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Urina in faccia al vicesindaco, condannato Carmelo Amente

Sei mesi di reclusione per l’episodio verificatosi nel giugno 2015 durante il Consiglio comunale di Ischia: il parrucchiere si rese autore del gesto, per protesta contro i disagi causati da alcune opere pubbliche

Il verdetto, scontato, è arrivato ieri pomeriggio, a sette anni di distanza dai fatti. Carmelo Amente è stato condannato alla pena di sei mesi di reclusione. Il noto parrucchiere era accusato di reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 341 bis. I fatti, anche se risalenti nel tempo, sono piuttosto noti: nel giugno 2015 durante una seduta del Consiglio comunale di Ischia, Amente si avvicinò all’allora sindaco facente funzioni, dottor Carmine Barile, e al presidente del Consiglio comunale Gianluca Trani, dicendo loro: “Questo è quello che sto bevendo da otto giorni”, contemporaneamente lanciando contro i due un bicchiere di plastica contenente urina. Inevitabile la denuncia “per avere, in luogo pubblico e alla presenza di più persone riuniti nel Consiglio comunale, offeso l’onore e il prestigio dei pubblici rappresentanti”. Ad Amente è stata anche contestata la fattispecie prevista dall’articolo 338 del codice penale (violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario) “perché con la condotta descritta usava violenza ai rappresentanti politici riuniti nel Consiglio Comunale al fine di impedirne o turbarne comunque l’attività”. Un gesto estremo, deprecabile, con il liquido che investì il dottor Barile sfiorando anche il presidente Trani, i quali ricevettero unanime solidarietà dal mondo politico isolano.

Il pubblico ministero aveva chiesto un anno e sei mesi di reclusione per Amente, che in aula ieri ha ammesso i fatti contestati

Ieri in udienza Amente è stato ascoltato e ha ammesso i fatti contestati, definendo ingiustificabile il proprio comportamento. Subito dopo ha avuto luogo la discussione finale, con le parti che hanno formulato le proprie conclusioni.

Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per Amente. L’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, legale di fiducia di Barile e Trani – costituitisi parti civili e anche ieri entrambi presenti in aula – ha sintetizzato quanto aveva già argomentato nella memoria difensiva depositata, a partire dall’affermazione della responsabilità penale e civile dell’imputato, ripercorrendo l’iter della vicenda giudiziaria, innescata con la denuncia acquisita nel fascicolo del dibattimento. L’avvocato Molinaro, oltre a ricordare che lo svolgimento dei fatti è stato ripetutamente accertato, anche tramite l’acquisizione del video eseguito da uno dei presenti nell’aula consiliare, ha ricordato anche il pericolo corso da Barile e da Trani nel venir investiti dall’urina, potenziale veicolo di trasmissione di malattie infettive nel caso in cui il liquido raggiunge le mucose (bocca, occhi, naso) come avvenne in quella seduta consiliare della primavera 2015, quando il civico consesso venne sciolto. L’avvocato ha infine chiesto l’affermazione della penale e civile responsabilità dell’imputato, in relazione a tutti i reati contestati, con ogni conseguenza, compreso il risarcimento dei danni.

Il giudice De Stefano ha condannato l’imputato per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, ma non per quello di interruzione di pubblico servizio

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Nel tardo pomeriggio è arrivato il verdetto del giudice Laura De Stefano: Amente è stato condannato a 6 mesi di reclusione per il solo reato di oltraggio a pubblico ufficiale, venendo invece assolto per quello di interruzione di pubblico servizio. Il parrucchiere è stato inoltre condannato al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede, oltre a saldare i compensi professionali pari a 1800 euro in favore dell’avvocato Molinaro.

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Alcuni ricorderanno che l’atto di Amente venne concepito come protesta contro le conseguenze di alcune opere pubbliche poste in essere in quel periodo:  il Comune stava eseguendo dei lavori sulla rete fognaria del territorio, in particolare su via Leonardo Mazzella dove Amente esercita la sua professione con due diversi locali. In quel tratto i lavori tuttavia conobbero alcuni imprevisti rallentamenti, a causa di alcune rocce che richiesero notevole dispendio di tempo per essere eliminate: circostanza che prolungò i disagi per le attività produttive del posto. Il parrucchiere aveva già iniziato uno sciopero della fame per protestare contro tali disagi: l’amministrazione chiese alla ditta incaricata dell’opera di aprire al traffico almeno una parte della carreggiata. In ogni caso, secondo l’imputato, l’amministrazione era comunque “colpevole” dei disagi da lui patiti, da meritare il gesto d’offesa per il quale è scattata la denuncia.

Amente dovrà pagare i compensi dell’avvocato Molinaro, difensore di Carmine Barile e Gianluca Trani, e risarcire i danni che saranno liquidati in separata sede

Amministrazione che in quel periodo viveva un periodo travagliato: erano le prime settimane dell’inchiesta sulla metanizzazione dell’isola, e l’allora sindaco Giosi Ferrandino era temporaneamente impossibilitato a svolgere il suo ruolo.

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