Ruben Barbato di procurarsi denaro da destinare ai propri fornitori, in seguito alla perdita del carico di sostanza stupefacente affidata a Pasqualina Siconolfi. Quest’ultima tuttavia, come emerso da altre conversazioni, non si sarebbe affatto disfatta degli stupefacenti, ma se ne sarebbe appropriata. Entrano qui in gioco due furti compiuti sulla nostra isola, a Casamicciola Terme: uno ai danni della chiesa di Sant’Antonio da Padova il 19 settembre 2014 e l’altro ai danni della scuola statale Ibsen tre giorni dopo. Nel primo caso vennero sottratte stampanti, attrezzature per personal computer, un pc di marca Hp e alcune tastiere elettroniche. Nel secondo colpo messo a segno, presso l’edificio scolastico fu trafugato un televisore di 32 pollici, alcune attrezzature e materiale di cancelleria. Secondo la pubblica accusa, la refurtiva serviva per ripagare i fornitori del “carico” perduto. Subito dopo il furto, Barbato e Salvatore Migliaccio cercarono di vendere alcuni degli oggetti rubati, ma una perquisizione dei Carabinieri di Casamicciola presso l’abitazione di Pasqualina Siconolfi, alla presenza di Salvatore Barbieri, permise di rinvenire gran parte della refurtiva. il Maresciallo Capo Arturo Battello, della Stazione dei Carabinieri di Casamicciola, già ascoltato nel processo, illustrò l’attività di perquisizione effettuata in casa della Siconolfi che portò al sequestro del maltolto. Nel dipanarsi della deposizione emerse che i Carabinieri soltanto per un caso fortuito si erano portati presso l’abitazione dell’imputata. L’intenzione originaria dei militari era infatti quella di riuscire a sequestrare sostanze stupefacenti a carico di Salvatore Barbieri, il quale, imputato per ricettazione e assistito dall’avvocato Michele Calise, è stato intanto assolto dinanzi la sezione ischitana del Tribunale: invece le forze dell’ordine si imbatterono nella refurtiva trafugata dalla chiesa e dall’edificio scolastico. Il processo, con rito ordinario, riguarda ormai solo due imputati, Siconolfi e Pesce. Tutti gli altri scelsero riti alternativi e per loro la vicenda giudiziaria si è già chiusa con condanne comunque pesanti, nonostante lo sconto di pena garantito dalla formula processuale prescelta.

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