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Una procidana tra le prime vaccinate in Italia

La dottoressa Maria Rosaria Capobianchi dirige il laboratorio di Virologia dell’ospedale Lazzaro Spallanzani dove ha ricevuto per prima una dose del vaccino contro il coronavirus. Con il suo team ha isolato per prima il Sars-Cov-2

Il vaccino arriva idealmente anche a Procida. È stata la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, procidana di nascita e direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani, tra le prime vaccinate in Italia. Con lei l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli, che alle ore 7,20 sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma.  «Ho la consapevolezza che oggi sia un giorno importante e decisivo. La scienza e la medicina sono le uniche cose che ci permetteranno di uscire da questo virus», ha detto Maria Rosaria Capobianchi. Ed ancora: «Per un effetto efficace sulla circolazione del virus, serve un elevato numero di vaccinati. Se non sarà così, i singoli saranno coperti e protetti, ma non lo sarà la società». Maria Rosaria Capobianchi non si è sottratta ai flash dei fotografi ed alle telecamere. «Mi sento benissimo. La scelta è stata una scelta abbastanza naturale. Mi sono offerta di essere vaccinata e sono stata scelta fra i primi come simbolo per dire di fidarsi e credere in questa scelta credo sia un esempio per gli altri operatori sanitari ma anche per tutta la popolazione». il messaggio della dottoressa Capobianchi è chiaro: «Dobbiamo fidarci della scienza, non possiamo tirarci fuori. Le scelte fatte sono ponderate e prese sulla base di valutazioni scientifiche».

La dottoressa Capobianchi, classe 1953, ha sessantasette anni e dirige il laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, l’ospedale della capitale punto di riferimento nella lotta contro il coronavirus dalle prime fasi dell’epidemia. È stata lei con il suo team a isolare, tra i primi ricercatori al mondo, il coronavirus Sars-CoV-2 responsabile della pandemia. Era l’inizio di febbraio e la pandemia era solo all’inizio in Europa e in Italia, ma già lo Spallanzani, dopo aver gestito il caso dei due cittadini cinesi ricoverati nell’istituto, era impegnato non solo nelle cure ma soprattutto nella ricerca e nelle compilazioni di protocolli sanitari, grazie all’esperienza di medici e ricercatori che sono stati in questi anni in prima fila in mezzo mondo per studiare e arginare le epidemie più gravi, dall’Hiv all’Ebola. La virologa è di Procida e con l’isola ha ancora un forte legame. Maria Rosaria Capobianchi è nata e cresciuta nel rione di Terra Murata, dove sorgeva il noto penitenziario che ospitava gli ergastolani.

Molto legata alla “sua” isola, Maria Rosaria Capobianchi l’ha lasciata soltanto adolescente, quando ha cominciato gli studi superiori al Liceo Genovesi di Napoli per poi proseguire, sempre a Napoli, l’università alla Federico II e all’istituto internazionale di Genetica e biofisica di Fuorigrotta. Dal 2000 lavora allo “Spallanzani” e ha dato un contributo fondamentale nell’allestimento e coordinamento della risposta di laboratorio alle emergenze infettivologiche in ambito nazionale, nel contesto del riconoscimento dell’istituto quale centro di riferimento nazionale.

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