LE OPINIONI

UNA FIRMA AD UN ESPOSTO? MEGLIO RINUNCIARVI ED EMIGRARE

CASAMICCIOLA Nel post sisma e post frana. Racconto semiserio sulla deriva economico-sociale e politica della Cittadina Termale. Il potere è temuto, le “opposizioni” dormono, la vita quotidiana è appiattita. Occorreranno decenni per un vero…Risorgimento!

Che squallore la Piazza Marina con la fontana luminosa che va avanti per forza d’inerzia, il Bar Calise drammaticamente chiuso, il Capricho a pezzi e le panchine che nemmeno i barboni vanno a scaldarsi al tiepido sole di novembre.  Tanto tempo fa (sembra sia passato un secolo dal rumoroso e variopinto struscio estivo di paesani e forestieri) in questo luogo di ritrovo, di ricordi e di sentimenti ci incontravi tutta Casamicciola, da quelli di Perrone a quelli dei rioni di sopra e di “vascio”; dai Bagni a La Rita e al Maio e molti “Laccaiuoli” (o “Lacchesi”) che a Casamicciola ci venivano per  il Cinema Italia di don Antonio Fraticelli e la Pizzeria “Ciritiello”, locale rustico ombreggiato da una lunga pergola carica di uva Malvasia. Tempi biblici, scomparsi insieme a due-tre generazioni che hanno scritto la storia locale fra le campagne del Campomanno e il mare del Golfo; contadini e marinai andati via per sempre  dalla memoria cittadina di oggidì. Non ci fermiamo nemmeno, noialtri giovanotti del ’41, di passaggio furtivo fra le aiuole fiorite della Villetta e la jungla di auto, unica testimonianza vivente di un paese fantasma barricato dietro le imposte chiuse e circondato da macerie di un terremoto che non vuole passare.

Questa mattina, nelle prime ore  di un autunno  odoroso di mosto e di salsedine,passavo per la Piazza come un “piè veloce”, alla faccia della lombo-sacrale che mi porto appresso con stoica sopportazione, incrocio  un compaesano dagli ottanta e dintorni, ancora arzillo, svelto e tenace nella sua irriducibile prestanza fisica, che nei tempi felici della giovinezza lo aveva segnalato come un calciatore promettente nelle squadre del Casamicciola, dell’Aenaria e dell’Ischiaterme. Lo chiamo con piglio perentorio e lui si avvicina tentennando, fra il sorpreso e la fatica di riconoscere un amico di vecchia data, scomparso per qualche tempo dalla circolazione, causa Covid e altre bazzecole esistenziali! Gli do due baci sulle guance, come si usa fra coetanei che non si vedono da lunga pezza! Apriti cielo! Lui subisce il saluto affettuoso e di rimando mi apostrofa: ”Il bacio di Giuda!” Capperi, ci resto di stucco; Non mi aspettavo quello strano presentat’arm, anche se conosco alla perfezione di che panni veste il focoso destriero. Guarda – rispondo in malo modo – che Giuda ha tradito Cristo, ma io non ho tradito nessuno!” E lui di rimando:” Hai tradito le aspettative di tutti noi, di quei cittadini di Casamicciola che avevano riposto fiducia nelle tue azioni, nelle tue battaglie quotidiane contro il potere, nelle tue iniziative per riportare la legalità e il rispetto delle regole nella nostra Comunità!”

Devo incassare il colpo con freddezza e lucidità, perché il caro amico non conosce l’impegno di un ultraottantenne ancora sulla breccia, ma senza clamori e atteggiamenti tribunizi da lasciare a chi va in cerca di voti e consensi a buon mercato! Non so cosa rispondere, ma mi appiglio ad una folgorante  “parabola” che fa al caso mio. Vedi – inizio il mio eloquio zoppicante ma persuasivo – fra libri e articoli di giornale non me la passo troppo male, e trovo anche il tempo per scoccare qualche freccia mortifera verso i pubblici amministratori. Ma sono drammaticamente solo, senza partito politico, senza colleghi combattenti e con certe autorità da schifo abituate a buttare nel cestino della carte straccia gli esposti, le denunce e le rivendicazioni esaltate dalla Democrazia e dallo Stato di Diritto. Ma veniamo nel concreto. Ho qui con me un esposto lungo un chilometro sulle fetenzie di certa gentaccia compiute contro gli interessi del  popolo di Casamicciola. Mi occorrono una decina di firme per “potenziare” la denuncia. Se hai un po’ di tempo a disposizione, puoi seguirmi ed eventualmente collaborare a questa mia iniziativa. L’amico mi fa cenno che ci sta e mi segue come un cagnolino, felice per il piccolo impegno che lo toglie per qualche ora dall’inerzia totale in cui è annegato da qualche anno a questa parte. E qui inizia l’avventura in giro nelle strade, le piazze, i rioni e le palificazioni di tubolari di ferro in cui è imbracata buona parte del paese. Per quanti sforzi  messi in campo, la bagattella si presenta dura fin dal primo momento, perché in giro ci sono più auto in sosta che cristiani e vagabondi almeno per poltrire sulla sedia di qualche bar eroicamente aperto nel deserto casamicciolese. Ma infine eccoti profilarsi in lontananza una persona ben nota, che si ferma volentieri con l’intenzione di scambiare quattro chiacchiere. Attacco io: ”Viciè, che piacere vederti in buona forma”… e di seguito le solite “informative” sulla moglie, i figli, gli affari e la salute. Poi la stoccata a tradimento: ”Sto facendo un giro con l’amico Filippo per raccogliere le firme su questo mio esposto da inviare al sindaco. Leggilo e sappimi dire”. 

Vincenzo ci resta di sasso, lui che in vita sua non ha firmato nemmeno il certificato di matrimonio! Ma fa buon viso e cattivo gioco; legge, tossisce e vorrebbe sparire dalla faccia della terra; poi con un filo di voce  si scusa:” Ma vi siete dimenticati che ho in corso la pratica di condono edilizio della casa abusiva? Ma mi volete vedere in mezzo a una strada?  Con questa firma mi ritrovo la ruspa fuori dalla porta. Me lo comprate voi il tetto da mettere sulla testa della mia famiglia?  Vincenzo non saluta nemmeno e si allontana in fretta senza neanche voltarsi , come si faceva ai bei tempi  del coronavirus. Ci guardiamo in faccia sconsolati, ma la speranza è ultima a morire. Dalla Sentinella passiamo a La Rita: deserto del Sahara, case puntellate, Terme sfasciate  e un reticolo di ponti di acciaio che sembra  Berlino dopo la seconda guerra mondiale! Eppure in tanta desolata solitudine eccoti uscire da un pertugio un tizio armato di roncola e canestro per raccogliere pomi da un vicino giardino. Solita manfrina; chi sei, dove vai, che ne pensi del paese, la casa è ancora in piedi e via di questo passo, tanto per rompere il ghiaccio. L’amico non sembra per niente disposto a leggere il contenuto dello scritto da firmare, ma ha uno scioglilingua che è un piacere ascoltare:” Firmare una denuncia non se ne parla nemmeno. Ho una montagna di guai e poi mia figlia ha trovato un impiego al Comune per opera e virtù dello Spirito Santo. (Noi sappiamo chi è lo “Spirito Santo”, ndr) Se volete gettare sulla pubblica via l’avvenire di una ragazza di 24 anni, accomodatevi pure, ma vedete questa roncola?” Ce la filiamo, insalutati ospiti, perché il nostro conterraneo ha assunto l’atteggiamento di quelli del Rataplan, il che non è buona cosa constatarlo di persona. Ultimo tentativo e vai con Dio. A Piazza dei Bagni di Gurgitello, deserta come San Pietro alle tre di notte, incontriamo un angelo venuto dal cielo per rendere meno amaro il calice che stiamo per bere. L’albergatore illuminato, colui che passa per integerrimo imprenditore si è materializzato ai nostri occhi e ci viene incontro con le braccia spalancate e un sorriso a 360 gradi che mette allegria e… speranza. Capisce al volo le nostre ambasce e legge tutto d’un fiato il foglio A/4 con in calce la sola firma del Sottoscritto.

“Bella lettera, scritta bene, con i punti e le virgole al posto giusto. Sono uno che se ne intende perché  amo i gialli, Il quotidiano  24 Ore, Sorrisi e Canzoni e Love Story. Ma il contenuto non va; quel lamentarsi sempre, quell’accusare a vanvera, quell’ostinarsi a trovare il pelo nell’uovo, quel ‘crucifige’ sempre e comunque dei nostri buoni amministratori. No, non sono d’accordo sulla linea dura. Qui occorre trattare, dialogare, venire a miti consigli per il bene del Paese. E poi, ve lo dico in camera caritatis, voi mi volete morto. Con la scusa del terremoto e dell’alluvione non pago la Tari da tre anni, non pago il suolo pubblico, non pago le tasse, non pago i miei dipendenti e non verso la Tassa di Soggiorno al Comune. Se firmo questa… schifezza mi chiudono l’Esercizio vita natural durante. Amen”. Battiamo in ritirata con Filippo che ha perso la lingua, la baldanza, il piglio da Bravo e pure  quell’arietta arrogante e provocatoria di bulletto di periferia. Ma voglio la mia brava rivincita. Gli  rifilo il foglietto per la firma… ma i cari Lettori hanno già intuito come è andata a finire.

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Anche questo è un “racconto” molto ben scritto…
Per la serie: in questa “vecchia” Italia “Il più pulito ha la rogna”!

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