CRONACAPRIMO PIANO

UN MISTERO LUNGO UNDICI GIORNI

Sul corpo di Antonella Di Massa riscontrate alcune ecchimosi: potrebbero essere state causate da una caduta o da percosse, sarà l’autopsia a dire la verità ma intanto gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Resta da capire come e dove la donna abbia trascorso il periodo precedente al decesso. L’indagine affidata al pm Gloria Sanseverino

Il quadro era già di suo decisamente poco chiaro, ma adesso la matassa rischia davvero di ingarbugliarsi oltre modo e di accrescere quel mistero che ha sempre aleggiato attorno a questa storia che ha purtroppo avuto un drammatico epilogo. Può significare tanto, poco e magari anche nulla ma in una vicenda già dai contorni di giallo come quella legata alla morte di Antonella Di Massa a Ischia, ecco aggiungersi un altro tassello. Di quelli che certamente fanno riflettere e lasciano adito a tutta una serie di ipotesi, riflessioni e ragionamenti. Il corpo della donna, allontanatasi di casa il 17 febbraio scorso e ritrovata morta mercoledì mattina in un terreno della frazione di Succhivo, a Serrara Fontana, non presentava segni apparenti di violenza sebbene il medico legale che ha ispezionato la salma avrebbe comunque rilevato delle ecchimosi: potrebbero essere conseguenza di una caduta ma anche di percosse. Sarà l’autopsia a fare chiarezza, la salma è già stata trasferita presso l’istituto di Medicina Legale del II Policlinico di Napoli, ma intanto una cosa è certa: gli inquirenti non tralasciano nessuna pista, il che significano che restano in piedi l’ipotesi del suicidio (la cui dinamica però andrebbe chiarita viste le modalità e il luogo di ritrovamento della 51enne originaria di Casamicciola) ma pure che molti aspetti della vicenda rendono compatibile il quadro anche con un delitto. Una parola, quest’ultimo, che nessuno vorrebbe pronunciare né soltanto immaginare, ma se gli scenari sono questi è chiaro che fino a quando non ci saranno elementi e riscontri concreti e oggettivi nulla può essere escluso. E nulla significa nulla, per l’appunto.

I risultati della scientifica dell’Arma e quelli dell’autopsia saranno, come detto, determinanti da questo punto di vista, ma restano dubbi, incongruenze e quell’alone di mistero che questa storia si porta dietro sin dalla sua genesi. Le forze dell’ordine indagano ad ampio spettro e diverse sono le persone sin qui ascoltate. A coordinare l’attività investigativa è il sostituto procuratore Gloria Sanseverino. C’è una forbice temporale che rappresenta un autentico buco nero: se è vero che la morte di Antonella Di Massa risalirebbe a 24 ore dal suo ritrovamento, è ovvio che c’è un “vuoto” di nove-dieci giorni che si portano dietro una serie di inevitabili interrogativi: dove si è nascosta mentre decine di persone la cercavano e come ha fatto a sfuggire alle ricerche condotte con tutti gli strumenti e le tecniche disponibili? In molti, tra coloro che hanno partecipato alle ricerche, hanno sostenuto che quel terreno era stato ispezionato senza però che ci fosse nessuna traccia della 51enne. Confermato anche il ritrovamento di una bottiglia termica e sotto al cadavere di un sacchetto di plastica nero.

Nel frattempo arrivano anche i messaggi di cordoglio, su tutti quello di don Gino Ballirano, sacerdote della Basilica di Santa Maria Maddalena dove Antonella Di Massa aveva fatto parte anche del coro. “La nostra comunità vive un’ulteriore prova, poiché piange ancora per i suoi figli. La scomparsa e la morte di Antonella oscurano il cielo sul nostro paese, ma la certezza della fede ci invita a guardare al Sole coperto dalle nubi che prima o poi ritornerà a splendere portando a tutti calore e luce. Ci stringiamo attorno alla famiglia di Antonella, che con la sua semplicità e limpidezza di cuore è stata per tutti noi una stella nel firmamento di Casamicciola”. In un post diffuso dai canali social dell’associazione Gertrud Streicher, la cui sede è stata per giorni il quartier generale delle ricerche, anche il dolore della comunità di Succhivo: “Resta solo un grande dolore. Finita la speranza di ritrovarti viva vogliamo dirti che ti abbiamo cercato, abbiamo ripercorso sentieri, abbiamo chiesto a chiunque se ti avesse incrociato ma… non è bastato. Ci siamo sempre chiesti perché Succhivo e ci è stato risposto che l’avevi nel cuore dopo la Festa di Primavera, il nostro paesino che nemmeno conoscevi. E allora è li che resterai. Nel cuore di Succhivo. Abbi la pace che meriti, Antonella”. Ieri intanto sono stati deposti anche fiori da parte di cittadini che si sono recati sul luogo del ritrovamento del corpo, affollato anche da tante troupe televisive giunte magari sull’isola a scoppio ritardato ma evidentemente dopo aver “fiutato” che questo è davvero un caso anomalo e forse sui generis. E del quale evidentemente si rischia di parlare ancora a lungo.

FOTO FRANCO TRANI

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